Best supportive care: una novità nella terapia dei pazienti tumorali

l.stella
Dr. Luigi Stella Anestesista, Algologo

Nei Pazienti anziani affetti da patologie oncologiche o nei pazienti affetti da patologie multiple non suscettibili di terapia risolutiva si comincia a mettere in discussione la scelta fra una terapia aggressiva o, al contrario, una terapia invece basata a fornire un supporto personalizzato atto ad ottenere una sopravvivenza eguale o più lunga di quella ottenibile con terapia invasive o radicali coniugata con la migliore qualità di vita.

La best supportive care (BSC) è quindi il frutto di una decisione, basata su evidenze scientifiche, che una terapia “conservativa” è migliore, sotto alcuni aspetti, di una terapia aggressiva.

L’end point di questa decisione è la sopravvivenza coniugata con la migliore qualità di vita.

Come tutte le novità in Medicina avrà bisogno di molti aggiustamenti ed il concorso di diversi specialisti per maturare e dare i suoi frutti più utili per il Paziente, il Medico e la Società.

Da sempre la palliazione è la ricaduta passiva della decisione di interrompere la terapia causale e quindi di curare il soggetto e non più la sua patologia.

La più lunga sopravvivenza o la medesima sopravvivenza con un minor costo di sofferenza per il paziente sono quindi la base della best supportive care.

Attualmente le evidenze cliniche sono sostanzialmente viziate dal fatto  che non esiste una standardizzazione della BSC, quindi i vari lavori comparativi sono difficilmente confrontabili.

A mio avviso il tentativo di una definizione troppo stringente di BSC contraddice la finalità stessa della metodica che ha come finalità la migliore sopravvivenza del singolo.

La best supportive care potrebbe apparire come una estensione delle cure palliative, ma ciò non è completamente vero.

Le vie per arrivare alla migliore sopravvivenza sono, di necessità, strettamente legate alle esigenze del singolo caso. Anche nella medesima malattia oncologica è impossibile a priori definire una strategia standard di BSC.

A mio avviso rimane fondamentale la differenza fra terapia etiologica e terapia palliativa: la prima è volta soprattutto alla cura della malattia, la seconda è volta alla cura del paziente (palliativo nella accezione medica vuol dire protettivo da pallium in latino mantello).

La BSC è dunque riconducibile ad una anticipazione della palliazione e quindi la comparazione del prodotto fra sopravvivenza e qualità di vita rispetto ad una terapia etiologica invasiva protratta nel tempo.

L’end point di comparazione dovrebbe quindi essere posto come il prodotto fra durata della sopravvivenza e qualità di vita.

I principi della palliazione sono abbastanza ben codificati e così le metodiche di intervento farmacologico, antalgico, nutrizionale, riabilitativo, protesico, di radioterapia e chirurgia palliativa.

Sempre prendendo spunto dalla palliazione è codificato che le scopo della palliazione non è il prolungamgamento della sopravvivenza verso la quale dovrebbe essere indifferente (o non interferente sul decorso naturale con accanimenti di tipo intensivistico) , ma la qualità globale di vita del paziente inteso come elemento sociale e quindi estendendo il concetto anche al suo gruppo sociale (famiglia ).  In realtà una palliazione ben eseguita è in grado di migliorare sensibilmente la sopravvivenza pur non essendo questo il suo scopo.

Mentre la palliazione è strettamente legata al termine dell’intervento atto a sconfiggere la malattia, la BSC è  una strategia terapeutica, basata su evidenze scientifiche, di porre il cardine della terapia in un precoce affiancamento all’oncologo al chirurgo ed al radioterapista con  altre figure quali il palliativista, il riabilitatore e lo psicologo.

Questo non vuol dire che l’intervento dell’oncologo, del chirurgo o del radioterapista non rimanga essenziale, cambia la finalità della loro azione: dal fine di cercare la sconfitta della malattia tumorale con interventi massivi e rivelatisi non efficaci dalla letteratura scientifica, a interventi atti a ridurre il dolore, evitare o prevenire il sanguinamento o gli ostacoli al transito intestinale, biliare ecc.

Si tratta quindi di ridiscutere, sulla base di evidenze chiare, l’attitudine  della terapia  della malattia oncologia cominciando dai pazienti anziani e quidi suscettibili di una migliore sopravvivenza e qualità di vita mediante la BSC per poi estenderla a chi ha una patologia oncologica associata ad altra malattia importante di un organo od apparato vitale a prescindera dall’età, per giungere ad una più generale ridiscussione, sempre basata su evidenze scientifiche, della efficacia delle terapie classiche.

Basterà porre come elemento di comparazione della  terapia attuale o futura la BSC avendo come elementi di valutazione la  sopravvivenza e la migliore qualità di vita.

Anche se, come già sottolineato, una completa standardizzazione della BSC, non è utile al singolo paziente,  si dovrà comunque cercare con il consenso più ampio possibile di tutti gli attori di questa metodica di cura (paziente incluso).

 

Referenze

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Data pubblicazione: 24 marzo 2013

11 commenti

#3
Dr. Luigi Stella
Dr. Luigi Stella

L'applicazione di qualsiasi terapia e quindi anche la BSC non può prescindere dal consenso del paziente. Io sono troppo anziano per combattere guerre anche se solo ideologiche quindi non entro nel merito delle modalità con le quali si possa eprimere validamente il proprio consenso.

