Il priapismo: danno organico, complicanze psico-sessuologiche

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il priapismo è un'urgenza uro-andrologica, la cui complicanza è di natura psico-sessuale e relazionale. Il possibile danno permanente obbliga il paziente alla paura delle ricadute ed all'utilizzo di protesi peniene, dovendo così rivisitare mentalmente e riadattare psico-fisicamente la sua sessualità. Medico e psicologo lavorano in team

Questo articolo è la sintesi di un lavoro in fase di stampa redatto a quattro mani con gli andrologi della Sia, società italiana andrologia.

Si è pensato di affrontare le più svariate disfunzioni sessuali o alcune complicanze uro-andrologiche da vari punti di vista, tenendo sempre presente il benessere del paziente a trecentosessanta gradi, senza mai dimenticare la sua qualità di vita – psico-fisica - e le dinamiche della sua coppia.

Il termine “priapismo” deriva dal nome della divinità Priapo, nell’immaginario collettivo potenza virile della Grecia, rappresentato sempre con un pene eretto di dimensioni spropositate.

Il priapismo è un’erezione non sessuale dolorosa che si protrae oltre le sei ore (1). Quando l’erezione si prolunga oltre questo tempo limite, può determinarsi ipossia, ipercapnia ed acidosi, complicanze del funzionamento erettivo che portano alla fibrosi delle cellule muscolari lisce, responsabili di deficit erettile permanente (1).

Il priapismo è una della urgenze in uro-andrologia, ma le complicanze sono di natura psico-sessuologica e relazionale.

Il paziente che, per svariate cause – che analizzeremo nei prossimi paragrafi – va in contro ad un danno della risposta sessuale, sarà obbligato a convivere con la paura della recidiva e, talvolta, con un deficit erettivo permanente, con chiare e conseguenti ripercussioni sulla sua qualità di vita, sulle dinamiche di coppia ed inoltre con una compromissione importante delle fasi della risposta sessuale (desiderio- eccitazione- orgasmo- risoluzione).

 

Aspetti psico-sessuologici del priapismo

La terapia psicologica del priapismo è essenzialmente il trattamento delle sue complicanze.

Il paziente con “esiti da priapismo” va incontro ad un disagio importante, amplificato dalla paura di sperimentare nuovamente la stessa condizione di sofferenza e di stress.

Il paziente vivrà la sessualità monitorandola in corso d’opera, amplificando ogni possibile sentire e spostando l’attenzione dalla dimensione del piacere e ludica alla dimensione della paura e del disagio psichico.
Il pene è un organo simbolico correlato a svariate sfaccettature della virilità e fallicità dell’uomo: associare la potenza fallica alla potenziale dimensione di dolore e, soprattutto, della mancata risposta spontanea qual è l’erezione compromette notevolmente la qualità di vita di questi pazienti.
Il priapismo, oltre alla sua manifestazione clinica veramente terrificante ed estremamente dolorosa, lascerà nel paziente una “memoria corporea disfunzionale”, rinforzata dall’ansia, dalla paura della recidiva e dalla preoccupazione di poter rivivere il dolore/disagio già provato.

 

Cause e conseguenze del priapismo

Il priapismo è una condizione clinica non frequente, ma al tempo stesso sgradevole ed invalidante. Fattori causali ed elementi predisponenti o favorenti (malattie ematochimiche e/o del microcircolo) si intersecano tra di loro per innescare tale patologia (2).

Una dellecause aggiunte di priapismo nell'adulto è l’utilizzo dell’iniezione intracavernosa di farmaci vasoattivi come la PGE-1 (alprostadil); anche papaverina e fentolamina hanno la medesima complicanza.

Più rari appaiono gli episodi di priapismo legati all’assunzione di PDE5-Is, farmaci pro-erettivi attivi per via orale (3).
Tra gli altri medicinali che possono favorire l'insorgenza di priapismo, ricordiamo gli antidepressivi fluoxetina e bupropione.

