Mastoplastica riduttiva per ipertrofia mammaria.

Ipertrofia mammaria e mastoplastica riduttiva: dieci domande comuni

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Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico

Cos'è l'ipertrofia mammaria?

L’ipertrofia mammaria è l’aumento spropositato dei tessuti che costituiscono la ghiandola mammaria e che determinano un incremento considerevole di volume del seno, fino a raggiungere anche il peso di qualche chilogrammo.

Perché alcune donne hanno il seno molto sviluppato?

La ghiandola mammaria è particolarmente esposta agli effetti della stimolazione ormonale, sia durante lo sviluppo puberale, sia durante la gravidanza. Può quindi aumentare considerevolmente, raggiungendo anche misure estreme nelle cosiddette gigantomastie.

Esistono fattori costituzionali ed anche una predisposizione di tipo eredo-familiare.

Guarda il video: Mastoplastica riduttiva e ipertrofia mammaria: benefici

L'ipertrofia mammaria può causare problemi?

Sì. L’ipertrofia mammaria, soprattutto nella forma giovanile (la cosiddetta “ipertrofia virginale”), porta inevitabilmente nel corso degli anni ad alterazioni fisiche e comportamentali.

Vi possono essere vizi posturali dovuti sia al peso sia alla naturale tendenza di nascondere il seno grande, che causano cifosi (gobba) o rotazioni (scoliosi) della colonna vertebrale e della gabbia toracica, quando una mammella pesa più dell’altra.

Possono esserci difficoltà nello svolgimento di normali attività quotidiane, nel praticare sport e più in generale nella vita di relazione sociale e sessuale.

Proprio al fine di prevenire l’insorgenza e l’aggravarsi di tali problematiche psicofisiche è necessario intervenire chirurgicamente in tempi precoci. Una volta che lo sviluppo puberale è terminato, è inutile e dannoso aspettare di più: si rischia solo di aumentare i disagi fisici e psichici.

A cosa serve la mastoplastica riduttiva?

L’intervento di riduzione mammaria o mastoplastica riduttiva, ha come obiettivo non solo la diminuzione del volume mammario, ma anche il rimodellamento delle mammelle, che spesso appaiono deformate.

Lo scopo è quello di ottenere una forma ottimale e la migliore simmetria possibile.

Per approfondire:Un nuova tecnica di mastopessi elastica in anestesia locale

Dopo la mastoplastica riduttiva si può allattare?

Sì. Esistono attualmente delle tecniche chirurgiche particolarmente sofisticate che ci consentono di asportare grandi quantità di tessuto e nello stesso tempo di lasciare inalterata la struttura della ghiandola che rimane.

Quindi, dopo l’intervento riduttivo, la donna potrà allattare.

Inoltre, molto importante, viene mantenuta la sensibilità e la retrattilità dell’areola.

La riduzione del seno aumenta il rischio di tumore?

Non esiste alcun tipo di rischio di tumore al seno connesso con l’intervento chirurgico.

Al contrario, in tutti gli interventi riduttivi è nostra condotta controllare il tessuto ghiandolare che asportiamo mediante esami istologici multipli, che ci consentono di vedere all’interno della struttura ghiandolare e scoprirne eventuali alterazioni.

Inoltre, in una mammella ridotta è molto più facile individuare dei noduli, sia con esami clinici (palpazione) che strumentali (ecografia, mammografia).

Per approfondire:Come fare l'autopalpazione del seno?

L’intervento è doloroso?

No. Pur avendo a disposizione una vasta gamma di moderni farmaci antidolorifici, generalmente non è necessario utilizzarli.

L’intervento prevede una degenza lunga?

Nella maggior parte dei casi la dimissione avviene il giorno seguente all’intervento. Il recupero è molto rapido, poiché la paziente, pur convalescente, beneficia subito di un piacevole senso di “leggerezza”.

Si vedranno le cicatrici?

Qualsiasi intervento chirurgico prevede incisioni e relative cicatrici. È evidente che noi cerchiamo di fare cicatrici più corte possibili e di nasconderle all’interno di pieghe e solchi. Inoltre, la qualità delle cicatrici è generalmente molto buona, arrivando in molti casi ad essere quasi impercettibili.

Vale la pena fare la riduzione del seno?

Come sempre, in qualsiasi intervento chirurgico, il chirurgo plastico con il paziente deve fare un bilancio tra rischi e benefici.

I rischi ci sono e devono essere opportunamente valutati con esami ematologici e clinici, considerato che l'intervento avviene in anestesia generale o sedazione profonda. Ma in un soggetto sano questi rischi sono trascurabili. In compenso, abbiamo i benefici che nel caso specifico della mastoplastica riduttiva sono evidenti.

Le tecniche chirurgiche che abbiamo a disposizione ci consentono anche grandi riduzioni, ottenendo mammelle di volume e forma ottimali. Inoltre, poter intervenire precocemente, significa ristabilire l’equilibrio psico-fisico nella paziente, prima che questo venga inevitabilmente alterato con il tempo.

Per approfondire:Mastoplastica additiva: 10 domande sull'intervento di aumento del seno

Data pubblicazione: 06 marzo 2011

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