Il figlio su ordinazione

Traggo spunto per queste riflessioni da uno sconvolgente fatto di cronaca. Una donna thailandese, povera e madre di due figli, ha accettato di affittare il proprio utero ad una coppia di ricchi australiani. Inseminata col seme del committente, ha portato avanti una gravidanza gemellare. Uno dei 2 feti è risultato Down alla diagnosi prenatale. La donna però non si è sentita di abortire, per motivi religiosi.

Avvenuto il parto, la coppia ha portato via la bimba sana, lasciando alla donna il maschietto, affetto da una grave cardiopatia. E' in corso una crisi diplomatica tra Thailandia e Australia e una colletta a livello mondiale per pagare la costosa operazione, che la madre non può permettersi.

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Thailandia-il-piccolo-Gammy-edown-e-i-genitori-adottivi-lo-abbandonano-55b82cfd-83e3-4117-afeb-afb2d23add61.html 

Questo tragico episodio, al di là delle idee di ognuno, deve farci riflettere tutti su fino a che punto sia giusto spingerci nella terapia della sterilità. Le problematiche aperte dal caso sono molteplici.

E' giusto affittare l'utero di una  donna povera?
Chi è la vera madre, quella che ha fornito l'utero, quella che ha fornito il seme del marito o quella che ha fornito l'uovo, se non coincide con nessuna delle suddette?

E' giusto imporre alla donna che porta avanti la gravidanza l'aborto selettivo di uno dei 2 feti, affetto da malattia congenita, col rischio di abortire anche il feto sano?

E' giusto separare 2 gemellini appena nati, abbandonando quello malato e trattandolo alla stregua di un prodotto di scarto? Il padre biologico è lo stesso per entrambi.

Credo che, di fronte a un caso del genere, ognuno di noi, pazienti ed operatori, si debba fermare a riflettere.

 

Data pubblicazione: 03 agosto 2014 Ultimo aggiornamento: 21 agosto 2014

14 commenti

#1
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Ha fatto riflettere molto anche me.
Da un lato la tecnologia ha messo a disposizione innumerevoli strumenti per innumerevoli eventi della vita (procreazione assitita, vita "assistita", morte "assistita" ecc.), dall'altra la caduta dell'etica legata alle religioni (a causa della scarsa incidenza delle stesse, oggi) non ha ancora prodotto una "etica basata sull'umano" condivisa, e linee sufficientemente comuni. E ritengo che non avverrà.
Tuttavia una seconda riflessione: anche nella nostra Regione un emerito studioso, di fronte alla nascità di due gemelli di cui uno Down, non "ritirò" il pacco completo, lasciando il "difettoso" .. disponibile per l'adozione.
Tecnologia e dimensioni dell'umano si intrecciano in un insieme quasi inestricabile.

#2
Dr. Nunzia Spiezio
Dr. Nunzia Spiezio

Grazie per questo contributo che ci aiuta a riflettere su un tema così controverso anche alla luce delle recenti evoluzioni della legge 40. Io ritengo che se, talvolta, i frutti che la scienza ci mette a disposizione vengono perversi dalla fragile natura umana questo non ci deve scoraggiare. Altri ambiti, come per esempio quello della donazione degli organi, vengono contaminati dalla cattiveria, disonestà, aberrazione ed ingordigia umana e ciò ci fa comprendere come siamo lontani anche da quell'"etica basata sull'umano" di cui parli cara Carla Maria. A me piace pensare che di contro ai protagonisti di questa striste storia, che farà sicuramente, e talvolta strumentalmente, scalpore, ci sono di certo nel mondo centinaia di coppie che si sono assunte le loro responsabilità fino in fondo come è etico che sia. Poi Carla Maria sono d'accordo con te sul fatto che la Chiesa sta diventando sempre più assente, tranne che per condannare fermamente le PMA. In un' ottica quanto mai secolare sono però costretta a dire che è sempre più produttivo lavorare sulla prevenzione piuttosto che sull'emergenza. Ma, probabilmente, appoggiarsi sul solo messaggio "un figlio è un Dono e non una pretesa" purtroppo non è bastato.
Lucia, alle domande alla fine del tuo prezioso contributo non si può che rispondere: no, no, no, e no. Ma dico no all 'accaduto specifico contrassegnato da assenza di Carità Cristiana e pregno di infima umanità e non alla ricerca scientifica. Lo strumento rimane strumento. E' chi lo usa che ne determina le sorti.