 

Gli stili di vita inadeguati e cause del priapismo ed acquisti di farmaci online

Alcunistili di vita infatti, facilitano l’insorgenza del priapismo.
In questo momento storico l’abuso di sostanze stupefacenti cammina a fianco alla crescita psico-sessuale degli adolescenti e la pornografia funge spesso da “educatore” emozionale e sessuale.

I ragazzi imparano online a fare l’amore o meglio a fare una sorta di “ginnastica da camera, da discoteca o da macchina” - spesso scevra da coinvolgimento ed all’insegna della prestazione.

Questi ragazzi, talvolta, sono anche scarsamente consapevoli del loro funzionamento sessuale, dei rischi da assunzione di farmaci in autogestione, unitamente alle droghe, queste ultime adoperate spesso come amplificatore emozionale ed ovviamente sessuale.

Il priapismo può, talvolta, essere provocato dall'abuso di droghe come la cocaina, la marijuana e l'ecstasi, unitamente all’auto-somministrazione di farmaci pro-erettivi oggi facilmente reperibili online.

Come sappiamo il mercato parallelo delle “pillole dell’amore” è in notevole aumento:
i ragazzi mossi da ansia da prestazione, dal bisogno di mettere in scena una dimensione “quantitativa” della sessualità e dal mito dei genitali grandi, acquistano facilmente online i farmaci senza una diagnosi clinica, un reale protocollo terapeutico ed ovviamente non valutando i rischi.

Molti ragazzi non sanno cosa sia la prevenzione e non conoscono il concetto di qualità di vita e di qualità di vita sessuale; in questi soggetti, l’utilizzo delle droghe e dell’alcool viene spesso adoperato come antidepressivo edansiolitico e funge da disinibitore del comportamento sessuale, facilitando e potenziando invece l’ansia da prestazione, l’ansia da dimensione, con gravi e spesso irreversibili conseguenze sulla salute: tra queste, appunto il priapismo con le sue conseguenze.

 

Cosa fare in presenza di priapismo

Il priapismo va affrontato e risolto entro 6 ore, tempo oltre il quale inizia l’irreversibile processo di fibrosi cavernosa (3). La prima cosa da fare è sicuramente rivolgersi all’uro-andrologo il più presto possibile, per evitare che i danni diventino permanenti.
La terapia iniziale è medica o mini invasiva e spesso, se ben condotta, può risolvere il problema.

Una volta risolto l’episodio acuto,una strategie preventiva importante è data dalla corretta identificazione dell’etiologia - inclusi gli stili di vita - per evitare la comparsa di recidive.
In questa delicata fase del colloquio clinico medico e psicologo lavorano a braccetto ed il paziente va visitato, rassicurato e condotto, mediante un counselling psico-sessuologico individuale o di coppia, verso la “qualità” della sua vita sessuale.

 

Vita con esiti del priapismo

Il priapismo è sicuramente un’urgenza uro-andrologica, ma con ovvie ripercussioni sull’aspetto psichico, relazionale e psico-sessuale del paziente. 

Le soluzioni delle complicanze date dalla fibrosi cavernosa, possono anche prevedere interventi chirurgici invasivi, quali l'impianto di protesi peniene (4).

Talvolta viene suggerito al paziente di utilizzare il vacuum device in alternativa all’impianto protesico.
In entrambi i casi il paziente (o la coppia), va tenuto per mano al fine di elaborare il lutto relativo al passaggio a questa nuova, inevitabile ed irreversibile, condizione clinica della sua sessualità.
Tutte le volte che vorrà fare l’amore, il desiderio sessuale non sarà più spontaneo, ma seguirà una programmazione al fine di una sua possibile riuscita.

In questi casi, il couselling può essere individuale o di coppia (5).

