Impotenza maschile: la sofferenza celata, aspetti medici, psicologici e sociali

Mi ha molto colpito leggere un articolo pubblicato Giovedì 7 novembre 2013 sul Secolo XIX Levante intitolato “Muore facendo sesso: mix di pillole dell’eros”, che descriveva la morte di Fabio, deceduto il 31 Ottobre scorso, all’età di 46 anni, stroncato da un infarto, durante un rapporto sessuale con la compagna.

Io sono un Neurologo, in ruolo all’Ospedale di Lavagna come Dirigente di Neurologia, e svolgo da 15 anni i test elettrofisiologici per la diagnosi di impotenza maschile neurogena. A volte traumi sul bacino, neoplasie, patologie della colonna vertebrale come ernie discali o anomalie vertebrali, posso far insorgere un’impotenza erigendi. L’impotenza maschile può insorgere anche dopo un evento banale come una prostatite, un evento febbrile, a volte compare senza cause apparenti (in questi casi va sospettata una causa vascolare e va indagata anche la funzionalità cardiaca), a volte l’esordio di impotenza è una conseguenza di un trauma ripetuto sul pavimento pelvico, come succede (per fortuna raramente) nei ciclisti, spesso consegue a malattie croniche come il diabete.

Qualunque sia la causa e qualunque sia l’età, la comparsa di impotenza erigendi viene vissuta come un dramma, un evento generante un disagio fisico e psichico pesante. L’uomo percepisce un enorme cambiamento della qualità di vita e vive ogni cosa diversamente da come la viveva prima, come se si fosse trasformato, diminuito, ridotto nel suo potere di uomo, di maschio.

Spesso il paziente sente dentro di sé svanire la sicurezza, l’autorità e la stima per se stesso, il rispetto da parte degli altri. Non è una patologia come le altre, non è facile parlarne con la moglie, i familiari, il medico. A volte il problema viene mascherato volontariamente con un malessere, una malattia, una stanchezza inspiegabile, pur di non affrontare direttamente il problema. Tra i miei pazienti ho avuto pesino un uomo che si è finto paraplegico per eliminare un diretto approccio con l’argomento sessuale.

Lo psichiatra e sessuologo francese Philippe Brenot diceva, “l’impotenza è molto più che un semplice sintomo corporeo, essa ha a che fare con la perdita di identità, ferisce crudelmente la nostra nozione del sé e pone gravi domande sul nostro futuro”.

In modo speculare, la potenza sessuale non rappresenta solo un fattore appagante e portatore di autostima nella vita di un uomo ma ne definisce spesso anche la forza personale e si associa alla posizione sociale e al potere economico e politico. La storia ci ha mostrato innumerevoli esempi di questa sorta di attrazione fatale tra sesso e potere: il potere favorisce il sesso, il sesso spesso è una delle porte per arrivare al potere e al successo.

Vittorio Emanuele II ospitava la sua amante, la “bella Rosina”, in una delle sue svariate tenute di caccia ma a corte era un continuo andirivieni di ragazze, definite “le graziose emigranti”. Le numerose amanti del duce Benito Mussolini e le donne che gli venivano portate ogni giorno in pasto a Palazzo Venezia assomigliano un po’ tristemente alle ballerine della corte craxiana e alle odierne “escort” di Palazzo Grazioli.

Quante sono le cose che gravitano intorno all’ossessione maschile circa la propria potenza sessuale: la virilità offesa, il senso di umiliazione e di solitudine che assale un uomo impotente, il disfacimento delle relazioni sessuali ed affettive tra esseri umani, dove un uomo, che vorrebbe essere invidiato e considerato da tutti uno sciupafemmine, è ora capace solo di una forma di amore idealizzato verso la propria donna, e si sente castrato di fronte ad una bellezza femminile.

Un mio paziente una volta, durante una visita di controllo, mi raccontava in lacrime le discussioni con la moglie. Mentre prima era sempre lui ad avere la meglio e riusciva a calmarla, a convincerla, poteva usare la battuta piccante per farla ridere, ora si sentiva fragile e debole nel confronto, e la moglie spesso lo definiva con le parole “mezzo uomo, pappamolla, asessuato, o femminuccia balbuziente”.

 

 

C’è poi tutto l’aspetto sociale del problema

Se è drammatico scoprirsi impotente è ancora più difficile trovare la strada per affrontare la malattia e trovare prima le risposte, poi una possibile cura. Nella nostra società attuale (ma anche nelle epoche passate) il sesso è fondamentale, è il valore che sta sopra ogni cosa, è ciò che si può ottenere con il potere, con i soldi.
E’ un privilegio più facile per chi è bello, estroverso, sicuro. Ma nello stesso tempo sopravvivono le censure, si fa difficoltà persino ad accennare l’argomento “sesso” in pubblico.

Come scrive lo storico inglese Lawrence Stone “gli esseri umani sono animali pensanti pieni di desiderio e di fantasie sessuali ma nello stesso tempo vengono guidati da codici morali e dal timore della collera divina, e consumati dal senso di colpa e dalla vergogna”.

