La colecistectomia aumenta (poco) il rischio di sviluppare un adenocarcinoma esofageo

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Da tempo si è cercato di individuare una relazione tra colecistectomia per colelitiasi e comparsa di tumori all’ apparato digerente, con risultati  non definitivi.

Un recente lavoro svedese ha studiato piu’ di 300.000 pazienti sottoposto a colecistectomia per un periodo medio di 15 anni (fino a 43) e ha dimostrato che esiste un rapporto statisticamente significativo tra colecistectomia e sviluppo di adenocarcinoma della giunzione esofago gastrica. Al contrario, non è stato trovato alcun rapporto tra colecistectomia e carcinoma squamoso esofageo.

La colecistectomia aumenta il reflusso biliare duodeno gastrico e duodeno esofageo per un meccanismo fisiopatologico noto. E’ altrettanto noto che il reflusso biliare alcalino ha un potenziale carcinogenetico maggiore rispetto al reflusso acido. Sembrerebbe quindi questa la ragione alla base del rapporto causa effetto, rapporto che vale indifferentemente nei due sessi.

A ulteriore prova di quanto riportato, non si è rilevato alcun aumento significativo nei pazienti portatori di calcoli non colecistectomizzati e tumore.

La colecistectomia è uno degli intervento chirurgici più comunemente eseguito ed è il gold standard nella terapia della colelitiasi sintomatica. I risultati di questo studio non devono ovviamente indurre a omettere un atto chirurgico efficace quando indicato, devono tuttavia far riflettere e se possibile limitare le indicazioni alla colecistectomia (https://www.medicitalia.it/minforma/chirurgia-generale/117-i-calcoli-della-colecisti-e-la-colecistectomia-laparoscopica.html) quando l’ indicazione non è ben definita.

 

BJS,98,8,1133-77,2011

Data pubblicazione: 30 agosto 2011

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

Iscriviti alla newsletter

2 commenti

#1
Utente 165XXX
Utente 165XXX

Molto interessante Dr. Favara.

Penso che quando la colecistectomia diventi un intervento inevitabile, andrebbe consigliato ai pazienti di sottoporsi ad una gastroscopia soprattutto se presentano fattori predisponenti come RGE, acalasia esofagea, ernia iatale (in questo caso andrebbe fatta anche una colonscopia, vista la triad del Saint), disfagia, fumo ecc. Specialmente perchè la maggior parte dei pazienti si presenta dal medico solo quando ha un dolore debilitante, la "scusa" della colecistectomia potrebbe essere usata per consigliare una gastroscopia a ragion delle cose che ha citato Lei Dottore e magari scoprire un esofago del Barrett (per esempio) sconosciuto al paziente. Che ne pensa?
Ritengo molto utile questa sua pubblicazione, la ringrazio per lo share.
A presto

#2
Dr. Andrea Favara
Dr. Andrea Favara

Certo, in presenza di patologie quali quelle indicate la gastroscopia è indicata ed anche quando la sintomatologia non è attribuibile con certezza alla colelitiasi.Prego.

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!