Tra gli obiettivi del counselling abbiamo:

  1. aiutare i pazienti a superare le difficoltà pratiche e simboliche
  2. fornire un’educazione sulla sessualità in generale e sulla sessualità dopo l’impatto con il priapismo e le sue cure
  3. analizzare gli stili di vita
  4. evitare le ricadute
  5. insegnare al paziente/coppia l’utilizzo del vacuum de vice
  6. insegnare al paziente/coppia l’utilizzo, non meccanico, della protesi pensiena
  7. la gestione dell’ansia
  8. la gestione del vissuto di disabilità in cui spesso verte il paziente.

La sessualità maschile – a differenza di quella femminile - è una sessualità visibile, quantizzabile e non mistificabile, che rappresenta il fulcro attorno al quale ruota la vita intima e psichica di un uomo.
Una disfunzionalità della vita sessuale si ripercuote, inoltre ed inevitabilmente, sull’identità sessuale, sulla funzione sessuale e sulla dimensione di coppia. (5)

Alla luce di queste riflessioni ci rendiamo conto di come la mutilazione della “spontaneità sessuale” genera nell’uomo importanti problematiche psichiche e relazionali, non ultimo un DE su base organica (danni permanenti da priapismo) e su base psicogena (paura della recidiva ed ansia anticipatoria da fallimento e dolore relativo al rapporto sessuale) (6).

E’ sempre utile accompagnare il trattamento medico del D.E. con il trattamento psicosessuale (Salonia et al 2012), altri autori ancora, sostengono la non utilità dal separare i due trattamenti (Jannini et al. 2010) (7) (8).

In clinica, soprattutto oggi, psiche, soma e coppia, sono un’unità somatopsichica da tenere sempre in considerazione sia in fase diagnostica che poi terapeutica.
Anche in casi di d.e ad etiologia organica, oggi si preferisce dire sempre “mista”, l’aspetto emozionale, psicologico e relazionale, va sempre analizzato e curato.

La dimensione di coppia - quando il paziente vive una dimensione di coppia -diventa spesso il fulcro su cui poter lavorare per far recuperare al paziente serenità e salute sessuale (Chevret-Méasson et al.2009) impiegando un approccio sinergico che coinvolga entrambi i partnertnella consultazione e/o terapia (9).

Questi autori sostengono che il coinvolgimento del partner nel trattamento, migliora la compliance anche in termini di durata di efficacia della terapia.
Oggi, chi si occupa di psiche e sessualità, tende sempre ad incoraggiare i pazienti a non nascondere i trattamenti relativi alla propria salute sessuale, in quanto  le omissioni nelle relazioni sono spesso controproducenti, creano imbarazzo ed inadeguatezza nel paziente ed un reale muro di comunicazione tra il paziente ed il suo partner.

Quando si verifica un danno permanente sulla sessualità, se il paziente non viene aiutato e supportato adeguatamente, la sua coppia si scompagina e viene a mancare quell’indispensabile empatia emozionale e sessuale necessaria per far funzionare ogni legame d’amore.

Bisognerebbe sempre ricordare ai nostri pazienti che l’intimità è, per definizione, la condivisione esclusiva di qualcosa, anche sgradevole e dolorosa, con un partner che si stima e di cui si ha fiducia.

Anche nel caso di ricadute di priapismo e di esiti definitivi, sarebbe utile discuterne con la partner in sede di consultazione al fine di restituire ai nostri pazienti salute, salute sessuale, serenità, allegria e qualità di vita (9).

 

Psiche, soma, coppia e sessualità danneggiata

Come sappiamo in Italia l’educazione emozionale e sessuale è la grande asssente e non è obbligatoria ed i ragazzi crescono a pane e pornografia, sconoscendo il loro funzionamento sessuale, le emozioni ad esso associate e la dimensione di spontaneità, di contraccezione e di protezione/prevenzione.

Detto questo, quando la sessualità si ammala, tutto diventa più difficile.
Il counsellig serve ad insegnare al paziente o alla coppia come adoperare il vacum o la protesi peniena, come farli diventare una sorta di preliminare erotico ed amoroso.

Questi presidi portano spesso, come effetto collaterale, quello di consentire al paziente un’erezione meccanica, avulsa dal desiderio e dalla dimensione della reciprocità e dello scambio che può lasciare il paziente ed il partner molto provati e scombussolati da questa nuova esperienza amorosa.