La popolazione europea sta invecchiando perché la durata della vita si allunga e la natalità diminuisce. Raggiunti i 65, in media un uomo vivrà altri 15.8 anni, una donna 17.6.
Se la popolazione invecchia, le disfunzioni sessuali aumentano: per esempio nel 2025 la disfunzione erettile riguarderà più o meno 350 milioni di uomini. Secondo le più recenti indagini, quasi un adulto su tre soffrirebbe di disturbi sessuali. Una percentuale ancora maggiore si rassegna al problema, e non ne parla col medico e solo il 10.5% degli uomini e il 21% delle donne cerca un aiuto medico quando compare in disturbo sessuale. Solo quando i problemi sessuali datano più di sei mesi il ricorso al medico è più diffuso: rispettivamente 20.5% e 31.9% (da http://www.addioimpotenza.it/impotenza/articoli/sesso-over-50.asp).

Diventando sempre più accessibili a tutti, le soluzioni terapeutiche, in particolare gli induttori di erezione come il Viagra, il Cialis e il Levitra, chi soffre di impotenza, spesso usa come soluzione immediata queste terapie, senza che sia stato effettuato un controllo medico o che siano state analizzate le possibili cause.

Dopo il Viagra, fu chiaro che niente sarebbe più stato come prima. Noi medici ed i farmacologi siamo parte di una vera e propria industria dell’erezione alla costante ricerca di farmaci sempre più efficaci, più veloci nell’azione e più stabili nel risultato. Io sono favorevole all’uso di questi farmaci e ritengo che siano una grande risorsa terapeutica, vanno però assunti dopo controllo medico e dopo aver stabilito la posologia in base alle patologie del paziente.
Per esempio in un paziente affetto da lesione midollare o in caso di grave neuropatia periferica il Viagra è assolutamente inutile.

Torniamo adesso a Fabio.
Ciò che mi ha indotto a scrivere questo articolo è un profondo senso di rispetto per Fabio ed un’assoluta comprensione per il suo comportamento. Il senso di frustrazione, l’ansia, la voglia di fare bella figura con la compagna, il desiderio di avere un rapporto soddisfacente, sono stati sicuramente alcuni dei motivi che lo hanno indotto, come tanti, a ricorrere ai farmaci inibitori delle fosfodiesterasi di tipo 5 (Viagra, Cialis, Levitra) che permettono di migliorare l’erezione.

I suoi erano desideri legittimi, anche se lui è stato imprudente non considerando attentamente il dosaggio ed i rischi cardiaci legati all’assunzione di questi farmaci. Il desiderio di essere “adeguato” sessualmente è un fattore fondamentale nella vita di ogni uomo. Il benessere sessuale crea un rafforzamento enorme del benessere psicofisico, permette un equilibrio e una stabilità nelle relazioni esterne, produce sicurezza, definisce la propria identità, dà forza decisionale, potenzia l’autorità.

L’aspetto positivo che è emerso negli ultimi anni è che questo problema è stato analizzato, affrontato, ma forse più sotto l’aspetto pubblicitario e scenico che medico. Ogni uomo con problemi di erezione, di eiaculazione precoce, di anorgasmia, dovrebbe essere seguito da un medico. Ogni donna che decide di affrontare una mastoplastica, una plastica vaginale, una liposuzione, dovrebbe avere il supporto di un medico di fiducia che analizzi le soluzioni proposte, gli aspetti psicologici, le aspettative.

Perché la storia di Fabio serva, perché sia da stimolo ad una seria informazione sul problema, perché si crei una coscienza su un problema così serio e diffuso che vada al di là delle battute facili, ho scritto questo articolo.
Dobbiamo considerare che non solo noi adulti ma tutte le fasce di età sono coinvolte in questo complesso problema della ricerca di un equilibrio sessuale. Sempre più si sta diffondendo l’uso del Viagra, Cialis, Levitra anche nei giovani e negli adolescenti.

Se in alcuni casi questi farmaci vengono assunti solo per curiosità o per provare a sentirsi “più potente” del reale, molte volte sono acquistati su Internet dagli adolescenti per superare l’ansia da prestazione, per eliminare il rischio di essere derisi dalla ragazzina, dal gruppo, dagli amici. Chiediamoci perché succede questo: le nuove generazioni stanno imparando che sopravvive solo chi è vincente, chi eccelle ed è super in tutto, ma questa ricerca del meglio a tutti i costi l’abbiamo provocata noi.

Data pubblicazione: 11 novembre 2013

3 commenti

#1
Dr. Roberto Mallus
Dr. Roberto Mallus

Complimenti, ho letto con interesse il tuo articolo e lo condivido in pieno
Cordialmente

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta


Considerazioni generali interessanti e da meditare e soprattutto valide per quei pazienti con un disturbo dell'erezione che, senza una valutazione clinica da parte di un andrologo, pretendono di farsi una diagnosi e poi di autoprescriversi le terapie, magari consigliate da amici più o meno vicini.
Detto questo poi, per consigliare ai lettori più informazioni su queste tematiche, consiglio la lettura anche di questi articoli, sempre pubblicati su Medicitalia:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/184-quando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-che-cosa-fare.html ,

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/1234-nuove-terapie-emergenti-nel-trattamento-della-disfunzione-erettile-de.html ,

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html .


#3
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

mi associo ai complimenti dei colleghi per aver trattato anche gli aspetti sociali e psicologici che ritroviamo spesso nei nostri pazienti

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