Gli inibitori di pompa protonica non sembrano spermiotossici

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Quest’affermazione, un po’ in controtendenza con altre recenti segnalazioni, la si può evincere da un lavoro appena pubblicato da un gruppo di ricercatori dell’Università dello Utah di Salt Lake City sull’Asian Journal of Andrology.

Gli inibitori di pompa protonica, tra questi ricordiamo l’esomeprazolo, l’omeprazolo, il rabeprazolo, il pantoprazolo e il lansoprazolo, sono tra i farmaci più prescritti in assoluto nel mondo e la loro indicazione terapeutica è soprattutto mirata nel trattamento delle ulcere peptiche, dei reflussi gastroesofagei, delle esofagiti da reflusso, delle gastriti e nella profilassi delle ulcere gastrointestinali.

 

 

Alcuni lavori in passato avevano prospettato un collegamento negativo tra il loro uso cronico e la qualità del liquido seminale riscontrata.

Lo studio, ora pubblicato, ha rivalutato in modo retrospettivo, cioè partendo da dati ricavati nel passato, gli eventuali effetti negativi di questa classe di farmaci sui parametri del liquido seminale considerati in una numerosa popolazione, costituita da 12.257 uomini subfertili, studiati presso l’Università dello Utah dal 2003 al 2013; 7698 maschi, sempre subfertili e che non prendevano alcun farmaco, sono stati considerati il campione di controllo.

Escluse tutte le variabili possibili e immaginabili: età, uso di altri farmaci, patologie varie ed altro ancora sono stati selezionati alla fine 248 pazienti (258 esami del liquido seminale) che per più di tre mesi avevano preso degli inibitori di pompa protonica, prima dell’esame.

 

 

Su tutti questi campioni di sperma esaminati, fatte tutte le valutazioni statistiche del caso, non è stato possibile confermare l’associazione negativa tra questi gastroprotettori e un’eventuale alterazione significativa dei parametri del liquido seminale.

Naturalmente rimane ancora molto lavoro da fare per confermare questi dati che per altro già sono orientati su una popolazione particolare di maschi e per capire se veramente gli inibitori di pompa protonica non siano capaci di alterare la fertilità di un uomo.

 

Fonte:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28879865

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/660-miti-e-realta-sul-maschio-infertile.html

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/1446-antiossidanti-radicali-liberi-e-fertilita-maschile.html

 

Data pubblicazione: 13 settembre 2017

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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