L'infiammazione silente nelle malattie reumatiche. La dieta per la prevenzione e cura

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Dr. Giuseppe Bova Reumatologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

L’Infiammazione Silente predispone a molte malattie autoimmunitarie, artriti, malattie cardiovascolari. L'alimentazione a zona dà buone speranze nel controllo

Un killer silenzioso per le malattie reumatiche: l’infiammazione silente. Come modificare il decorso con l’alimentazione e gli omega 3.

 

Introduzione 

L’Infiammazione Silente è una condizione morbosa, che predispone ad alcune delle malattie più diffuse dei nostri giorni. I sintomi iniziali sono insidiosi e quindi trascurati dal paziente.

Nel tempo avvengono squilibri ormonali con alterazioni del sistema immunitario verso l’autoimmunità. Uno dei sintomi può essere l’artrite con articolazioni rosse, calde, mobilità articolare ridotta.

Nel febbraio del 2004 il Time Magazine uscì in edizione straordinaria col titolo: “The Secret Killer Is Inflammation - Inflammation is a Secret or Silent Killer”.

Nel  marzo 2014 a Milano si è tenuto un convegno internazionale, presenti più di 500 specialisti italiani e stranieri provenienti da tutto il mondo, su “Anti-inflammation, quality of life and sports in nutrition“.

 

Dall’infiammazione alla malattia autoimmunitaria reumatica

Nelle nostre cellule è presente “il fattore di trascrizione genica detto fattore nucleare kappa B (NF-kB)”, necessario per controllore le risposte infiammatorie.

Molti sono i fattori in grado di attivare una risposta infiammatoria:

  • le invasioni da microorganismi in soggetti debilitati
  • l’alimentazione attivante l’acido arachidonico e gli eicosanoidi “cattivi”
  • gli acidi omega-6

Contemporaneamente si formano Radicali Liberi che invadono le cellule sane compromettendo la respirazione cellulare. In questa fase, un’alimentazione antiossidante (polifenoli) e antinfiammatoria con integrazione di acidi omega-3, porterebbe ad una restitutio ad integrum. Ma questo non sempre avviene, altrimenti le malattie reumatiche, autoimmunitarie, non sarebbero così diffuse.

 

Le fasi dell’infiammazione cellulare              

L’aumento dell’acido arachidonicoattiverà l’ NF-kB, che modulerà l’attivazione degli ormoni pro-infiammatori. Aumenteranno le citochine proinfiammatorie (TNF, IL1, IL6) oltre agli enzimi infiammatori COX2.

 

Conoscere i grassi

I grassi sono definiti essenziali perché sono importanti ma l’organismo non riesce a sintetizzarli. Essi sono:

  • acido alfalinoleico, un omega-3, presente nel pesce azzurro (alici, acciughe, salmone, sgombro), olio di pesce, olio di mais, noci. Gli omega-3 sono ricchi di acido docosaesaenoico (DHA), componente per il 75% dei lipidi del cervello e fibre nervose, e l'acido eicosapentaenoico (EPA), un acido grasso omega-3, che inibisce la formazione di acido arachidonico (AA).
  • acido linoleico, un acido omega-6, presente nell’olio di semi di girasole, nei cereali,frutta secca.

L’assunzione eccessiva di omega-6 compromette la formazione di omega-3 dall’acido alfa-linoleico, con funzione antagonista, si attiva l’enzima Delta—5-desaturasi, a sua volta attivato anche dall’insulina, con aumento della produzione dell’acido arachidonico. Il rapporto omega-6:omega-3 è di 10:1, invece di 5:1.

 

Segni dell’infiammazione e malattie

Da circa 20 anni è noto il rapporto col cancro, da infiammazione silente, ma con incremento anche di:

  • Alzheimer
  • Artriti reumatiche
  • Tumori
  • Coronaropatie, infarto del miocardio,   ipertensione arteriosa
  • Ictus cerebri
  • Diabete 2, dislipidemie
  • Stati depressivi
  • Allergie, intolleranze
  • Malattie autoimmunitarie
  • Dermatiti croniche come psoriasi, cellulite, lichen

 

Cause

Tra le cause dell’infiammazione, oltre alle errate abitudini alimentari, abbiamo lo stile di vita inadeguato, l’inquinamento ambientale da pesticidi ed erbicidi, lo stress cronico. Lo squilibrio ormonale che ne deriva darà ripercussioni su:

  • il sistema nervoso centrale: malattie degenerative, Alzheimer, ictus.
  • il sistema cardiovascolare: infarto, aterosclerosi.
  • il sistema immunitario: allergie, malattie reumatiche, intolleranze

 

Fattori che predispongono all’infiammazione silente e il ruolo degli ormoni

L’alimentazione ricca in carboidrati determina picchi di iperinsulinemia, ormone dell’accumulo di zuccheri, a svantaggio del glucagone necessario per l’accumulo di glucosio epatico di riserva (neoglucogenesi).

