Nomofobia: il cellulare tra dipendenza e attacchi di panico

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Dr. Alessio Cammisa Psicologo, Psicoterapeuta

Negli ultimi anni ricercatori appartenenti a differenti gruppi di ricerca si sono sempre più interessati alla relazione tra le persone e i telefoni cellulari; da questo ambito di ricerca si stanno sviluppando diverse ipotesi relative a nuove forme di psicopatologia tra le quali la Nomofobia.

Introduzione

Negli ultimi anni ricercatori appartenenti a differenti gruppi di ricerca, in varie parti del mondo, si sono sempre più interessati alla relazione tra le persone e i telefoni cellulari e, più in generale, gli strumenti di connessione di rete (Pc, Tablet, ecc.). Da questo ambito di ricerca si stanno sviluppando diverse ipotesi relative a nuove forme di psicopatologia tra le quali la Nomofobia, così definita nel 2008, in seguito ad un'indagine condotta in Gran Bretagna da YouGov plc (organismo di ricerca con sede nel Regno Unito), per conto di Post Office Telecom su un campione di 2.163 persone. Il termine Nomofobia è composto dal prefisso abbreviato “no-mobile” e dal suffisso “fobia” e si riferisce alla paura di rimanere fuori dal contatto di rete mobile.

Lo studio ha rilevato che, in Gran Bretagna, oltre la metà degli utenti di telefonia mobile (quasi il 53%) tende a manifestare stati d’ansia quando rimane a corto di batteria o di credito, o senza copertura di rete oppure senza il cellulare. Pare che, nelle situazioni sopra descritte gli uomini tendano ad essere più ansiosi delle donne. Lo studio riferisce che circa il 58% degli uomini e il 48% delle donne soffrono di questa nuova fobia.

Questa nuova forma di psicopatologia, chiamata Nomofobia, è stata riscontrata nel 2009 in India anche se con incidenza minore 18% dei soggetti (pari diffusione tra uomini e donne) in occasione di una ricerca condotta dai ricercatori del Dipartimento di Medicina di Comunità [MGM Medical College, Indore - 452 001, Madhya Pradesh, India].

 

Segni e Sintomi

Parliamo di Nomofobia quando una persona prova una paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto di rete mobile, al punto da sperimentare effetti fisici collaterali simili all’attacco di panico: mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea.

I nomofobici sarebbero quei soggetti che cercano di evitare gli stati ansiosi mettendo in atto una serie di comportamenti: mantenendo il loro credito sempre attivo, portando un caricabatterie in ogni momento, dando a familiari e amici un numero alternativo di contatto e portando sempre con sé una carta telefonica prepagata per effettuare chiamate di emergenza se il cellulare dovesse rompersi o perdersi o, ancora, se venisse rubato.

 

Cause

La nomofobia è una patologia ancora scarsamente indagata e, soprattutto, ancora troppo poco definita. In quanto fobia (ossia paura marcata e persistente di situazioni chiaramente discernibili, circoscritte, che può sfociare in attacco di panico), essa dovrebbe essere ascrivibile ai disturbi d’ansia, ossia a quelle patologie caratterizzate dalla presenza di un eccesso di ansia che interferisce con il normale svolgimento della vita quotidiana di un individuo. Però uno studio condotto da King AL, Valença AM, Nardi AE, ricercatori del Panic and Respiration Laboratory, dell’Università Federale di Rio de Janeiro e pubblicato nel 2010 “Nomophobia: the mobile phone in panic disorder with agoraphobia: reducing phobias or worsening of dependence?” [Cogn Behav Neurol. 2010 Mar;23(1):52-4.] sembra indicare che la nomofobia sia da considerare una dipendenza patologica piuttosto che un disturbo d’ansia. I ricercatori brasiliani avrebbero infatti sperimentato che un approccio terapeutico mirato a ridurre l’ansia non sia efficace nel trattamento della nomofobia. Diversi studi, che hanno indagato negli ultimi anni i possibili elementi psicopatologici nell’uso del cellulare, sembrano ricondurre i comportamenti disfunzionali nell’ambito delle dipendenze patologiche piuttosto che in quello delle fobie.

 

Fattori di Rischio

Secondo Francisca Lopez Torrecillas, docente presso il dipartimento di personalità e di valutazione psicologica e trattamento delle dipendenze dell’Università di Granada (UGR), che ha svolto una ricerca sul campo con giovani adulti tra i 18 ei 25 anni, la maggior parte dei cellulare-dipendenti sarebbero giovani adulti con bassa autostima e problemi nelle relazioni sociali, che, pertanto sentono il bisogno di essere costantemente connessi e in contatto con gli altri attraverso il telefono cellulare. Altri autori ritengono che gli adolescenti siano i soggetti prevalentemente a rischio di sviluppare questa nuova forma di dipendenza patologica.

 

Cosa fare

Si consiglia di rivolgersi ad uno psicologo con specifiche competenze se:

- riscontrate in voi i segni e i sintomi sopra descritti;

- la preoccupazione di perdere il proprio telefono è costantemente presente nella vostra mente;

- avete sperimentato un attacco di panico (oppure altri sintomi fisici che vi hanno arrecato sofferenza) in seguito alla perdita di connessione di rete (per mancanza di disponibilità del cellulare, per esaurimento della batteria, per mancanza di rete ecc.);

- l’uso del cellulare o di altri dispositivi di connessione interferisce significativamente con le normali attività lavorative o familiari o sociali o di studio.

 

Per ulteriori approfondimenti

- Nomophobia: the mobile phone in panic disorder with agoraphobia: reducing phobias or worsening of dependence?

King AL, Valença AM, Nardi AE.
Cogn Behav Neurol. 2010 Mar;23(1):52-4.

 

- A study to evaluate mobile phone dependence among students of a medical college and associated hospital of central India.

Dixit S, Shukla H, Bhagwat A, Bindal A, Goyal A, Zaidi AK, Shrivastava A.
Indian J Community Med. 2010 Apr;35(2):339-41. No abstract available.

 

- The mobile: a new addiction upon adolescents

Halayem S, Nouira O, Bourgou S, Bouden A, Othman S, Halayem M.
Tunis Med. 2010 Aug;88(8):593-6. French.

 

- The usage of cell phones and the feeling to them in modern Japanese college students.

Sato M, Sekine T.
J Hum Ergol (Tokyo). 2010 Jun;39(1):23-33.

 

- Perceived connections between information and communication technology use and mental symptoms among young adults - a qualitative study.

Thomée S, Dellve L, Härenstam A, Hagberg M.
BMC Public Health. 2010 Feb 12;10:66.

 



Data pubblicazione: 18 novembre 2011 Ultimo aggiornamento: 23 novembre 2011

Autore

alessiocammisa
Dr. Alessio Cammisa Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 2005 presso Università di Palermo.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia tesserino n° 4003.

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