I sogni di due preadolescenti

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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta

I sogni di due preadolescenti interpretati alla luce degli assunti junghiani. Montessori e Freud. Jung conosceva la Montessori?

Premessa

È cosa nota che Freud considerava il sogno come realizzazione non manifesta di un desiderio rimosso o represso, inconscio, nascosto ed improponibile alla coscienza. Il sogno costituisce pertanto l’appagamento mascherato di tale desiderio. 

Diversa è la concezione di Jung. Egli considerava il sogno una rappresentazione totale dell’anima del sognatore in un determinato momento della sua vita cioè uno spaccato del romanzo dell’ esistenza di una persona fornita dall’inconscio.

Per Freud il sogno è sinizetico,  cioè tende al recupero di elementi o inconsci, o scissi dall’Io, o non considerati. La loro interpretazione porta all’omeostasi, conduce cioè verso il riequilibrio della personalità. L’interpretazione per Freud è causalistica, nel senso che si cerca di comprendere e di interpretare che cosa ha prodotto il sogno, qual è l’elemento che lo ha generato, in un momento particolare della vita, e cosa ha determinato una rottura dell’equilibrio psichico del soggetto. Compresa la causa, si cerca di ricondurre il soggetto verso una pacificazione del proprio animo attraverso l’interpretazione del sogno e  il recupero delle parti staccate o perse, cause del suo disagio o della sua malattia mentale.

Per Jung il sogno è metapoietico. Il sogno tende ad indicare al soggetto la via da percorrere nel futuro, o gli elementi che devono essere recuperati nella psiche per ottenere una modificazione del proprio essere, un recupero di quelle energie psichiche che portano verso soluzioni nuove, trasformative, e che  pertanto, variando gli aspetti della psiche malata, conducono verso la guarigione. L’interpretazione per Jung è finalistica, nel senso che vanno interpretati sia i sintomi isterici, sia gli elementi del sogno che devono in qualche modo essere recuperati e che ci indicano la via per una ricostruzione della vita psichica del paziente, in vista di un cambiamento del suo essere e del suo esistere e di una trasformazione della sua vita.

Per entrambi, tuttavia, il sogno è la via maestra per conoscere l’inconscio e una gran parte di quello che lo costituisce, o che provoca il disagio o la malattia psichica.

Inoltre, per entrambi, l’interpretazione del sogno porta ad una ristrutturazione della personalità che conduce verso la via della soluzione di problemi.

La differenza si compendia, come espresso sopra, che per Freud i sogni interpretati portano all’omeostasi, cioè al riequilibrio della psiche, mentre per Jung essi portano verso la trasformazione psichica, alla metapoiesi.

Ma analizzando bene i sogni, sia secondo gli assunti freudiani, sia secondo quelli junghiani, si approda verso una soluzione di problemi inconsci e, conseguentemente verso la guarigione psichica.

Spesso, uno stesso sogno, interpretato da un punto di vista freudiano, e poi secondo un punto di vista junghiano, ha per il sognatore lo stesso valore, perché gli restituisce la serenità dell’anima, l’equilibrio, e lo proietta verso una pacificazione o una rigenerazione del suo sé.

Riporto qui di seguito il sogno è di una ragazzina di 11 anni. Esso denota una impetuosa carica edipica, ed è un sogno ricorrente che l’angustia e che le porta disagio e sofferenza.

Ma spiegarlo alla ragazzina secondo la dottrina freudiana sarebbe molto inquietante, difficile e  lei potrebbe anche rimanere sconcertata dall’interpretazione. 

E’ il caso di affidarsi ad una descrizione di carattere junghiano, che, senza togliere alcun valore al sogno,  porti ad una risoluzione più delicata e moderata, più morbida e dolce , anche se ugualmente efficace, della parziale ristrutturazione psichica della personalità della nostra alunna.

 

Sogno:

A me capita spesso di sognare che mio padre mi violenta e quando mi alzo mi sento molto strana.

