Obesita cause terapie.

L'obesità

serafinopietromarcolongo
Dr. Serafino Pietro Marcolongo Dietologo, Medico estetico

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’obesità è una malattia e come tale, in quanto dannosa se non pericolosa per la salute, va trattata. In questo articolo vediamo quali sono le caratteristiche e quali sono gli approcci terapeutici.

Diffusione e classificazione dell'obesità

Innanzi tutto è fondamentale chiarire la differenza tra un leggero sovrappeso e un’obesità vera e propria. Il sovrappeso si affronta con soluzioni semplici e pratiche, mentre l'obesità deve essere curata seriamente.

L'eccesso di grasso è alla base dell’obesità: questo si concentra nell’organismo quando si rompe l’equilibrio tra l’energia assorbita con il cibo e quella consumata per le attività vitali.

Per questo, la diffusione dell’obesità nelle razze umane non è casuale e ciò può fornire informazioni sull’impatto dell’ambiente nella sua patogenesi.

Infatti, essa è:

  • rarissima nelle popolazioni primitive, ma la sua incidenza aumenta rapidamente nelle fasi di modernizzazione;
  • la prevalenza dell’obesità è differente nelle diverse classi sociali.

Quali sono le tipologie di obesità?

Nel tempo l’obesità è stata classificata in vari modi:

  • armonica e disarmonica,
  • stenica e flaccida,
  • statica e dinamica,
  • ginoide e androide.

Obesità ginoide e androide

Attualmente, gran parte di queste classificazioni ha perduto importanza sul piano fisiopatologico e mantiene un valore descrittivo, anche se resta clinicamente valida la distinzione di obesità ginoide e androide.

Questa distinzione dipende dalla localizzazione del grasso:

  • se è concentrato al di sotto del punto vita cingendo i fianchi, le cosce ed i glutei si parla di obesità ginoide;
  • se il tessuto adiposo è localizzato sull’addome, il tronco, il dorso e la zona sottoscapolare, allora si tratta di obesità androide.

La forma ginoide è di solito meno aggressiva, perché predomina il mite grasso sottocutaneo, che si limita a fare la parte di deposito energetico, un po’ troppo carico.

Nella tipologia androide, invece, il grasso viscerale può farla da padrone, perché molto attivo ed aggressivo.

Inutile dire che è proprio quest’ultimo il nemico giurato del paziente obeso, perché la sua azione può sfociare in pesanti danni per l’organismo che ne riducono l'aspettativa di vita:

Per approfondire:Come calcolare l' indice di massa corporea?

Cause dell'obesità

Per anni sono state valutate tutte le possibili cause della malattia, evidenziando non solo quelle genetiche, ma anche sociali, culturali e psicologiche.

Le cause favorenti l'obesità sono determinate dai seguenti fattori:

  • fattori genetici (alterazione della termogenesi, alterazione del controllo dell’appetito, deficit dei meccanismi ossidativi dei grassi);
  • fattori congeniti (influenza di fattori nutrizionali od endocrini che agiscono durante la vita intrauterina, come la malattia diabetica o l’obesità materna);
  • fattori psicologici
  • fattori acquisiti o ambientali.

In riferimento a quest'ultimo fattore di rischio possiamo indicare:

  • errate abitudini alimentari,
  • sedentarietà,
  • esistenza di altre malattie intercorrenti, come ipotiroidismo, insulinoma, ovaio policistico, lesioni del Sistema Nervoso Centrale,
  • farmaci oressigeni, come gli ansiolitici,
  • antidepressivi ed antistaminici assunti per lunghi periodi.

Per approfondire:Obesità infantile: cosa fare?

Come curare l'obesità?

L’obesità è il risultato di un rapporto positivo tra introito calorico e dispendio energetico. Pertanto, per perdere peso, l’approccio terapeutico fondamentale deve mirare a due obiettivi principali:

  • la restrizione dell’introito calorico
  • l'aumento del consumo di energia.

Per la riduzione dell'assorbimento di energia nei soggetti obesi si adottano le seguenti terapie:

  1. dietetica (costituisce l’intervento terapeutico fondamentale con regimi alimentari ipocalorici naturali, bilanciati e strettamente personalizzati);
  2. farmacologica (sostanze che riducono l’assorbimento intestinale di nutrienti e anoressanti, utilizzate in pazienti con obesità medio-gravi refrattari al trattamento dietetico e con patologie associate);
  3. chirurgica (inducendo malassorbimento per riduzione della superficie intestinale assorbente o precoce senso di sazietà per riduzione del volume gastrico);
  4. psicologico-comportamentale (conferisce al paziente obeso la capacità di controllo del suo problema di eccessiva alimentazione intervenendo sui problemi psichici che lo determinano).

Per approfondire:Obesità: quando ricorrere alla chirurgia bariatrica?

Per l’aumento della spesa energetica, l’utilità dell’attività fisica non è solo dovuta al dispendio di energie ma anche al miglioramento dell’utilizzazione muscolare dei carboidrati.

Inoltre, fare esercizio fisico associato ad una dieta ipocalorica permette un risparmio di massa proteica.

Data pubblicazione: 21 dicembre 2010

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Autore

serafinopietromarcolongo
Dr. Serafino Pietro Marcolongo Dietologo, Medico estetico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1992 presso Università degli Studi La Sapienza Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Foggia tesserino n° 4778.

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