Infertilità: coppia, psiche e sessualità

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

L'infertilità è quella condizione che impedisce ai partners di diventare genitori, condizione fortemente destabilizzante sul piano psico/corporeo, sessuale ed emozionale

L’età della prima gravidanza si è notevolmente spostata in avanti nel tempo ed il tasso di coppie infertili è sensibilmente aumentato.
L’esperienza dell’ infertilità, spesso è traumatica e porta con sé risvolti psicologici, sociali e sessuali importanti, tanto da poter danneggiare la salute, il benessere del singolo e della coppia. Quest'ultima infatti, quando si accorge che la gravidanza latita, spesso viene colta da un forte sconforto e va incontro ad una serie di problematiche psico/fisiche e sessuali.

La medicalizzazione della procreazione, inoltre, compromette la sessualità, che da ludica e spontanea, diventa esclusivamente di tipo riproduttivo, disgiungendo così la sfera del piacere dall’intimità.

Le conseguenze più frequenti che caratterizzano la vita della coppia infertile, sono il manifestarsi di disfunzioni sessuali, come deficit erettivo ed eiaculazione precoce nell’uomo e l’alterazione del vissuto orgasmico/anorgasmia nella donna, oltre ad un frequente calo del desiderio in entrambi i partners.

 

Iter diagnostico e stress correlato

La diagnosi di infertilità, è spesso un momento della vita della coppia fortemente traumatico e destabilizzante. Rappresenta la morte del proprio sé biologico e l’incapacità nel proseguire la vita di coppia. La donna, solitamente molto provata dalle indagini pre-diagnosi e dall’eventuale terapia pre-PMA (procreazione medicalmente assistita), vive una reazione emotiva molto forte ed intensa, dalla difficile e complessa elaborazione.

La coppia, quando approda alla diagnosi di infertilità, reagisce con dolore, rabbia e frustrazione, senza la comparsa di una possibile “capacità adattiva” alla nuova situazione. Spesso accade che entrambi i partners, si impegnino nella ricerca del colpevole, del responsabile dell’infertilità, colpevolizzandosi a vicenda, scompaginando così la coppia stessa.
La donna, storicamente e culturalmente associata all’identità di madre e detentrice dell’utero, si sente particolarmente in colpa quando scopre di non poter mettere al mondo un figlio, la condizione di infertilità, si trasforma da lì a breve, in una condizione di “infertilità dell’esistenza”.
Quando invece è l’uomo ad essere infertile, questi reagisce con rabbia e dolore, confondendo, sul piano simbolico, fertilità con potenza sessuale dando vita ad ulteriori  disfunzioni sessuali.

 

Uomo e donna, reagiscono con modalità differenti. 

Reazioni della donna:

1- Nella donna vi è un’importante ”identificazione sociale” nel ruolo di madre, quindi la condizione di infertilità sfocia in un attacco acuto all’identità di genere femminile.

2- L’infertilità rappresenta inoltre la morte del proprio “sé biologico” e la non prosecuzione della specie.

Reazioni dell'uomo: 

1- Nell’uomo, radicata nell’inconscio, vi è un’identificazione importante tra potenza sessuale e potenza riproduttiva, quindi un’assenza di capacità procreativa sfocia in una scarsa potenza sessuale.

2- Appaiono le disfunzioni sessuali, come deficit erettivo ed eiaculazione precoce.

Nel tempo questa “crisi di infertilità” porta spesso all’isolamento della coppia, da preziosi supporti famigliari-emotivi ed a crisi di coppia

 

Solitudine dell’infertilità. Come reagisce una coppia alla scoperta dell’infertilità?

Nel momento in cui la coppia prende coscienza dell’infertilità, attraversa svariate fasi, tra le quali:

1- Sorpresa, incredulità; un corpo estraneo, nemico, che non risponde ad aspettative di generatività

2- Spesso i partners sviluppano un sentimento di impotenza e di sterilità generalizzata che sfocia in una perdita di efficienza e controllo sul proprio destino,

3- Modifiche immediate per quantità e qualità dell’attività sessuale, con conseguenti defezioni delle varie fasi della risposta sessuale ed importante calo del desiderio sessuale.

4- Sessualità senza desiderio, mirata solo alla funzione procreativa, quindi avulsa dal coinvolgimento, dimensione ludica e dimensione di scambio e relazionale della sfera intima.

5- Ripercussioni gravissime sugli equilibri interiori dei singoli e sull’equilibrio di coppia, con un possibile sviluppo di una sindrome ansiosa-depressiva.

