Se l'azoospermia è ostruttiva... la soluzione è più semplice

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Un recente lavoro di un gruppo di andrologi brasiliani, pubblicato sul Journal of Urology, sembra confermare che una azoospermia ostruttiva, benchè sia una situazione clinica estrema, permetta un recupero non difficile, tramite tecnica percutanea, di spermatozoi dal testicolo e dall'epididimo in modo tale da permettere il loro successivo utilizzo in un tentativo di fecondazione in vitro di un ovocita.


Iniezione intracitoplasmatica di uno spermatozoo (freccina rossa)

Sono stati esaminati 146 uomini senza spermatozoi: 32 avevano una assenza congenita bilaterale dei deferenti, i condotti che portano fuori gli spermatozoi, 59 avevano subito una legatura dei deferenti e 55 avevano una ostruzione post infezione delle vie seminali.

Gli spermatozoi in tutti i casi sono stati recuperati tramite tecniche mininvasive, cioè aspirazioni percutanee con aghi ultrasottili a livello dei testicoli (TEFNA) e degli epididimi (PESA).

Il successo nel recupero è stato del 100% in presenza di una assenza congenita dei deferenti, del 96,6% nelle legature chirurgiche e del 96,3% nelle ostruzioni causate da infezioni.

Le percentuali di gravidanze ottenute, dopo tentativo di fertilizzazione assistita, utilizzando l’iniezione intracitoplasmatica di un solo spermatozoo (ICSI), sono molto simili nei tre gruppi esaminati: 34,4% nei problemi congeniti, 32,2% nelle legature chirurgiche dei deferenti (dopo vasectomia) e 36,4% nelle azoospermie dopo infezione delle vie seminali.

Questi dati ci confermano che l’assenza di spermatozoi di origine ostruttiva è una condizione clinica difficile, dove non ci sono spermatozoi, ma in cui, tramite tecniche non particolarmente invasive, è possibile recuperare spermatozoi a loro volta capaci, quando si utilizza una tecnica di fertilizzazione assistita mirata, di permettere una successiva e normale gravidanza a termine.

 

Fonte:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23174251

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/195-l-azoospermia-quando-non-ci-sono-spermatozoi.htmll-azoospermia-quando-non-ci-sono-spermatozoi

 

 

Data pubblicazione: 06 dicembre 2012

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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6 commenti

#2
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Il problema di queste tecniche (riscpetto alla microchirurgia tradizionale), a parte l' insorgenza di qualche e più di qualche ematoma, è lo scarso materiale recuperato, che spesso (40% dei casi circa, a seconda della casistica), obbliga a seconda puntura, nel caso di fallimento di ciclo ICSI. E fin qua nulla di male, che tanto buchetto più, buchetto meno. Il fatto è che le punture rispetute dell' epididimo peggiorano la qualità seminale. Dibattito come al solito apertissimo.

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Giorgio,
mi trovi sulla stessa linea di prospettive infatti io personalmente, quando adotto queste tecniche, cerco, quando posso, di non prelevare mai dall'epididimo.
Utilizzando poi aghi ultrafini, oltre i 23G, difficile avere ematomi intratesticolari e/o subcapsulari

#4
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Questa è una bella variante alla puntura tradizionale adottata dagli autori. Al prossimo provo.

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