Se la “Contraccezione” fa rima con “Emancipazione”

lambertocoppola
Prof. Lamberto Coppola Ginecologo, Andrologo, Sessuologo

A mio avviso la dissociazione dell'atto sessuale dalla riproduzione ha permesso negli ultimi 50 anni alla donna di potersi affermare anche come individuo sociale, attivo in molti ambienti e soprattutto in quello lavorativo.

Il merito di questa metamorfosi è senza dubbio da attribuire a Gregory Pincus, il biologo che inventò la contraccezione orale, già conosciuto sin dal 1932 come il “Frankenstein della scienza americana” per i sui studi sulla partenogenesi. Nel 1951 ebbe un contributo di 40.000 dollari dalla signora McCormick, miliardaria americana ed amica di Margaret Sanger fondatrice del “Movimento internazionale per il controllo delle nascite”, con l’unica raccomandazione:“…Faccia tutto il possibile, vogliamo rapidamente un risultato!”. Grazie anche ai precedenti studi di Makepeace, Weinstein e Friedman, nonché alla collaborazione dei meno noti Chueg Chang e del ginecologo John Rock, venne messa a punto negli Stati Uniti la pillola orale ad azione contraccettiva (denominata ENOVID), in cui erano associati estrogeni e derivati chimici del progesterone (progestinici!) capaci di inibire l’attività ipofisaria femminile. I brillanti risultati ottenuti durante la sperimentazione clinica di massa in Portorico dall’aprile del 1956 e pubblicati poi nel 1959 dallo stesso Pincus dettero ragione ai ricercatori. Nel 1961 la pillola arriva in Europa e poco dopo in Australia con il nome di ANOVLAR.

 

Gregory Pincus, Chueg Chang e John Rock

In Italia arrivò nel ’65, ma sin dall’inizio fu disponibile in farmacia sotto prescrizione medica solo per indicazioni terapeutiche quali “menometrorragie funzionali e turbe del ciclo mestruale”, a causa dell’opposizione della Chiesa e dello Stato (all’epoca vigeva ancora il Codice Rocco ed il controllo della fecondità era considerato un "attentato all’integrità della stirpe"). Nel luglio 1968, inoltre, il Pontefice Paolo VI sconfessava come immorale l’uso della pillola nell’Enciclica Humanae Vitae. Malgrado ciò, nel 1971 in Italia, l’associazione Italiana per l’educazione Demografica (AIED) ottenne l’abrogazione dell’articolo del codice penale che vietava la propaganda e l’utilizzo di qualsiasi mezzo contraccettivo. Nel ‘76 il Ministro della Sanità abrogò le norme che vietavano la vendita della pillola anticoncezionale e, dopo 11 anni, la pillola arrivò nelle farmacie italiane riportando l’indicazione “contraccettivo” sul bugiardino e sulla scheda tecnica.

Il successo non modificò la vita di Gregory Pincus, uomo modesto e geloso della propria privacy, che dopo la “la grande avventura della Pillola” si ritirò a Boston e tornò a dividere il proprio tempo tra le lezioni all’università e il lavoro di ricerca alla Fondazione Worcester. Morì nell’agosto 1967, ucciso da metaplasia mieloide, non potendo assistere così al grande risvolto sociale ed antropologico avvenuto nel mondo femminile, anche grazie alla sua scoperta. Infatti già nel 1968, grazie alla rivolta studentesca e alla rivoluzione sessuale, la “Pillola di Pincus” diventò il simbolo di cambiamenti sociali nell’Europa Occidentale.

Tuttavia ogni conquista ha uno prezzo da pagare. Negli ultimi decenni, infatti, il tasso totale di fertilità è continuato a scendere in tutte le regioni del mondo e si prevede che continuerà a diminuire nei prossimi anni fino a crollare a 2,36 % negli anni 2020-2025.

 

Data pubblicazione: 31 maggio 2011

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