 

Diagnosi differenziale tra disturbi sessuali ed infertilità

Uno step diagnostico importante, effettuato nei centri di fecondazione assistita, è la diagnosi differenziale correlata all’infertilità.
Capita spesso che molte coppie che si rivolgono al centro, non sono realmente infertili, ma hanno delle disfunzioni sessuali pregresse, come ad esempio: vaginismo nella donna, deficit erettivo ed eiaculazione ritardata/anorgasmia nell’uomo, che non rendono possibile la vita sessuale e di conseguenza il concepimento.

Durante l’iter diagnostico/terapeutico finalizzato alla generatività, la vita sessuale subisce profonde modifiche: la sessualità, già complessa di suo, viene fortemente danneggiata dall’inseguimento della fase ovulatoria, spesso a scapito della reale intimità ed empatia sessuale.

Il desiderio non segue più un percorso spontaneo e ludico, ma dovrebbe riaccendersi esclusivamente dopo un monitoraggio ecografico.

La vita sessuale assume caratteristiche di disfunzionalità, diventando una sessualità senza cuore, né immaginario, trasformandosi invece in una vita sessuale di tipo “prestazionale” a servizio dell’ovulazione femminile.

Alla luce di quanto detto, possiamo ben immaginare come la condizione d’infertilità possa compromettere la vita sessuale di una coppia ed essere fautrice di disfunzioni sessuali plurime.

 

Infertilità: “crisi di vita”

L’infertilità viene detta “crisi di vita” proprio per l’impatto che ha sulla qualità della vita del singolo e della coppia. Vi sono dei fattori di rischio associati a tre categorie, che contribuiscono a mantenere immodificata la condizione di infertilità:

  1. Personali: psicopatologia preesistente, disfunzione sessuale preesistente    (D.E., E.P., Vaginismo)
  2. Sociali: relazione di coppia precaria, identificazione della coppia nella condizione    di infertilità, circolo vizioso sul piano mentale e corporeo.
  3. Associati al trattamento: effetti collaterali dei trattamenti e delle terapie ormonali,    fluttuazione del tono dell’umore e situazione depressiva

Aree di coppia colpite, “fantasma della culla vuota”:

  1. Comunicazione di coppia, la coppia inizia a non comunicare più, ad essere collerica, conflittuale e ad adoperare un linguaggio colpevolizzante e non più emotivo.
  2. Sfera sessuale-sociale, riduzione della vita extra-coppia
  3. Riduzione dell’interesse per la carriera e per “altro” rispetto al concepimento.
  4. Riduzione della vita sociale, evitamento di altre coppie e familiari con bambini.

Tutte le occasioni sociali che propongono la presenza di bambini, rievocano il “fantasma della culla vuota”, fanno riemergere l’impotenza a generare.
La sofferenza è lacerante, associabile ad ansia e stress vissute in occasione di una malattia terminale o a dolore cronico.

 

Supporto alla coppia infertile: progetto del centro di riproduzione assistita

La prima tappa è sicuramente la presa in carico della coppia, con i suoi aspetti più profondi, intimi e dolorosi. La coppia viene accolta, seguita e contenuta durante tutte le fasi correlate alla condizione di infertilità: dalla diagnosi, alle possibili PMA.
La coppia inoltre, va tutelata ed aiutata ad elaborare l’accaduto, restituendo ai partners, gioia, serenità e capacità di amarsi ancora, a prescindere dalla possibilità procreativa.

Tra gli obiettivi del centro annoveriamo:

  1. Indagine psicologica per valutare pregressi conflitti ed aree sane   da potenziare durante i momenti di difficoltà .
  2. Diagnosi di eventuali disfunzioni sessuali maschili e femminili pregresse o consequenziali l’infertilità.
  3. Lavoro combinato tra mente e corpo, personalizzando ed umanizzando le tecniche di PMA
  4. Lavoro finalizzato al ritrovamento di un perfetto equilibrio ormonale e psichico, durante le varie fasi delle PMA
  5. Supporto psicoterapico per garantire un’ottima qualità della vita a prescindere dal risultato.

Oggi in clinica, si ravvisa la necessità di un approccio multifattoriale che approfondisca oltre la dimensione biologica-funzionale, le componenti intrapsichiche, sociali e relazionali-sessuali correlate alla coppia ed alla condizione di infertilità.

La coppia infertile necessita di cure, di assistenza e di un adeguato supporto psicologico. Il counselling psicologico, sempre previsto nei centri di fecondazione assistita, è parte integrante di un percorso di cura e di presa in carico degli aspetti più intimi della coppia infertile, mai avulsi dall’aspetto ematochimico e dai controlli ecografici.

 

Lavoro sulla coppia e sul recupero della “qualità di vita”

Quando i partners non riescono a diventare genitori, uno degli obiettivi è tentare di far sì che rimangano “coppia”, mediante un lavoro sul recupero della qualità di vita.

1-Lavoro sull’immagine di sé: la donna che non riesce ad avere figli estende questa disfunzione dall’utero a tutta la sua persona, percependosi come svalutata e danneggiata (utero vuoto, mente piena).