All’inizio dell’adolescenza, la fanciulla si stacca progressivamente dalla dominanza della figura femminile e materna per passare a quella del “MASCHILE”.

Entrando psicologicamente nel mondo del Maschile, la fanciulla viene afferrata da qualcosa di ignoto e quasi di soggiogante. Una specie di forza misteriosa che affascina e trascina. E’ questa una forza interna che ha un potere “aggressivo” e “creativo”.

Ma la figura maschile le appare ancora violenta, forse crudele, forse pericolosa per la sua incolumità psichica e fisica.

Allora la fanciulla vive il maschile con una sorta di tremore, timore, e di sentimenti ambivalenti.

Il sognare dell’essere violentata da qualcuno può dipendere da questo modo di entrare nel mondo maschile senza un’opportuna preparazione e maturità e priva della protezione materna.

Si può anche sognare di incontrare un lupo cattivo (come successe a Cappuccetto Rosso), che può essere violento ed aggressivo e divorante. La passeggiata per il bosco dovrebbe costituire l’attraversamento che la fanciulla fa verso una maturità della persona, tragitto che dovrebbe portarla verso un’adolescenza piena e responsabile, dove il maschile non verrà più percepito come divorante. E’ vero però che Cappuccetto Rosso si attarda in questa età e poi verrà divorata dal lupo (figura maschile). Lo stesso potrebbe accadere a molte fanciulle di questa età. Ma è anche vero che poi Cappuccetto Rosso sarà liberata da una figura maschile e sarà riportata alla luce del sole, dopo un’avventura piena di ansie e di angosce.

Le fiabe ci insegnano quali potrebbero essere i risultati di una crescita affrettata o di una crescita che non tenga conto dei sani principi morali dettati e seguiti per lungo tempo dalla fanciulla, quando lei era molto attaccata alla madre.

Entrando da sola nel mondo del maschile, ella dimentica la madre e i suoi insegnamenti. Da qui i sensi di colpa. Inoltre, la fanciulla può essere presa dall’angoscia perché si è liberata dalla figura della Madre, con la quale ha vissuto con grande attaccamento per tanti anni, durante l’infanzia e la fanciullezza, per incontrare, psicologicamente, la figura maschile.

I sensi di colpa derivano, come detto, dal non ascoltare più le raccomandazioni della madre, e dal timore di aver trasgredito le regole.

Poi invece, crescendo, se dovesse ritrovarsi prigioniera di un malefico elemento maschile, a salvarla verrà un principe azzurro, l’elemento maschile buono e positivo, forte ed energico, giovane e sensibile. Egli toglierà con la sua tenerezza e con il suo sentimento la fanciulla da quell’incantesimo in cui è caduta, avviluppata nella sfera di un cerchio magico da cui non poteva uscire da sola e dentro il quale solo un eroe maschile, giovane, bello e gentile sarebbe potuto entrare per svegliare la fanciulla e portarla senza pericoli verso la luce della coscienza.

Non aver paura di questi sogni. Non aver paura della tua femminilità che sta crescendo e si sta sviluppando, non avere sensi di colpa verso tua madre e le figure femminili del tuo clan.

Crescerai ed incontrerai un giovane eroe, e lo riconoscerai. Egli ti farà felice e ti libererà da tutti questi fantasmi ed incubi che vivi adesso con grande angoscia .

Parola di psicologo.
Auguri.

 

Riporto un altro sogno di una fanciulla a ridosso della pubertà. Sogno:

Sto guardando la TV ed arriva mia sorella che piange e dice che mia madre è morta. Poi c’è il funerale, e tutti piangono. Ma sanno che non andrò. Alla fine invece io arrivo e, improvvisamente, scoppio a piangere.

Ad un certo punto della vita, e precisamente all’inizio dell’adolescenza, la fanciulla tende ad allontanarsi dalla madre, ad uscire dal suo ambito e dalla sua influenza, per cercare la propria strada, anche perché ritiene giunto il momento di diventare autonoma ed indipendente, specialmente da un punto di vista psicologico.

