Macchie rosse persistenti del Glande: Balanite e Balanopostite ricorrente? Non sempre!

luigilaino
Dr. Luigi Laino Dermatologo

Affrontiamo in questa News, un aspetto relativo ad un tema che molto spesso abbiamo approfondito in queste sedi: la balanopostite e la balanite recidivante e persistente. 

Cosa fare quando un paziente è innanzi a delle macchie rosse persistenti o recidivanti presenti sul glande o sul foglietto prepuziale interno.

Questa forma patologica clinica, squisitamente venereologica, puó attingere a diverse forme patologiche dell'uomo.

Si riconoscono difatti nell'ambito della pratica clinica, molti casi di balanopostite o balanite di tipo recidivante: ovvero una forma di infiammazione del grande e del prepuzio interno che nonostante le terapie, non passa o ancora si ripresenta più volte.

I sintomi specifici avvertiti dal paziente in queste condizioni sono:

- Senso di pizzicore o fastidio o ancora bruciore del glande e del prepuzio

- Secchezza estrema del glande 

- Secchezza del foglietto prepuzio all'interno che tende ad incollarsi sul glande

- Rossore che va e viene e si accentua in particolari momenti della giornata

 

Caso esempio:

Pz Trattato per mesi come balanite infettiva, al quale abbiamo diagnosticato un quadro immunologico cronico (B. Plasmacellulare di Zoon)

 

molto spesso, o quasi costantemente, il paziente riferisce di aver iniziato ad utilizzare sotto consiglio del farmacista o del medico di base delle terapie topiche antimicotiche.

Successivamente il paziente riferisce di aver iniziato terapie topiche cortisoniche, o l'associazione fra cortisonici e antibiotici topici.

Spesso questo tipo di terapia si può protrarre addirittura per diverse settimane, senza che il paziente venga perfezionato un test per la ricerca di agenti infettivi.

Altre volte invece il paziente riferisce di aver utilizzato il ricorso a test quali tamponi per la ricerca di germi comuni risultando magari risultati sensibili a taluni germi non patogeni 

 In queste occasioni, non di rado il paziente riferisce di aver assunto antibiotici a largo spettro per curare queste situazioni non strettamente patogene.

 

Questo è solo un piccolo elenco dei tanti errori che si compiono quando il paziente vorrebbe risolvere la situazione in pochissimo tempo, oppure senza il ricorso allo specialista di riferimento. Molto spesso difatti queste condizioni vengono molto sottovalutate dal paziente, che scopre solo dopo, quanto invece sia importante approcciare immediatamente in modo serio la malattia che lo sta affliggendo. 

 In questo contesto, il paziente appare prostrato preoccupato, ma molto più spesso sconfortato da non riuscire a risolvere questa condizione. I rapporti sessuali si fanno sempre più radi, difficoltosi, o praticamente assenti. I soldi spesi nell'acquisto di terapie disparate quasi costantemente inutili, molti. 

Cosa fare in queste condizioni? 

È necessario comprendere che la diagnosi sia sempre la cosa fondamentale da ricercare, ancor prima di utilizzare terapie fai-da-te o consigliare dal farmacista o ancora prescritte senza un postulato diagnostico preciso. 

Le ipotesi diagnostiche di fatti, molto frequentemente possono essere appannaggio non solo di situazioni infettive o recidivanti, ma soprattutto di condizioni dermatosi che non infettive di natura cronico recidivante

 In questo contesto bisogna comprendere come lo specialista di riferimento sia sempre esclusivamente il dermatologo venereologo: l'unico in grado di poter iniziare un percorso diagnostico molto attento finalizzato all'esclusione di tante condizioni infettive, ma soprattutto alla comprensione dei diversi segni clinici dermatologici che possono essere connessi con situazioni non infettive, appannaggio esclusivo dell'area genitale maschile.

 Il messaggio da portare a casa è il seguente: 

Quando un paziente scopre dei segni e dei sintomi clinici a carico dei genitali esterni, non dovrebbe subito pensare che questi siano solo ed esclusivamente correlati ad un'infezione: moltissimi sono i quadri patologici non infettivi che possono essere incentrati nell'area genitale maschile; sovente un'infezione può non essere l'attrice principale del quadro patologico, ma solo una sovrapposizione. 

 Appare quindi di fondamentale Importanza che Egli si determini subito con lo specialista di riferimento qual è il dermatologo venereologo al fine di reperire una diagnosi precisa di una terapia appropriata del caso. 

