Botox e cefalea spinale: tra mito e realtà....!

stelio.alvino
Dr. Stelio Alvino Anestesista

Prendo spunto da una notizia che sta facendo il giro del mondo in queste ore tra le principali testate di informazione “on line” e inserti dedicati alla salute sul web: nuova cura della cefalea da spinale con la tossina botulinica (Botox). La “news” si rifà a una comunicazione della Mayo Clinic presentata dagli autori all'ultimo congresso dell'American Academy of Neurology svoltosi alle Hawaii e apparsa sul sito web della nota clinica il 14 aprile 2011.

 

I due Medici americani avrebbero utilizzato sperimentalmente, a fini compassionevoli ma con successo per tre anni il Botox per la cura di una fastidiosa cefalea che affliggeva un paziente da 25 anni. Non è però spiegato quale fosse in realtà la patologia di base o l'evento che aveva instaurato il meccanismo per cui riducendosi il liquido cefalo-rachidiano (quello in cui galleggia il nostro cervello e il midollo spinale per intenderci) si fosse poi scatenata, per la conseguente ipotensione del liquor, una invalidante cefalea. Nè tantomeno la modalità di somministrazione.

 

Abbiamo condotto delle ricerche sul sito della Mayo Clinic ma anche qui, purtroppo, non è stata soddisfatta la nostra curiosità. Riportiamo la notizia perchè contestualmente si afferma, anche sul sito scientifico, che una delle cause è determinata dalla puntura spinale. Una tecnica molto usata in campo anestesiologico per anestesie subaracnoidee, peridurali dove si inietta dell'anestetico locale o anche a fini diagnostici per prelevare liquor da esaminare in laboratorio e valutare infezioni (encefaliti, meningiti), disordini del sistema nervoso centrale (Guillain-Barre, sclerosi multipla) o tumori del S.N.C. Il sito afferma addirittura che tale cefalea inciderebbe addirittura per il 30% delle punture spinali! 

 

Non concordiamo su questo dato perchè la percentuale di cefalee post-spinale è in realtà oggi estremamente bassa e tuttosommato insignificante dal punto di vista statistico da quando gli aghi utilizzati si sono ridotti in calibro e foggia. Comunque tale cefalea, come descritto più volte nelle nostre consulenze su Medicitalia.it, ha un andamento benigno, una durata breve e remissione spontanea e non è affatto vero che l'unico trattamento previsto sia solo quello posturale come poi riportato da più parti su siti divulgativi.

 

Se è pur vero che risente tipicamente del beneficio posturale per cui rimanere sdraiati porta a sollievo e questo è addirittura diagnostico per capire l'origine del fastidioso mal di testa, tale trattamento non è il solo che può essere prescritto. Si beneficia anche dell'utilizzo di normali farmaci analgesici non steroidei (FANS), in particolar modo dell'acetilsalicilato di lisina in vena, dell'aumento del volume circolante del sangue che può essere ottenuto con la somministrazione di liquidi in vena o al limite con un aumento dell' apporto idrico al paziente.

 

Spesso viene effettuato il cosiddetto “blood patch” dall'anestetsita che comporta l'inoculo nello stesso punto della spinale di un piccolo quantitativo di sangue del paziente preventivamente prelevato sterilmente da una vena. Questo tappo coagulato andrebbe a chiudere subito la piccola falla, creatasi tra le fibre della meninge dal passaggio dell'ago, da cui esce il liquor determinandone poi la sua progressiva riduzione. La nostra esperienza ci ha portato a vedere cefalee anche intense ma che si risolvevano nel giro di pochi giorni. Comunque ne è consigliabile l'osservazione e il trattamento in ospedale.

 

La terapia impostata può abbreviarne il decorso ma la completa guarigione avverrà solo nel momento in cui si saranno ricostituite le fibre meningee lesionate dal passaggio dell'ago. Pertanto la notizia del paziente americano sofferente di cefalea invalidante da ben 25 anni non deve trarre in inganno perchè probabilmente legata ad altra patologia e ben venga la nuova scoperta casuale fatta dai due medici americani.

 

Rassicuriamo che le tecniche anestesiologiche utilizzate da tempo per questa manovra sono sicure, rendono l'incidenza di cefalea spinale statisticamente poco frequente rispetto all'elevatissimo numero di anestesie loco-regionali effettuate e comunque facilmente trattabili.

http://www.mayoclinic.org/news2011-sp/6244.html

http://www.mayoclinic.com/health/spinal-headaches/DS00643

 

Data pubblicazione: 21 aprile 2011

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