#5
Dr. Luigi Stella
Dr. Luigi Stella

La differenza sostanziale fra Cure Palliative e BSC è legata non tanto al momento di presa in carico del pazente quanto al fatto che la BSC è la scelta di trattare il paziente con un supporto pluridisciplinare (chirurgo, palliativista, fisiatra, oncologo, radioterapista ecc) in luogo della terapia etiologica invasiva nei pazienti classificati "gracili" (difetti di omeostasi, scarsa risposta agli stressor, malattie sistemiche non reversibili, patologie croniche gravi ecc). Ogniuno degli specialisti dell'equipe si limita a interventi palliativi (esempio chirurgia palliativa per ripristinare la canalizzazione, chemioterapia palliativa per ridurre fenomeni di massa compressivi ecc.).
Spero di aver chiarito la differenza fra pallaizione che interviene quando l'oncologo stima terminato il suo ruolo e la BSC che invece è una scelta terapeutica nei pazienti dove evidenze scientifiche mostrano che una terapia aggressiva non consente una migliore sopravvivenza o qualità di vita ripetto ad un supporto qualificato pluridisciplinare.

#6
Dr. Otello Poli
Dr. Otello Poli

Sinceramente anche io sono perplesso. Best supportive care e cure palliative mi sembrano molto sovrapporsi e non vedo pragmaticamente la utilità di distinguerle neanche semanticamente giacchè entrambe sono già nella fase di fine cura aggressiva sulla patologia dalla quale il paziente è affetto ma si rivolgono entrambe a migliorare qualità di vita e forse tempo di sopravvivenza del paziente evitando approcci demolitivi, invasivi, gravati da effetti indesiderati, ecc.
Sulla questione di merito ovverosia leniamo le sofferenze senza causare traumi iatrogeni ulteriori così da migliorare la qualità di vita sono ovviamente concorde.

#7
Dr. Luigi Stella
Dr. Luigi Stella

La differenza essenziale fra BSC e le Cure Palliative risiede nel tentativo tramite una più stringente standardizzazione di poter avere una possibilità di paragonare la sopravvivenza e la qualità di vita tra metodi interventistici (chirurgici e farmacologici) e uno standard di cure palliative. Questa esigenza è nata prevalentemente in seno alle specialità chirurgiche (urologia, ginecologia, chirurgia generale ecc) essendo aumentati in modo significativo il numero di grandi anziani o pazienti con patologie multiple ove l'indicazione interventistica si prospetta difficile.

#8
Utente 401XXX
Utente 401XXX

Argomento interessante, mia madre si ritrova in questo contesto. Ha 76 anni ha subito 18 anni fa 3 by pass coronarico, sei anni fa 2009 microdecompressione nervo trigemino risolto dopo anni di dolore, dopo 4 mesi ictus con afasia ed emiplegia parte destra, non deambula. Nonostante le mille difficoltà a distanza di 6 anni abbiamo raggiunto un buon equilibrio non abbandonandola mai e portandola sempre in giro in mezzo alla gente. Tutto finito? No a distanza dalla perdita di mio papà avvenuta un anno fa mi ritrovo un problema ancora più grande, dopo una mammografia scopriamo che ha un carcinoma invasivo g2 di circa 2 cm, dopo esami Pre operatori , nonostante siano buoni si decide di non operare perché non può sospendere la cardioaspirina e l'anestesia generale è rischiosa quindi immaginatevi la disperazione, mi piacerebbe trovare un angelo che mi porti fuori da questo incubo, scusate lo sfogo

#9
Dr. Luigi Stella
Dr. Luigi Stella

Gentile Utente,
sua madre ha, secondo la mia esperienza, una situazione che difficilmente può essere considerata da Cure Palliative.
Se ho ben compreso ha gli esiti di una cardiopatia ischemica con una profilassi secondaria.
ha avuto un ictus che ha lasciato residuati neurologici importanti ma non tali da impedire una ripresa. Purtroppo non si fa cenno allo stato di coscienza e ad eventuali deficit cognitivi.
Attualmente si è scoperto un carcinoma alla mammella che, se è stata posta una indicazione chirurgica, questa non può essere definitivamente scartata per il fatto che assume l'aspirinetta.
Se sua madre ha una volontà di affrontare i rischi e voi parenti siete d'accordo una chance a mio avviso può ancora essere data.

Cordiali saluti

#10
Utente 401XXX
Utente 401XXX

Grazie per avermi risposto. Mia mamma un deficit cognitivo temporale ma capisce anche se non si esprime, solo io riesco ad entrare in empatia con lei e a capirla facendogli anche mille domande .Il chirurgo mi ha mandato dall'oncologo il quale mi ha dato l'armatasi perché è positiva ai recettori ormonali poi fra 3 mesi ripetere esami con ecografia e se il tumore diventa un po' più piccolo si può fare la nodulectomia. Di fronte ad una decisione del genere dove
Non mi danno garanzie e soprattutto indietro non si torna, non me la sento di rischiare ... non potrei perdonarmela. La cosa che mi lascia perplessa è aspettare questi mesi se si può intervenire subito anche facendo il prelievo del linfonodo sentinella .So benissimo che il protocollo in questi casi è diverso , proprio per questo ce ne deve essere un" altro per tutti questi problemi....
La ringrazio per l'attenzione, se vorra ' darmi altro consiglio o dirmi cosa pensa Buonanotte

M

#11
Dr. Luigi Stella
Dr. Luigi Stella

Il mio consiglio è di seguire le indicazioni che le sono state date che mi sembrano valide e razionali. Spesso la fretta non aiuta!

Cordiali saluti

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