Dott. Luigi Laino

Data pubblicazione: 15 maggio 2017 Ultimo aggiornamento: 31 ottobre 2017

4 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Buon pomeriggio Dr Laino.
Da circa 3 mesi mi è stata diagnosticata una balanopostite lichenoide.
Ecco un breve riepilogo clinico:
1. tampone cutaneo glande - presenza batterio proteus mirabilis - terapia antibiotica e peniluvi con acqua e bicarbnato;
2. tampone cutaneo glande post terapia antibiotica - presenza di batterio stafilococco aureo - terapia antibiotica e peniluvi con acqua e bicarbonato.
Le due terapie hanno dato esiti non esaustivi, per cui il mio medico curante mi ha indirizzato al centro Mts dell'ospedale maggiore di Milano.
La visita è stata visiva, il dott. mi ha diagnosticato la balanopostite lichenoide di cui parlavo.
La terapia è stata la seguente:
advantan crema 2v/die per 1 week, 1v/die per 1 week, 2v/week per le ultime due week prima di un nuovo consulto; lichtena med da applicare giornalmente e peniluvio con acqua e bicarbonato.
La prima fase della terapia è stata soddisfacente, in quanto l'area di interesse si è ridotta, infatti il quadro clinico al secondo consulto medico è apparso migliorato, ragion per cui il venarologo ha sospeso la terapia advantan e mi ha prescritto edercrema 2v/die (poichè la lichtena med mi dava bruciore all'applicazione) e peniluvi con acqua e bicarbonato fino a nuovo controllo da farsi presso l'ambulatorio specifico per le balaniti.
Trascorso un mese circa, la situazione è rimasta stazionaria, nel senso che il quadro clinico non ha avuto nè miglioramenti nè peggioramenti.
Al nuovo controllo, il venarologo ha parlato di buon quadro clinico e di rifare un ulteriore controllo a settembre, interrompendo completamente la terapia, se non l'applicazione della edercrema.
Ad oggi mi trovo in una condizione migliore ma irrisolta rispetto a circa 3 mesi fa.
L'area di interesse è arrossata e a tratti biancastra, e quando faccio i peniluvi con acqua e bicarbonato, una volta asciugata l'area sento del bruciore lieve misto prurito.
Il pene non si presenta secco, per cui riesco a scoprire il glande senza problemi. Inoltre, rimane sempre abbastanza inumidito ed elastico, per cui non ho particolari problemi.
L'unico inconveniente è la presenza di questa area rossastra ed a tratti biancastra, che mi provoca lieve bruciore o prurito quando mi trovo a strofinarla o semplicemente subito dopo aver fatto i lavaggi. Le macchie rosse sono più o meno evidenti durante l'arco della giornata. Non ho problemi durante l'erezione o durante i rapporti sessuali, naturalmente sempre protetti. Ho lieve prurito soltanto una volta rimosso il profilattico.
Dal momento che la situazione permane stabilmente, vorrei capire se possa esserci una terapia risolutiva del problema.
Grazie per le sue sempre precise e considerevoli informazioni in materia, seguo i suoi consulti con molta attenzione.

#2
Utente 489XXX
Utente 489XXX

Il problema è che gli specialisti dermatologi pagati a 60-70 euro a visita sono speditivi, aggressivi se gli poni un "ma" o troppe domande, ti fanno un tampone, ti vedono per esempio Candida e subito ti prescrivono Pevisone che è anche un cortisone dunque potenzialmente dannoso per chi abbia Candida. Non fanno test più approfonditi, non determinano il ceppo di Candida, non determinano se ci sia virus..... In compenso ti allarmano giustamente sul diabete, questo lo riconosco. In tali condizioni lo specialista diventa in parte utile ed in parte dannoso. Io sono molto deluso dei due dermatologi consultati e mi guardo bene dal complicare la mia balanite he dura da un anno colle loro creme antimicotiche e cortisoniche.
La medicina allopatica fa sempre più pena, al livello ambulatoriale; solo nei grandi centri o coi bravi luminari che fanno lunghe e multiple analisi è ancora utile, oltre che nelle chirurgie e protesi. Ma per le balaniti, non si danno pena abbastanza e liquidano il paziente (invero per loro più cliente) con creme più irritanti che guarenti.

#4
Dr. Luigi Laino
Dr. Luigi Laino

Gentile utente 97601

Mi pare che sinora lei non abbia avuto la terapia giusta, semplicemente perchè manca la diagnosi corretta: dalle automedicazioni alle visite senza diagnosi, purtroppo non mi è facile interpretare i dati clinici.
Le suggerisco di procedere con una buona visita Dermo Venereologica al fine di ottenere anzitutto la diagnosi precisa!
Mi faccia sapere e saluti
Dr Laino

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