Tre sono gli ormoni pro-infiammatori responsabili dell’aumentata secrezione degli ormoni ad azione pro-infiammatoria (infiammazione silente):

  • Eicosanoidi
  • Insulina
  • Cortisolo

 

Eicosanoidi

Gli eicosanoidi sono ormoni prodotti da ogni cellula del corpo che, riversandosi nel torrente circolatorio, regolano le funzioni del sistema immunitario, cervello e cuore.

Conosciamo attualmente due serie di cellule:

  • proinfianmmatorie: prevalgono cellule di stato infiammatorio tissutale espressione di difesa attiva. Avremo malattie come artriti, coliti, asma, Alzheimer.
  • antinfiammatorie: azione opposta, soppressiva, per bloccare l’infiammazione e portare alla guarigione.

Lo squilibrio tra queste due serie, a favore della prima, porta all’ infiammazione silente.

 

Insulina

L'insulina è l'ormone che, regolando la glicemia, rifornisce di glucosio le cellule tissutali. Gli eccessi sono accumulati nel tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi.

 I carboidrati raffinati, come pane e pasta, aumentano l’insulinemia con bisogno di mangiare spesso sino a diventare obesi.

Con gli anni compare la resistenza insulinica per insensibilità dei muscoli all’azione dell’insulina.

Aumentando l’insulina aumenterà la produzione di acido arachidonico, starter dell’infiammazione silente. Nel tessuto adiposo in questi casi aumenta l’interleuchina-6 (IL-6), citochina infiammatoria, e la PCR.

 

Cortisolo

Il cortisolo è l’ormone dello stress cronico, è elevato nei soggetti sotto tensione continua. Nell’ infiammazione silente la corteccia surrenalica aumenta la produzione del cortisolo, per contrastare l’eccesso di eicosanoidi proinfiammatori.

Ripercussioni sull’organismo:

  • aumento dell’insulino-resistenza con tendenza a problemi di peso
  • diabete
  • stato cognitivo compromesso, confusione sino all’ottundimento
  • ipofunzionalità della ghiandola tiroide
  • iporeattività del sistema immunitario con facilità ad ammalarsi o a recidive infettive
  • osteopenia sino all’osteoporosi
  • dismetabolismo, ipertensione arteriosa

 

Il trattamento dietetico come terapia: la “Zona”

Il nostro corpo dimostra giornalmente la sua ”insofferenza” a questi maltrattamenti alimentari reagendo con:

  • sonnolenza postprandiale
  • stanchezza e bocca amara al risveglio
  • cefalea
  • aerofagia, gastrite, colite, gonfiore addominale
  • eruzioni cutanee, dermatiti

In Italia i pasti abbondano in cereali raffinati, zucchero, grassi idrogenati, pane e pasta. Scarseggia l’assunzione di proteine nobili come pesce, carne, formaggi magri, frutta e verdure.

Su Internet tutti danno consigli alimentari. Nascono molte diete ad ogni sorgere del sole. L’utente a questo punto non sa cosa scegliere.

Si demonizza la carne, si consiglia l’alimentazione vegetariana o vegana. Negli USA è di moda la dieta Atkins ricca in carboidrati. In Francia è diffusa la Dukan, ricca in proteine animali. La stessa dieta Mediterranea, definita patrimonio dell’umanità, ha creato nel nostro Paese molti obesi e diabetici. Tumori e malattie cardiovascolari aumentano ogni anno. I nostri bambini sono i più obesi d’Europa.

 

Ippocrate già nel 450 a.c. sosteneva l’aforisma: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”.

Mangiar sano vuol dire cibo poco elaborato, alimenti vicini all’epoca della nostra programmazione quindi molte verdure, frutta fresca e secca, pesce, selvaggina e tanta attività fisica.

Se applicassimo queste semplici regole si ridurrebbero molte delle malattie più diffuse, con un gran risparmio sulla spesa sanitaria nazionale.

