La prevenzione dell'abuso sessuale sui bambini

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Negli articoli precedenti abbiamo visto cos'è l'abuso sessuale e chi è il pedofilo. E' possibile proteggere i bambini e prevenire l'abuso? Vediamo in che modo.

L’abuso sessuale nei confronti di un minore è “qualsiasi interazione con connotazione sessuale tra un adulto e un soggetto in età evolutiva, finalizzata alla gratificazione sessuale del primo”.
Può essere sia attivo sia passivo; ad esempio, il bambino può essere fotografato nudo senza nemmeno esserne consapevole, o obbligato ad assistere a incontri tra adulti. Oppure ci sono esibizionisti che si eccitano nel mostrarsi nudi ai bambini e, pur non toccandoli, li costringono ad un’esperienza che può risultare per loro “traumatica”.

Anche recentemente è stato ribadito in un documento elaborato da un gruppo di studio dell’OMS per l’abuso sull’infanzia: “L’abuso è evitabile con la prevenzione”.

In particolare in questo documento l’OMS ricorda che ci sono tre tipi di prevenzione:

1.  La prevenzione primaria, indirizzata alla popolazione, e che prevede l’insegnamento, l’educazione e il sostegno. Dovrebbe essere orientata a migliorare le competenze genitoriali, le abilità individuali nell’affrontare eventi sfavorevoli. In particolare, nel caso della prevenzione dell’abuso sessuale diventa fondamentale insegnare ai bambini a conoscere il proprio corpo, i comportamenti sessuali appropriati e come fronteggiare un’aggressione subita da conoscenti o estranei e richiedere aiuto in caso di bisogno. Non solo il bambino deve sapere tutto questo, ma anche gli adulti devono essere formati per poter intercettare velocemente eventuali segnali di disagio che il bambino esprime, ma quasi mai secondo modalità verbali.

2.  La prevenzione secondaria è rivolta alle famiglie in cui l’abuso è prevedibile, fornendo assistenza, ma coinvolgendo anche asili e scuole.

3.  La prevenzione terziaria che prevede interventi urgenti perché mira a evitare il ripetersi dell’abuso. Consiste fondamentalmente nella terapia della vittima che ha subito l’abuso.

 

Qui vorrei approfondire il discorso relativo alla prevenzione primaria, anche perché ritengo sia decisamente più utile per il lettore. Chiaramente devono essere i genitori i primi promotori degli interventi di prevenzione primaria. È importante in particolare per i genitori facilitare la comunicazione con i figli, cioè permettere ai bimbi di esprimere le proprie emozioni, fornendo chiarimenti in merito alle domande sulla sessualità senza sentirsi a disagio o in imbarazzo ed esplicitando quelle domande che il bimbo magari non pone direttamente, nonostante per l’adulto sia difficile parlare con i bambini di sessualità.

Quando vogliamo insegnare ad un bimbo della scuola materna la prevenzione dell’abuso sessuale, dobbiamo fissare questi obiettivi (cioè il bimbo deve essere in grado di) e perseguirli con lui:

- Riferire se qualcuno glielo domanda il proprio nome, cognome, indirizzo e numero di telefono

- Identificare situazioni in cui c’è bisogno che l’adulto dia prima l’autorizzazione

- Sapere quando è appropriata l’interazione fisica con l’adulto (carezza buona) e quando non lo è (carezza cattiva, fastidiosa e sgradevole)

- Sapere che ci sono parti del corpo che gli altri NON devono toccare e quali sono

- Sapere COME potersi difendere: GRIDO, SCAPPO VIA, LO DICO SUBITO A QUALCUNO

- Identificare persone che possono essere d’aiuto nelle situazioni di emergenza.

 

Il bimbo della scuola elementare deve sapere

- La differenza tra segreti appropriati e non appropriati (il pedofilo chiede al bimbo di mantenere il segreto)

- Conoscere come mettersi al sicuro se ci si perde

- Sapere come chiedere aiuto in situazioni d’emergenza

- Sapere come chiamare i genitori al lavoro, la polizia o i vicini di casa

- Conoscere quali strategie potrebbe mettere in atto il pedofilo per avvicinarlo ed evitarle

- Sapere quando la sicurezza personale è più importante delle buone maniere

- Sapere come mantenere la sicurezza personale quando si è a casa da soli

- Sapere come usare un telefono pubblico o come fare telefonate a carico del destinatario, consultare l’elenco per i numeri d’emergenza

Inoltre tutti i bambini devono uscire da un intervento di prevenzione primaria dell’abuso sessuale con strumenti chiari per reagire e non restare vittima di un abuso.

