HIV: Virus da non sottovalutare

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Questa affermazione è sostenuta dalle ultime informazioni epidemiologiche fornite dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), cioè il Centro europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, agenzia indipendente dell'Unione europea che ha creato una rete di sorveglianza sul territorio europeo e di studio della diffusione delle malattie infettive allo scopo di rafforzare le difese dei Paesi Membri dell'Unione nei confronti di queste complesse problematiche cliniche.

A questo proposito l’HIV continua ad essere un grave problema; si calcola infatti che in Europa una persona su sette non sa di essere un portatore del virus, quindi di essere infetta non avendo così accesso alle recenti terapie mirate, oggi in uso, e soprattutto rischiando di continuare a trasmettere il virus ad altre persone.

 

 

In Italia le stime parlano di 3.444 nuove diagnosi nel 2015, in leggero calo rispetto ai precedenti anni, con un’incidenza di 5.7 casi ogni 100 mila italiani o residenti in Italia.

In tutta Europa quindi ci sono centoventidue mila persone sieropositive che non sanno di esserlo e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) questa ignoranza deve essere superata se si vuole arrivare a mettere sotto controllo l’AIDS entro il 2030.

La stessa situazione interessa tredici milioni di sieropositivi nel Mondo e per questo l’OMS ha indicato le nuove linee guida con l’introduzione del “Self-testing”, cioè del test per scoprire l’infezione da soli e che si può fare anche a casa propria.

 

           

 

Secondo il nuovo rapporto OMS il tempo medio che si stima tra l’infezione e la diagnosi è di circa quattro anni, con la metà dei pazienti che scopre la sua sieropositività quando la malattia è già in fase avanzata; ancora il 42% delle nuove diagnosi interessa uomini che hanno fatto sesso con uomini, il 32% dei casi coinvolge chi ha avuto rapporti eterosessuali mentre nel 4% dei casi il responsabile di una nuova infezione è un altro fattore, ad esempio l’uso di siringhe "sporche", già usate da altri sieropositivi.

 

Fonte:

http://ecdc.europa.eu/en/healthtopics/aids/Pages/index.aspx

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/news/urologia/6832-anche-in-italia-arriva-il-test-rapido-per-l-hiv.html

https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/3657-dieci-regole-sicure-per-evitare-l-aids.html

 

Data pubblicazione: 20 gennaio 2017 Ultimo aggiornamento: 24 aprile 2017

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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6 commenti

#3
Utente 112XXX
Utente 112XXX

Secondo me il trend di infezione non è destinato a scendere ma a salire. Questo dovuto principalmente a due cause:
- Semplicità di trovare dei partner occasionali senza fatica attraverso i social network e social network specifici per incontri rendendo così di fatto il rapporto sessuale un try and error.
- Incosapevolezza del reale rischio di contagio. I miei amici ( un buon 70%) fanno sesso senza protezione con partner occasionali perchè pensano che HIV e Altri agenti patogeni non siano un reale rischio, catalogando tali infezioni ad aree geografiche "Del terzo mondo" ( e non sto parlando di persone prive di istruzione, ma di colleghi e amici con lauree in ingegneria).

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro utente,

le sue sono tutte considerazioni ed osservazioni da tener ben presenti nel considerare queste complesse e particolari tematiche cliniche.

Un cordiale saluto.

#5
Medico
Medico

Caro Giovanni,
la questione che tu poni la trovo di importanza fondamentale.
A fronte di una situazione epidemiologica ben conosciuta dagli addetti ai lavori, compresi quelli delle nostre Istituzioni Sanitarie, sono anni che non vedo sulla TV pubblica, pagata con i nostri soldi, una chiara esplicitazione del rischio che si corre praticando sesso non protetto.
Ciò è dequalificante per un paese civile o che ama definirsi tale.
Tanto più che l'età in cui si hanno i primi rapporti sessuali si è drasticamente abbassata e coinvolge una sessualità ancora acerba e impetuosa che non è capace di gestirsi senza un indirizzo corretto.
Aggiungi che la contraccezione orale, mettendo al riparo da gravidanze indesiderate, fa diventare il profilattico, che è l'unico mezzo che può "preservare" dalle più importanti MST, ancorchè non da tutte, un intruso che non si usa quasi mai.
Sicchè ci si aggrappa alla valutazione della percentuale di rischio: quanto sia rischioso un cunnilingus, quanto lo sia una fellatio recettiva con o senza eiaculazione in ore, quanto lo sia una insertiva, quanto sia rischioso un rapporto ano - genitale inertivo a fronte di uno recettivo, e via via così come da italica tradizione per cui finchè la barca va la si lasci pure andare, ricorrendo alle misure di emergenza solo quando si stia incagliando o stia affondando.
E' un problema serissimo quello che hai sollevato, peccato che il nostro Ministero della Salute non investa un EUR per chiarire a tutti come le cose stiano nei fatti e sia dotato di un sito web strutturato per chi sia uno smanettone e non per l'utente qualunque.
E le conseguenze si vedono: su 100 consulti in Malattie Infettive, oltre il 60% riguarda "terrori post attività sessule" praticata con gente sconosciuta SENZA PROFILATTICO!
Ciò comporta un aggravio delle spese per i centri MST, per l'esecuzione dei tests a 30gg e a 90gg, e in molti una indubitabile scotomizzazione del problema per cui sorge il fenomeno dei soggetti HIV sieropositivi inconsapevoli che costituiscono, loro malgrado, delle mine vaganti biologiche.
Complice una completa deregulation della prostituzione in questo nostro Paese, che è una attività redditizia, molto reddidizia, non tanto per chi la pratica ma per chi la gestisce, ma che dalla approvazione della Legge Merlin in poi fa sentire lo Stato in pace con la sua coscienza, quello stesso stato che ha sulle spalle la vergogna di detenere il Monopolio sulla vendita di VELENI, come il tabacco e l'alcol, e si limita a scrivere frasi o stampare immagini dissuasorie sui pacchetti di "bionde"a cui, ormai, gli occhi dei fumatori non fanno più caso.
Scusa il tono concitato che pervade il mio intervento e oscuralo pure se lo ritieni.
Ma è un tema dinanzi al quale l'inerzia delle "istituzioni" si appalesa in tutta la sua gravità.
Un saluto affettuoso.
Vincenzo.

#6
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Vincenzo,
non oscuro nulla; il tuo è un intervento difficilmente non condivisibile.
Sempre un caro saluto.

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