Limitatamente all’uso delle protesi, (11) un rischio a cui va incontro l’uomo è quello di sentirsi onnipotente e di adoperare le protesi anche in maniera non coordinata con la reale evoluzione della sua fase eccitatoria: desiderio-eccitazione-erezione-orgasmo-risoluzione (10).

La partner – che sia complice o ignara dell’accaduto - vive la sessualità in modo anomalo ed alla lunga inizierà a manifestare il suo disappunto e la sua preoccupazione; spesso il paziente avrà difficoltà a tornare sui suoi passi ed a recuperare la dimensione spontanea della sessualità.

E’ sempre utile ricordare, in sede di counselling, che la sessualità non è solo un incontro tra due genitali, ma un incontro tra persone (11).
Un altro obiettivo del counselling psico-sessuologico è quella di attivare nuovamente la comunicazione all’interno della coppia (11).
Molte sono le angosce e le paure che albergano nella mente dei partners e, spesso, contribuiscono a danneggiare la coppia anche dal punto di vista relazionale.

Il paziente dopo gli esiti del priapismo sta vivendo un reale “lutto”:

  1. lutto da danno permanente
  2. lutto da nuova sessualità
  3. lutto da protesi o altri presidi
  4. lutto da assenza di spontaneità
  5. lutto da difficile percorso di accettazione
  6. lutto da immagine allo specchio che cambia. 

Un ascolto attento ed empatico alla “coppia” diventa indispensabile.

 

Bibliografia

  1. Berger, R., Billups, K., Brock, G., Broderick, GA., Dhabuwala, CB. and Goldstein, I. (2001) Report of the American Foundation for Urologic Disease (AFUD) Thought Leader Panel for evaluation and treatment of priapism. Int J Impot Res 13(Suppl. 5): S39–43.
  2. Bivalacqua, T. and Burnett, A. (2006) Priapism: new concepts in the pathophysiology and new treatment strategies. Curr Urol Rep 7: 497–502. 
  3. Douglas, L., Fletcher, H. and Serjeant, G. (1990) Penile prostheses in the management of impotence in sickle cell disease. Br J Urol 65: 533–535.
  4. Monga, M., Broderick, G. and Hellstrom, W. (1996) Priapism in sickle cell disease: the case for early implantation of the penile prosthesis. Eur Urol 30: 54–59.
  5. Recalcati M. “L’uomo senza inconscio” Raffaello Cortina Editore, 2010
  6. Todarello O., Porcelli P. “Trattamenti in medicina psicosomatica” Franco Angeli, 2006
  7. Salonia A, Burnett AL, Graefen M, Hatzimouratidis K, Montorsi F, Mulhall JPet al. Prevention and management of postprostatectomy sexual dysfunctions part 2: recovery and preservation of erectile function, sexual desire, and orgasmic function. Eur Urol 2012; 62: 273–286. 
  8. Jannini EA, McCabe MP, Salonia A, Montorsi F, Sachs BD. Organic vs. psychogenic The Manichean diagnosis in sexual medicine. J Sex Med 2010;7: 1726–1733
  9. Chevret-Méasson M, Lavallée E, Troy S, Arnould B, Oudin S, Cuzin B. Improvement in quality of sexual life in female partners of men with erectile dysfunction treated with sildenafil citrate: findings of the Index of Sexual Life (ISL) in a couple study. J Sex Med 2009; 6: 761–769.
  10. Kaplan H.S., (1981) I disturbi del desiderio sessuale. Mondadori, Milano.
  11. 11.Kaplan H.S., (1976) Nuove terapie sessuali. Bompiani, Milano.
  12.  Dizionario Sia, Pacini editore, in fase di stampa.

 

 

 

Data pubblicazione: 17 luglio 2015

Autore

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Laureata in Psicologia nel 1992 presso La Sapienza-Roma.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia tesserino n° 1048.

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