Lesioni del midollo spinale, topi e chemioterapie

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Un gruppo di ricerca, coordinato da Farida Hellal del Max Planck Institute of Neurobiology, in Germania ha provato, per ora solo su topi, un farmaco utilizzato nella lotta ai tumori.

La terapia indicata sembra aiutare la “riparazione” dei neuroni danneggiati dopo una lesione midollare post-traumatica rallentando il processo di cicatrizzazione, innescato proprio dalla lesione, e, almeno nei casi meno gravi, sarebbe possibile riparare o recuperare in parte le normali  attività motorie e forse altro .
Per avere un'idea dei danni che può provocare una lesione midollare si veda anche il Minforma:
https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/216-sessualita-e-fertilita-nei-traumi-vertebro-midollari.html

Niente di clinicamente utilizzabile per ora ma sembra che la terapia miri a superare uno dei principali fattori che ostacolano la "riparazione" del midollo dopo una lesione e cioè la scarsa capacità di rigenerarsi dei prolungamenti dei neuroni che trasmettono gli impulsi elettrici da una cellula nervosa all’altra (gli assoni). Questa difficoltà a rigenerarsi è dovuta sia all’effetto inibitorio della mielina (cioè la guaina che circonda appunto gli assoni), sia allo stesso processo di cicatrizzazione post-lesionale.

I ricercatori hanno così somministrato del Paclitaxel (Taxol, un farmaco adoperato nelle terapie contro alcuni tumori che interessano l'ovaio, la mammella od il polmone) a topi colpiti da lesioni a livello del tratto toracico del midollo spinale. Dopo appena una settimana, nei topi trattati con il farmaco la cicatrizzazione diminuiva; questo perché il Paclitaxel sembra bloccare l’azione delle proteine filamentose (microtubuli), che intervengono nel complesso processo della cicatrizzazione. Il risultato della terapia, dopo 4 settimane di trattamento, è stato una ricrescita degli assoni interessati dalla lesione.

I ricercatori sostengono che, agendo sui microtubuli, si possono colpire strutture su cui convergono più circuiti molecolari e, in questo senso, quella del Paclitaxel è una terapia che aggredisce la lesione in modo più mirato e da più fronti.

Fonte : http://www.sciencemag.org/content/early/2011/01/26/science.1201148.abstract?sid=530e7792-d715-49c4-85b3-8055ca571aa5

 

Data pubblicazione: 12 febbraio 2011

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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