#3
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Credo che dipenda dal tipo di etica che le persone abbracciano e dal tipo di legislazione vigente.
Sulle religioni, mi pare siano le prime a predicare bene ed a razzolare male, laddove sono scomparsi gli orfanatrofi religiosi e le opere di assistenza caritatevoli, per cui se da una parte si condanna il rifiuto del debole dall'altra non c'è tutta questa assistenza ai deboli, gratuita, ma a pagamento. E lo vediamo anche noi come un certo tipo di etica porti verso strutture sanitarie a pagamento, laddove spesso un'etica discutibile si annida proprio dove non dovrebbe.
E mi riferisco a quelle situazioni in cui l'odore si santità è coperto dal tanfo della più bassa etica.

#4
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Il mio accenno alle religioni (non solo a quella cattolica) si riferiva alla rottura dell'omogeneità delle valutazioni morali; è un fatto che una percentuale di persone molto bassa si affida alle religioni per quanto riguarda gli indirizzi etici della propria vita, come confermano le ricerche sociologiche. E dunque l'omogeneità morale che esse producevano, ora non è più punto di riferimento e punto di partenza condiviso per un ragionamento sui fatti.
Partendo da questo dato di fatto (di cui non mi interssa darne una valutazione), occorrerà trovare un altro punto di partenza per un'etica sovrapersonale che contemperi i diritti e i doveri. Altrimenti come possiamo ragionare sul caso che la collega ci porta, se non da un punto di vista strettamente personale?

#5
Dr. Sergio Formentelli
Dr. Sergio Formentelli

Ci si può ragionare dal punto di vista politico e di lotta fra il popolo ricco e quello povero, fra lo sfruttatore e lo sfruttato, fra il debole e il povero.
Al di la di ogni considerazione etica, religiosa o morale, già espressa dai colleghi, non siamo noi "occidentali", in pratica i colpevoli morali di questo fatto, i più titolati per proporre indirizzi di etica sovrapersonale o politica.
Personalmente cerco questa etica nel messaggio e nel sogno di Gesù, e non ho alcun dubbio da quale parte lui stesse (vedi la storia dei cammelli e delle crune), ma questa etica deve trovare inevitabilmente una connotazione giuridica e politica.
Ma è così impossibile togliere quel bambino a quella coppia così indegna di diventare genitore?

#6
Utente 203XXX
Utente 203XXX

Personalmente trovo indegno il comportamento della coppia australiana, pero' mi chiedo anche un'altra cosa: perche' tante coppie affrontano questi tipi di viaggi e stress emotivi invece di rivolgersi all'adozione?
Non ho idea di come sia la procedura in Australia, ma la nostra personale esperienza con l'Italia e' stata tale da far dire: una cosa da dimenticare. E a raccomandare agli amici di non provarci nemmeno. Ora, non sarebbe meglio lavorare per semplificare le adozioni ed evitare di tenere i bambini per anni negli orfanotrofi, nel nome di un malinteso "benessere del bambino" che sembra molto piu' benessere per le Onlus?

