La manovra di Pringle: una storia eccezionale

valerio.sciascia
Dr. Valerio Sciascia Chirurgo generale, Senologo

La manovra di Pringle è una tecnica frequentemente utilizzata in chirurgia epatica per controllare le emorragie durante le resezioni epatiche mediante l'applicazione di un clamp o di altro strumento di compressione a livello della "porta hepatis" al forame di Winslow. Questa tecnica è effettivamente in grado di bloccare l'afflusso di sangue nel fegato mediante l'occlusione della vena porta e dell'arteria epatica. Ma chi era Pringle e com’è stata descritta per la prima volta tale tecnica?

James Hogarth Pringle nacque in Australia nel 1863 a Paramatta che oggi è una zona suburbana di Sydney. Studiò medicina all’università di Edimburgo conseguendo la laurea nel 1885. In seguito iniziò il suo training chirurgico in vari luoghi in tutta Europa. Tornato in Scozia incominciò a lavorare con Sir William McEwen e fu assunto come chirurgo alla ”Glasgow Royal Infirmary” dal 1896 al 1923. In questo periodo storico era comune per i chirurghi operare tutte le tipologie di pazienti ed eseguire sia procedure di tipo ortopedico che di chirurgia generale, solo molto tempo dopo nacque la specializzazione.

Durante questo periodo Pringle decise di descrivere una gruppo di otto pazienti che avevano subito un trauma epatico severo e che erano sotto le sue cure. L’articolo fu pubblicato sull’eminente giornale “Annals of surgery”. Degli otto pazienti tre erano affetti da una lesione epatica molto grave in concomitanza ad altre lesioni che non permisero di raggiungere la sala operatoria e un paziente che aveva una lesione trattabile che rifiutò immediatamente di sottoporsi all’atto chirurgico morendo il terzo giorno dopo il trauma.

I restanti quattro pazienti furono sottoposti al trattamento chirurgico ed è presumibilmente su questi che Pringle basò le sue osservazioni. Egli discusse la possibilità di controllare temporaneamente il sanguinamento nel fegato lesionato mediante la chiusura temporanea della vena porta a livello del limite libero del forame di Winslow. Questo avrebbe permesso di ottenere un campo chirurgico pulito nel tentativo di riparare o controllare la sede dell’emorragia del fegato.

La manovra di Pringle risultò chiaramente più valida da un punto di vista teorico rispetto al suo reale risultato nella pratica, dato che due dei quattro pazienti rimasti morirono sul tavolo operatorio; in ogni caso, due pazienti sopravvissero nel postoperatorio per morire alcuni giorni dopo. Non cerco di essere nemmeno lontanamente critico su Pringle come chirurgo in quanto i suoi pazienti potrebbero essere morti in seguito a problemi non relativi all’atto chirurgico. Quest’approccio ha resistito alla prova del tempo, è un mezzo chiave per il controllo delle emorragie delle lesioni epatiche sia in emergenza che in elezione e senza dubbio ha salvato migliaia di vite. Il lavoro originale di Pringle (che vi esorterei a leggere) è l’unico lavoro pubblicato sugli Annals of Surgery con un 100% di mortalità e l’unico con i dati più rudimentali.

Comunque, vi sono altre intuizioni interessanti, per esempio Pringle descrive il tamponamento nell’emorragia addominale e descrive come le lesioni epatiche minori possano beneficiare anche solo di un trattamento di tipo conservativo. Gli editori dell’epoca devono aver avuto l’intuizione di vedere attraverso il potenziale genuino di questa tecnica universalmente accettata! Pringle è vissuto fino all’età di 78 anni ed è morto nel 1941.

 

Fonte:

Professor Steve Wigmore http://onsurg.com/voice/blog-news/pringle-manouevre-explained-an-exceptional-story

 

Data pubblicazione: 17 marzo 2013

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!