2- Lavoro sull’armonia di coppia: la coppia, supponendo che fosse precedentemente sana, in atto è reduce da un percorso stressante e doloroso sul piano psico-fisico, percorso che crea acredine, tensione e la ricerca del colpevole.

3- Lavoro sulla progettazione di vita reinvestimento emozionale sulla “coppia” con progetti a breve, medio e lungo termine (dalla vacanza estiva, all’adozione).

4- Lavoro sulla sessualità: sgombrata la camera da letto da fantasmi di generatività, si può reinventare una sessualità sana. Sessualità senza finalità procreativa, sessualità gioiosa-ludica, sessualità che non tenga più conto dei tempi biologici, ma che ascolti ed assapori il desiderio del partner.

5- Lavoro sul desiderio (terapia di coppia).

6- Lavoro sull’elaborazione del lutto:
L’elaborazione del lutto è quel processo psichico, che implica il riconoscimento graduale dell’oggetto perduto. Porta a superare una perdita o un’esperienza dolorosa.
Il lutto si accompagna ad un certo livello di identificazione con l’oggetto perduto e può essere suddiviso in tre stadi:

1- Stadio della protesta e del diniego/rifiuto della perdita, la paziente si sente incredula, prova rabbia, rimproverando se stessa ed i medici.

2- Stadio della rassegnazione, accettazione o disperazione, viene ammessa la realtà della perdita e sopravviene il dolore.

3- Stadio del distacco la paziente/coppia abbandona “l’oggetto” e si adatta a vivere senza di esso.

Se il lutto ha luogo normalmente, la paziente supera la perdita e diventa capace di rimettersi in discussione sul piano psicofisico, preparandosi così ad eventuali altri cicli di PMA.

 

Infertilità totale

Nei casi di infertilità totale, quando nemmeno le tecniche di PMA consentite in Italia possono assicurare una gravidanza, la fecondazione eterologa è l’unica strategia terapeutica possibile.

Questa metodica però, non è permessa in Italia, così molte coppia sono costrette a recarsi in altri paesi per poterla attuare. La fecondazione eterologa si verifica quando il seme o l’ovulo (ovodonazione) provengono da un donatore esterno alla coppia, dalla banca del seme o degli ovociti.

La coppia, in questo caso, necessita di una preparazione psicologica adeguata, poiché a livello simbolico il concepimento mediante queste modalità, evoca l’idea di un “tradimento autorizzato e medicalizzato”.
Molti centri italiani di fecondazione assistita, che inviano le coppie all’estero, richiedono questo supporto pre e post-impianto, al fine di garantire e tutelare la salute psichica della coppia.

 

Conclusioni: “Utero vuoto, mente piena”, l’aspetto simbolico dell’infertilità

Diventare genitori non è solo un fatto biologico, ma un percorso emotivo, sociale e soprattutto intrapsichico del singolo e della coppia.

Una donna/uomo che non riesce a portare a termine questo progetto di vita, vive una condizione di mutilazione della sua esistenza, esattamente come un lutto.

Cosa spinge i partners a non arrendersi ed a rivolgersi ai centri di fecondazione assistita?

Il desiderio/bisogno di far proseguire la loro stessa vita.
Non esiste un’equazione univoca, uguale per tutte le coppie, ma esiste sicuramente un solco invisibile di infelicità e disagio psichico, che si interseca al vuoto ed al desiderio/bisogno di un ”utero pieno”, vibrante, abitato dalla vita e non dal nulla.

 

 

Bibliografia

  • Cipolla.1996  “Sul letto di Procuste. Introduzione alla sociologia della sessualità”. Franco Angeli Milano.
  • Giddens 1995 “La trasformazione dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società moderne” Il Mulino Bologna
  • Ruspini 2009 “Uomini e corpi. Una riflessione sui rivestimenti della mascolinità” Franco Angeli.
  • Giommi Perrotta “Educazione sessuale come prevenzione. Nuovi modelli per la famiglia, la scuola, i servizi” Edizioni del Cerro Pisa.
  • Marco Inghilleri- Ruspini 2011 “ Sessualità narrante” Franco Angeli
  • Helen Singer Kaplan “manuale di Terapia sessuale” Feltrinelli.1992
  • Helen Singer Kaplan “I disturbi da desiderio sessuale” Mondadori 1994 Helen Singer Kaplan “Nuove terapie sessuali” Bompiani.2000
  • Simonelli-Morelli-Petruccelli “Le disfunzioni sessuali, attuali orientamenti in sessuologia clinica” Francoangeli Editore. 2004
Data pubblicazione: 20 ottobre 2013

Autore

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Laureata in Psicologia nel 1992 presso La Sapienza-Roma.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia tesserino n° 1048.

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