#7
Dr. Sergio Formentelli
Dr. Sergio Formentelli

Non posso che concordare con l'utente 203120.
Adozioni molto più semplici, senza vincoli come la differenza di età sopra i 40 anni, il fatto che la coppia debba essere sposata, la differenza di genere all'interno della coppia, o la stessa esistenza di una coppia.
Ogni bambino dovrebbe essere dato a chi è in grado di amarlo, indipendentemente dall'orientamento sessuale, dal fatto di essere coppia o figlio.
Ma Santa Romana Chiesa Cattolica e Apostolica non è daccordo, e non si fa. E lo afferma una persona, il sottoscritto, profondamente cristiano.
Ma non è importante.
Ritengo inoltre l'accanirsi verso la procreazione assistita (eterologa o omologa non fa nessuna differenza) anziché verso l'adozione frutto di una mentalità che ritiene il figlio come qualcosa di proprio, da possedere, e non come una creatura che ha solo bisogno dei genitori per avviarsi verso la propria autosufficienza e autonomia.

#9
Dr. Nunzia Spiezio
Dr. Nunzia Spiezio

Persona profondamente cattolica e paraticante, fuori dallo studio, non me la sento affatto di biasimare chi si rivolge ai percorsi PMA, ovodonazione compresa. Personalmente, tutti gli aspiranti genitori che ho conosciutocon tali metodi, erano anche in lista di attesa per l'adozione nazionale e internazionale. La nazionale è quella meno costosa ma anche quella più difficile perchè qui in Italia, chissà perchè, i magistrati preferiscono tenere i bambini nelle case famiglie attaccati ad una flebile speranza di patria potestà che, molte volte, gli stessi "procreatori" interessati manco vogliono o, comunque, non gli danno il giusto valore.Naturalmente la questione "giusti tempi dei processi" gioca la sua parte. Al di là di ciò io ritengo che basterebbe meno di atti scellerati come abusare o maltrattare o lasciar morire di fame a piangere un bimbo per essere decretato indegno di patria potestà. Ho visto genitori "degni di patria potestà" che lasciavano i loro figli nelle case famiglie per anni ed anni ricordandosi mai o solo a tratti di venirli a trovare, che non si presentavano nè ai colloqui con gli assistenti sociali nè con gli psicologi e che, intanto, continuavano a procreare a ciclo continuo sicura nuova futura utenza per case famiglia. Ho visto genitori che si azzuffavano per anni in aule di tribunali accusandosi l'un l'altro di abuso e maltrattamento sui propri figli i quali, in attesa che il magistrato accertasse i fatti, crescevano nelle case famiglia. E mi fermo qui. L'adozione internazionale, invece, è fatto elitario. Se non hai soldi te la scordi. Dai 10,000 ai 20,000 euro(spese di viaggio più o meno incluse) a seconda dei Paesi a cui ti rivolgi ed attese trepidanti e da un minimo di 3 anni ad un massimo di non so. Come biasimare chi si rivolge al PMA ed eterologa? qualcuno mi disse "tristemente è molto più facile adottare un uovo che un bimbo! di sicuro nell'attesa non ci diventerò vecchio".
Lucia io non so tu come la pensi a riguardo perchè hai lanciato la riflessione e basta; ma tu, non pensi che tante persone che si rivolgono all'accanimento terapeutico contro la sterilità e all'eterologa vi siano in qualche modo costrette?

#10
Dr.ssa Lucia Vecoli
Dr.ssa Lucia Vecoli

Cara Nunzia, sono perfettamente d'accordo con te che al giorno d'oggi siano molti i metodi a disposizione di coppie e single per avere un figlio. Mi sconcerta però questo episodio di sfruttamento del corpo di una giovane donna povera, che ha portato alla nascita di un bimbo Down, che poi è stato abbandonato al suo infelice destino, senza i mezzi per curarsi, come un prodotto di scarto. In fondo è il fratellino della bimba che è stata portata Australia e probabimente il figlio del padre biologico della suddetta. Io ho il massimo rispetto delle opinioni di ognuno, ma nel caso specifico penso che siamo di fronte all'ennesimo caso di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, di cui purtroppo sono vittime i poveri. Perdonami, ma questa storia mi ha profondamente turbato, come mi angoscia il fatto che basti pagare per comprarsi un organo, un uomo, una donna o un bambino per i propri scopi. La Medicina dovrebbe essere al servizio di tutti gli uomini, non solo dei ricchi.

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