Aspirina: nuova terapia dei deficit dell'erezione?

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 Questa nuova strategia terapeutica sembrerebbe essere suggerita da un recente lavoro, presentato da alcuni urologici turchi del Dipartimento di Urologia della Medipol University di Istanbul e pubblicato ora sull’importante rivista scientifica “International Urology and Nephrology”.

Lo studio in questione è una ricerca prospettica, randomizzata e controllata con placebo in doppio cieco.

 

 

A questo proposito sono stati considerati 184 pazienti con disturbi erettivi su base vasculogenica e con un volume medio alto delle piastrine; l'ètà dei pazienti andava dai 18 ai 76 anni, media intorno ai 45 anni; a selezione compiuta si sono poi fatti, a caso, due gruppi: il primo costituito da 120 uomini, trattato con 100mg di aspirina al giorno, ed il secondo composto da 64 pazienti a cui veniva dato solo una piccola pillola simile ma senza acido acetil-salicilico, cioè senza aspirina, per sei settimane

Tutti sono stati sottoposti, prima e dopo la terapia, ad una valutazione del proprio disturbo sessuale tramite un punteggio ottenuto con un questionario vidimato: l’Indice Internazionale della Funzione Erettile (IIEF-EF).

 

  

 

Alla fine dello studio gli uomini che avevano preso l’aspirina mostravano un punteggio IIEF più positivo ed aumentato, in modo significativo, a più del 75%; a questo punto gli stessi ricercatori hanno sottolineato che anche con il Sildenafil, cioè il Viagra, non si hanno tassi di successo maggiori e questi si sono posizionati tra il 48 e l’81%.

La ragione di questo successo ha spiegato Zeki Bayraktar, uno degli urologi che hanno condotto la ricerca, sembra legata al fatto che le piastrine a volumi medi alti producono dei trombossani, capaci di esercitare un’azione aggregante sulle stesse piastrine e capaci di stimolare la contrazione della muscolatura liscia delle pareti arteriose e quindi una non perfetta circolazione del sangue con possibili deficit dell’erezione.

 

  

 

Tutto chiaro pare ma ora sarà utile rivalutare questa prospettiva terapeutica anche in pazienti con patologie che hanno un più alto rischio di disturbi dell’erezione, come il diabete, l'ipertensione arteriosa o altre importanti coronaropatie.

 

Fonte:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29344879

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html

https://www.medicitalia.it/news/urologia/2670-l-uso-dell-aspirina-riduce-il-rischio-di-cancro-alla-prostata.html

 

Data pubblicazione: 10 febbraio 2018

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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2 commenti

#1
Utente 467XXX
Utente 467XXX

Buongiorno,
La notizia riportata gira da un mese sui vari forum. Ben venga questa nuova ricerca , che se confermata potrebbe dare nuove opportunità a chi soffre di DE.
Certo che però il comune mortale fatica a capirci qualcosa. Ricordo che circa 7-8 anni fa veniva riportata, anche su questo forum, una ricerca, mi pare americana, che aveva verificato come chi faceva uso continuativo di FANS, compresa l'aspirina, era molto maggiormente colpito da DE, rispetto a chi non li usava.
Viene da chiedersi: chi c'azzecca?

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

C'azzecca la clinica , cioè quello che viene confermato attraverso le varie osservazioni cliniche e mediche che nel tempo possono o meno confermare eventuali diverse e contrastanti conclusioni di ricerca.

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