3 dicembre: Giornata Internazionale delle persone disabili

monicacappello
Dr.ssa Monica Cappello Psicologo, Sessuologo

Disabili o meglio, DIVERSAMENTEABILI: la giornata del 3 Dicembre è dedicata a tutte le persone che vengono così definite.

Vediamo il significato del termine DISABILITA’ e HANDICAP

Con il termine “disabilità” si intende qualsiasi limitazione o perdita della capacità di compiere un’attività nel modo considerato normale per un essere umano. Le disabilità possono avere carattere transitorio o permanente ed essere reversibili o irreversibili. Possono insorgere come conseguenza diretta di una menomazione o come reazione del soggetto, specialmente da un punto di vista psicologico, ad una menomazione fisica, sensoriale o di altra natura. Si riferisce a capacità funzionali estrinsecate attraverso atti e comportamenti che costituiscono aspetti essenziali della vita di ogni giorno.

Con il termine “handicap” si fa riferimento alla condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali. L’handicap riguarda il significato assunto da una situazione o esperienza individuale quando essa si scosta dalla normalità. Lo svantaggio proviene dalla diminuzione o dalla perdita della capacità di conformarsi alle aspettative o alle norme proprie all’universo che circonda l’individuo.

Al di là delle definizioni proposte dall’OMS Organizzazione Mondiale di Sanità, chi sono i disabili? Sono proprio così diversi dai soggetti normodotati? Vivono “anche loro” emozioni e sentimenti?

In riferimento all’integrazione sociale sono stati fatti passi in avanti negli ultimi anni: sono stati affrontati temi come scuola, lavoro, famiglia, barriere architettoniche, tempo libero, prevenzione, diagnosi, riabilitazione. Sulle tematiche relative alla sessualità, invece, ci sono ancora molte difficoltà nel trattare questo argomento!

Purtroppo, ancora troppo spesso la persona con una disabilità vede negato il proprio diritto di affermarsi in una vita affettiva. E’ importante, invece, riconoscere alla persona disabile il diritto alla vita comunitaria ed il rispetto dei suoi bisogni esistenziali, compresi quelli affettivo-sessuali.

Anche coloro che sono coinvolti più direttamente da questa tematica (familiari, medici, terapisti), tendono ad ignorare il problema della sessualità e dell’amore del portatore di handicap. Esiste un atteggiamento di rifiuto e dei tabù che sono difficili da affrontare e che fanno parte di un pregiudizio più vasto, che fa considerare l’individuo disabile “più buono e puro”. Le persone con disabilità, invece, hanno bisogno e il diritto di esprimere e soddisfare le proprie esigenze sessuali, come tutti!

Un’educazione sessuale appropriata è un’esigenza necessaria per sviluppare sempre maggiori capacità per il disabile di capire le responsabilità del suo comportamento generale e sessuale, più di quanto non fosse necessario in passato quando maggiore era il suo isolamento dalla società.

Educare alla sessualità, vuole dire imparare a capire i messaggi del nostro corpo e di quello dell’altro, vuole dire individuare le potenzialità della nostra sessualità, i confini, ma anche orizzonti più vasti o diversi, superando i concetti di normalità che mal si adattano alle molteplici realtà fisiche e psicologiche degli individui.

La famiglia ovviamente ha bisogno di essere aiutata e supportata nella gestione del figlio disabile, superando la tentazione di un isolamento sociale. Affinché essa non si senta esclusa, è importante che non trovi nel sociale solo lo specchio della propria angoscia ed impotenza. Il bisogno fondamentale non è quello di ricevere consigli, ma di sentire una reale partecipazione al proprio dolore e, soprattutto, di sentirsi accettati.

Ci sono ancora molti aspetti su cui lavorare, per una completa integrazione di persone che, al di là delle loro difficoltà oggettive, hanno bisogno di esprimere liberamente le proprie emozioni e i bisogni sessuali. La persona portatrice di disabilità motoria deve imparare ad amarsi, ad amare ed accettare il proprio corpo con le sue limitazioni, ma affinché questo avvenga è necessario che essa senta di essere amata ed apprezzata da coloro che la circondano…

 

 

Data pubblicazione: 03 dicembre 2013

5 commenti

#3
Utente 200XXX
Utente 200XXX

Articolo molto interessante,che fa riflettere,soprattutto coloro i quali 'vedono' le persone diversabili, 'diverse' da quelle 'normodotate!
Dobbiamo,quindi,lavorare ancora molto per aiutare,soprattutto psicologicamente,queste persone!
Complimenti,quindi,alla dottoressa Monica Cappello che ha descritto molto bene , la situazione attuale!

#4
Dr.ssa Monica Cappello
Dr.ssa Monica Cappello

La situazione attuale purtroppo, dimostra che esistono ancora (nel 2013!!!) tanti, troppi tabù sulla disabilità, e in particolar modo, sulla sessualità nelle persone disabili.

Solo recentemente ci si sta muovendo in Italia, per l'approvazione della legge sull'Assistenza sessuale ai disabili.

L'assistente sessuale ha la sua funzione specifica per aiutare le persone disabili a vivere con serenità il rapporto con il proprio corpo, ed è una figura professionale già riconosciuta in diversi Paesi europei, come Olanda, Germania, Danimarca, Svizzera e Austria.
Qui in Italia, la forte presenza del Vaticano, sicuramente non facilita...


#5
Dr.ssa Monica Cappello
Dr.ssa Monica Cappello

Nel 1999 ho scritto una tesi di Laurea in Psicologia, dal titolo "VITA AFFETTIVA E SESSUALE NEI PARAPLEGICI", nella quale ho esposto la situazione psicologica dei portatori di handicap dalla nascita, e di coloro che, a causa di un trauma midollare o malattia, come sclerosi multipla, si ritovano a vivere la tragica esperienza della disabilità motoria...

Sono passati quasi 15 annni. Qualcosa è migliorato, ma come ho già sottolineato, ritengo che ci sia bisogno di una maggiore apertura mentale, da parte di TUTTI...

Per approfondimenti: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/702-sessualita-nei-paraplegici.html

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