Ecco perché è la sorella minore che accorre portando la brutta notizia della scomparsa della madre, lo fa piangendo: piangendo, perché lei invece è ancora molto legata alla madre, e la sua adolescenza è lontana.

I parenti piangono la madre morta, mentre tu affermi che non andrai al funerale.

Il funerale non rappresenta la vera e propria morte fisica di tua madre, ma la morte psicologica dentro di te che vuoi staccarti da lei.

Poi, però, non puoi trattenerti dall’andare. In fondo non ti sei staccata così tanto da non sentire ancora il suo influsso, la sua tenera accoglienza e la sua materna protezione.

Decidendo di andare al suo funerale, ribadisci comunque il tuo desiderio della tua autonomia e della tua libera scelta.

Ma il senso di colpa ti assale, per aver cercato, forse prematuramente, di staccarti da lei e piangi disperatamente sia per il distacco, sia per averlo desiderato.

Con grandi sensi di colpa.

E’ un sogno quasi ricorrente e comune alle ragazze della tua età, ragazze che si stanno affacciando verso l’età adolescenziale che segna il progressivo distacco psicologico dalle figure parentali più strette e soprattutto dalla madre che ha rappresentato per te e per loro un valido modello di identificazione.

Adesso le ragazze appena adolescenti ritengono di poter fare a meno della figura psicologica della madre per accettare altri modelli che possono ritrovare in contesti culturali diversi da quelli della famiglia.

Ma non sempre quello che è esterno alla famiglia è positivo.

Ricordalo.
Auguri.

 

I due sogni sono interpretati alla luce degli assunti junghiani. Ma gli effetti di una terapia possono essere valutati quando il soggetto riacquista tranquillità, serenità e sicurezza, e il sogno non viene più ad invadere l’animo con  una serie di angustie , di sofferenze, di angosce.

Per tali motivi non trovo che le diverse metodologie usate da Freud e da Jung non sortiscano gli stessi effetti. Forse quella junghiana è una terapia meno “invasiva” di quella freudiana, ma alla fin fine, entrambi ci guidano verso la risoluzione di problemi che affliggono l’animo dei nostri ragazzi e ragazze.

Consapevoli di tale importanza, la psicologia evolutiva ha sempre rivestito per Freud e per la psicanalisi, come per Jung e per la psicologia analitica, un enorme valore. Non lontana da loro è Maria Montessori che, anche se su sequenze diverse, fu in Italia la grande antesignana della psicologia dello sviluppo psicologico dell’infanzia e della fanciullezza.

In questo senso la vicinanza di Freud e Jung a Maria Montessori può essere degna di attenzione, stante anche l’assunto di Freud che per guarire da una nevrosi o da un disagio psichico, anche la pedagogia e la psicopedagogia possono dare un aiuto importante e quanto mai efficace. Ma anche Jung affermava, da parte sua, che la psicoanalisi non  era il modo esclusivo per aggredire nevrosi e disagi. Per Jung anche un’esperienza mistica, o un intervento educativo potevano costituire vie importanti per la soluzioni di molti problemi psicologici. E ciò non soltanto in età evolutiva, ma anche in fase adulta.

Infine mi sembra doveroso ricordare che grande e sincera era la stima che Freud nutriva per Maria Montessori. Ciò è documentato nell’epistolario di Freud.

Quello che manca in questo scritto, tra molte altre cose,  sono notizie importanti e una riflessione approfondita dell’ influenza che la Montessori trasse dalle opere e dagli scritti di Freud. E non so molto su eventuali conoscenze che la Montessori ebbe dei seguaci ed emuli di Freud tra cui, in particolar modo, di C. G. Jung e della sua psicologia analitica.

Ma forse qualche lettore più informato può aiutarci a completare questa insufficiente postilla.

 

Pubblicato in Vita dell’Infanzia, Organo uffic. dell’Opera Naz. Montessori, di Antonio Vita

Data pubblicazione: 04 febbraio 2011

Autore

a.vita
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 1966 presso Univ. Urbino in Pedagogia.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Marche tesserino n° 200.

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