Un’alimentazione salutare è stata ideata e diffusa in Italia nel 1995, grazie agli studi e ricerche del biochimico americano dr. Barry Sears, detta a “ Zona”.

E’ un’alimentazione equilibrata in tutti i suoi macronutrienti. I carboidrati rappresentano il 40% delle calorie, sono a basso carico glicemico, e sono preferite verdure, frutta, pochi cereali integrali e zuccheri. I grassi rappresentano il 30% delle calorie, sono grassi polinsaturi ricchi in acidi omega-3. Le proteine rappresentano il 30% delle calorie, sono carni e formaggi magri, con pochi grassi saturi.

Negli USA, presso l’università di Harvard, questo modello di alimentazione, riducendo i livelli di insulina e glicemia, è consigliato ai diabetici e dislipidemici.

 

In breve il metodo a “Zona” ad azione antinfiammatoria:

  • pochi grassi saturi ricchi in omega-6 e cereali raffinati.
  • i carboidrati hanno un basso carico glicemico e non provocano picchi insulinemici, responsabili della malattia silente.
  • l’iperinsulinemia postprandiale attiva l’enzima Delta-5 Desaturasi, con formazione di acido arachidonico da cui derivano gli eicosanoidi pro-infiammatori (cattivi).
  • l’assunzione di acidi essenziali Omega-3, ricchi in EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), è fondamentale per il funzionamento delle membrane cellulari dell’organismo. Sono presenti nel pesce, nell’olio di pesce, nella frutta secca. Contrastano l’effetto infiammatorio dell’acido arachidonico (AA) aumentando la produzione degli ormoni eicosanoidi “buoni”.
  • non devono mancare i cibi ricchi in polifenoli, potenti antiossidanti presenti nel vino, fruuta e verdura, Maqui, olio d’oliva extravergine.

 

La Zona “cura e previene” l’infiammazione silente. Bisogna rispettare l’associazione tra i vari macronutrienti, così si corregge il rapporto tra omega-6 e omega-3, portandolo da 10:1 a quello ideale che dovrebbe essere 2:1.

 

Gli esami per la diagnosi di infiammazione silente da parte del medico

C’è possibilità si sapere se nel nostro organismo è già presente l’infiammazione silente, prima che essa dia danni irreversibili. Essi sono:

  • AA/EPA v.n. 1,5
    E’ il valore ideale riscontrato nei giapponesi, i più longevi nel mondo, con ridotta incidenza di malattie cardiovascolari. Gli americani hanno un valore medio di 11.
  • Insulina a digiuno v.n. 5-10 uIU/ml
    Valori superiori a 10 uIU/ml sono indice, oltre che di resistenza insulinica, di uno stato infiammatorio con rischio di sviluppare malattie cardiache. Ottimale sarebbe 5 uIU/ml
  • TGL/HDL v.n. 1-2
    Dà un indicazione indiretta sulle LDL aterogene, di piccole dimensioni e aterogene, con un rapporto > 2, rispetto la presenza di LDL non aterogene, non a rischio quindi, con un rapporto < 1,5.
  • Esami della fase tardiva infiammatoria:
    • Lipoproteina A
    • Omocisteina
    • PCR

Poco utili essendo della fase tardiva.

 

Come prevenire l'infiammazione cronica

Ecco alcuni consigli semplici per la prevenzione:

  • Mantenete un peso e una forma accettabile
  • Consumate frutta fresca e verdura, frutta secca, pesce, preferibilmente salmone o pesce azzurro, olio di oliva extravergine. Limitate le carni grasse, latte e derivati, eliminate i grassi trans. 
  • Non fate uso di droghe, fumo, alcolici, troppo caffè
  • Usate alimenti ricchi in sostanze antiossidanti, come polifenoli, rosveratrolo, presenti nel vino rosso, mirtilli, maqui
  • Fate una regolare attività fisica di almeno mezzora al dì
  • Ridurre lo stress è noto a tutti ma non sempre applicabile.
  • Ricorrete all’aiuto fornito dallo yoga, training autogeno, meditazione.
  • Regalatevi una buona dormita il più naturale possibile senza ricorrere a farmaci                                        

 

 

Bibliografia

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Data pubblicazione: 10 aprile 2014

Autore

g.bova
Dr. Giuseppe Bova Reumatologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso università Padova.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Vicenza tesserino n° 2331.

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