A tal proposito una strategia molto semplice è quella di “GRIDO "NO", SCAPPO VIA, LO DICO SUBITO A QUALCUNO”, da attuare quando ci si sente in trappola a causa di un adulto.

- Gridare "no", in genere, scoraggia il pedofilo, anche se l’abuso è già cominciato. Anche nei tribunali molti abusanti dichiarano che preferiscono lasciare andare via il bambino che urla perché potrebbe far in modo di essere scoperti e non vogliono correre il rischio.

Scappare via permette al bambino di sottrarsi fisicamente a qualunque gesto dell’abusante

Correre a dirlo a qualcuno permette di non tenere alcun segreto che il pedofilo impone alla vittima e quindi permette di spezzare il meccanismo omertoso.

 

Vediamo meglio come possiamo insegnare ai bambini a stare in guardia davanti ad eventuali minacce da parte di adulti, senza però vivere nel mondo con ansie o angosce.

Innanzitutto ciascuno di noi, fin dalla nascita, è fornito di strumenti utilissimi che servono proprio alla sopravvivenza: LE EMOZIONI.

 

I bambini devono sapere che le emozioni vivono nella pancia e spesso ci aiutano a capire meglio una situazione

Insegniamo ai bambini a riconoscere se nel pancino sentono paura, ansia o disagio. Se è così, bisogna subito scappare via e dirlo a qualcuno di fiducia. Bisogna raccontare come ci sente. I bambini devono sapere che nessun adulto può provocare loro deliberatamente emozioni spiacevoli come ansia o paura.

Inoltre i bambini devono anche sapere che il loro corpo è speciale, importante e unico. Perciò bisogna curarlo, conservarlo bene. È talmente importante che pochissime persone possono toccarlo: il bimbo stesso, i genitori quando lo aiutano a lavarsi o vestirsi o per fare le coccole, il medico quando ci si ammala. A volte anche la baby-sitter o i nonni, ma i genitori devono sempre saperlo. Ogni bambino deve sapere che se qualcuno tocca il suo corpo per fargli male o fastidio o in un modo che non piace, gli dirà subito di smetterla e poi ne parlerà con la mamma e con il papà.

E che dire di tutte quelle situazioni in cui si gioca indossando solo il costumino?
Le parti del corpo coperte solo dal costume sono solo del bambino e nessuno deve toccarle.
Si coprono perché sono molto delicate, e bisogna quindi prendersene particolarmente cura, lavandole bene e con determinati prodotti delicate, proteggerle dal sole e coprirle (non perché siano brutte, ma delicate!) con indumenti puliti e freschi.

Talvolta il bambino può trovarsi a casa da solo, anche per brevissimo tempo.
Dobbiamo dare al bimbo una regola importantissima: quando a casa non c’è nessuno possono entrare solo soltanto le persone che conoscono la parola d’ordine comunicata loro dai genitori.

E ancora, i grandi NON possono chiedere ai bambini di non raccontare o condividere i segreti che fanno paura, spavento, ansia.
Poiché gli adulti che vogliono bene ai bambini sanno che non devono spaventarli e nemmeno vorrebbero spaventarli, è importante che il bambino sappia che nessun adulto può costringerlo a mantenere un segreto che genera paura o sofferenza. Neppure alle persone di fiducia.

Anche se i bambini sono piccoli hanno tutto il diritto di dire “no” quando le coccole o le carezze delle persone provocano fastidio o ansia e sofferenza. Anche se conoscono le persone che li toccano. I gesti d’affetto o d’amore non si fanno se qualcun altro ce lo chiede o se ci impone di mantenere segreti. Li facciamo se ne abbiamo voglia! Anche i bambini devono imparare che queste carezze non si fanno se loro non sono d’accordo.

 

I bambini devono essere protetti e aiutati, trattati con rispetto e dignità

Quando questo avviene il bambino è pieno d’amore, sente di essere unico e speciale e la sua autostima è alta: sa di essere amato. Ma quando questo non avviene il bambino si sente di poco valore, a disagio.

Quando un adulto senza rispetto per i bambini vuole trattare male, senza cura e senza rispetto un bambino, il bimbo sa che deve fare tre cose importantissime:

1.  Gridare "no" per fermarlo

2.  Scappare subito via

3.  Raccontare all’adulto di fiducia come sta e cosa è successo.

La responsabilità, quando si tratta di bambini, è sempre dell’adulto. Insegniamo tuttavia ai bambini come vivere più serenamente.

Data pubblicazione: 16 gennaio 2012

Autore

a.pileci
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Laureata in Psicologia nel 2003 presso Università di Torino.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia tesserino n° 12751.

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