Agobiopsia della tiroide: quando e come

r.lanocita
Dr. Rodolfo Lanocita Radiologo interventista, Radiologo

La diffusione capillare dell'ecografia, oggi usata anche dagli Endocrinologi e dagli Internisti a completamento della visita ha generato la identificazione di un numero maggiore di "noduli tirodei" poi sottoposti a regolare sorveglianza nel tempo.

Introduzione

Secondo la letteratura corrente, si è assistito negli ultimi venti anni all'incremento delle diagnosi di tumori tiroidei. Non viene specificato però se tale trend sia da ricercare nella maggior sorveglianza esercitata dai Sanitari sui pazienti, la mortalità dal tumore tiroideo, considerandone tutte le forme istologiche non è infatti sostanzialmente variata.

La diffusione capillare dell'ecografia, oggi usata anche dagli Endocrinologi e dagli Internisti a completamento della visita ha generato la identificazione di un numero maggiore di "noduli tirodei" poi sottoposti a regolare sorveglianza nel tempo.

Cercheremo di illustrare il percorso che porta il Paziente alla biopsia del nodulo.

Naturalmente la natura divulgativa di questo articolo non vuole in modo alcuno sostituirsi al criterio seguito dal Curante nel prescrivere un percorso personalizzato, sulla base delle risultanze della visita, dell'anamnesi, dell'ecografia e degli esami ematochimici .

Le cause più frequenti che conducono all'osservazioni di nodularità tiroidee sono costituite dal "mal di gola", da evidenti tumefazioni del collo e da linfonodi divenuti palpabili a seguito di stimoli flogistici.

Il riscontro di uno o più noduli tiroidei è quindi per lo più occasionale, quando è allora indicato eseguire un accertamento tramite agoaspirato?

Nel caso del nodulo tiroideo solido solitario, specie se l'imaging ecografico è suggestivo di malignità o per l'evidente alterazione degli esami ematochimici specifici (volutamente non si elencano nè i criteri ecografici nè gli esami ematochimici che esulano la trattazione).

Nel caso la tiroide sia affetta da plurime nodularità in genere non viene richiesto l'accertamento per agoaspirato di tutti i noduli, qualora vi sia l'indicazione solo quelli ecograficamente "sospetti" vengono biopsiati altrimenti si procede a sorveglianza ecografica con cadenza semestrale od annuale sempre accompagnati da sorveglianza clinica ed ematochimica.

 

Esistono "categorie a rischio" per il tumore della tiroide?

Vengono sottoposti a maggior sorveglianza coloro che hanno ricevuto radioterapia sulla regione della tiroide.
Sono inoltre da includere coloro che hanno storia di familiarità per il tumore tiroideo.

 

Come si svolge la procedura bioptica?

IL Medico, presa visione degli esami della coagulazione, spiega verbalmente la procedura al paziente illustrandone le varie fasi, i rischi potenziali ed il beneficio atteso. Viene richiesta la firma  del consenso informato,  atto  tramite il quale il paziente dichiara di aver compreso la procedura e di accettarne conspevolmente i vantaggi ed il potenziale rischio.

In alcune strutture è invalsa l'abitudine di posizionare "a scopo di prudenza" un accesso venoso in caso dovesse essre necessario somministrare prontamente dei farmaci.

Il paziente viene disteso sul lettino  ecografico con il capo lievemente iperesteso in modo da rendere agevole l'accesso all'area di interesse all'operatore.

Si disinfetta l'area di appoggio della sonda ecografica mediante la quale il Medico potrà seguire in tempo reale l'avanzamento dell'ago attraverso i tessuti sino a raggiungere il bersaglio prescelto. All'ago da biopsia sarà connessa una siringa che permetterà di aspirare alcune cellule che saranno poi esaminate dal patologo per la formulazione della diagnosi.

 

Quali tipi di biopsia esistono?

Fondamentalmente il prelievo può essere effettuato in due modi:

  1. FNAB, prelievo con ago sottile
  2. biopsia istologica

Il primo tipo di prelievo è quello più diffuso, viene effettuato con aghi sottili (paragonabili o inferiori ad un ago da iniezione intramuscolare) ed il più delle volte può essere effettuato senza uso di anestesia locale (viene spalmato preventivamente sulla cute un gel anestetico).

Il secondo tipo di prelievo prevede l'utilizzo di aghi che fisicamente "tagliano" un piccolo campione di tessuto e necessita per la sua maggiore invasività della preventiva infilatrazione di anestetico locale.

 

Quanto dura la procedura?

Il tempo medio di una procedura è tra i 15 ed i 30 minuti.

 

Quanto tempo occorre per avere il risultato?

I tempi sono variabili a seconda dei carichi di lavoro del Servizio di Anatomia Patologica e possono salire sino ad una decina di giorni.

 
Data pubblicazione: 23 giugno 2012

Autore

r.lanocita
Dr. Rodolfo Lanocita Radiologo interventista, Radiologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1993 presso Univesità degli Studi di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 33001.

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