Patologie chirurgiche della parete toracica: l'arte della ricostruzione

La parete toracica è costituita da un insieme di muscoli e strutture ossee che le conferiscono un aspetto e una consistenza simile alla corazza di un leggendario cavaliere medievale.

Di fatto uno dei suoi ruoli è quello di proteggere le strutture nobili contenute al suo interno: polmoni, cuore, grossi vasi. Ma la sua funzione non si limita a questo.

Dietro quel suo aspetto apparentemente rigido si nasconde una capacità elastica che è alla base della dinamica respiratoria e dell’equilibrio strutturale dell’intero scheletro umano.

Ad ogni atto respiratorio la parete toracica o meglio la gabbia toracica si allarga per poi restringersi aiutando così i polmoni a distendersi.

Le patologie che interessano questa complessa macchina riguardano le strutture ossee e muscolari che la compongono: le malformazioni congenite e le neoplasie della parete toracica. Il pectus excavatum e il pectus carinatum rappresentano le due facce di una medaglia: la depressione e la carenatura dello sterno. 1 caso ogni 400 nati è affetto da pectus excavatum incidenza che cambia in caso di pectus carinatum (1 caso ogni 1000 nati). Queste malformazioni riconoscono raramente una valenza fisiopatologica e per circa il 90% dei pazienti interessati costituisce un problema estetico sicuramente da non sottovalutare.

La correzione è SOLO chirurgica e la modalità è SOLO mininvasiva. Una correzione che viene letteralmente cucita addosso al paziente in base alla sua età e alla sua costituzione.

Cosi se da una parte per i pazienti giovani (range 17-22 anni) la correzione chirurgica secondo Nuss rappresenta il gold standard dall’altra la MINI-RAVITCH (così chiamata perché viene eseguita nella maggior parte dei casi con un accesso anteriore di circa 3,5 cm) lo è per la maggior parte pazienti con età superiore ai 30 anni (vedi video https://youtu.be/HGS0qUc_OPM). L’altra faccia della medaglia delle patologie che interessano la gabbia toracica sono le neoplasie: primitive, metastatiche, infiltranti. Gli interventi chirurgici per rimuoverle radicalmente un tempo risultavano delle vere e proprie mutilazioni con gravi deficit funzionali per il paziente post operatori.

Oggi le tecnologie applicate ci aiutano molto e nella maggior parte dei casi il paziente guarisce dal tumore mantenendo un profilo estetico-funzionale simile a quello pre-operatorio (vedi video https://youtu.be/P83DacwXVcU).

Il consiglio al solito è quello di affidarsi sempre a centri specializzati dove mininvasività e tecnologia sono di casa.

Data pubblicazione: 27 agosto 2016

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