Cocaina, gelosia e violenza

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Le fonti sul delitto della ragazza di Enna (V.S.) sono unanimi al momento nell'indicare la cocaina come un ingrediente della vicenda. Il convivente della ragazza, reo confesso del delitto dopo un iniziale tentativo di despistaggio, avrebbe dichiarato appunto di avere consumato cocaina, e parrebbe che fosse un consumo che gli aveva già creato problemi in passato.

 

I titoli parlano di "delitto della gelosia", il che mi induce a fare qualche considerazione sul tipo di gelosia o di comportamento di possesso che la cocaina può far esplodere. Innanzitutto la cocaina agisce da eccitatore umorale, il che significa sollecitare l'iniziativa (anche come passaggio all'atto), i progetti di acquisizione, sfida, rischio, e la lettura di riferimenti a sé nella realtà. Chi usa sostanze eccitanti tende a diventare "autocentrico", ovvero percepire il mondo come qualcosa che si svolge in maniera pressante e saliente adesso intorno a sé, esigendo una risposta, un'azione, un adattamento rapido e deciso.

Come in chi si sente in corsa su un auto ad alta velocità e reagisce continuamente muovendo il volante, sterzando, clacsonando etc etc. Un solo tipo di azione non è consentita in fase di eccitamento, spontaneo o indotto da una droga, ed è "frenare". Chi è eccitato è proiettato in avanti, non attende, non lascia cadere, non lascia svanire la tensione, deve fare un'altra cosa, aggiungere, insistere, far crescere i toni. Chi è eccitato pensa di uscire da un problema con una spallata, mettendo gas, saltando ancora più in alto.

Il problema è che questo è pensato e percepito in maniera anche positiva, perché chi è eccitato si sente insieme al centro di un problema grave ma anche dotato dello spirito necessario per risolverlo in maniera rapida. Spesso chi è eccitato non vede il "dopo": nel commettere un delitto ad esempio, il "dopo" di chi è eccitato è un dopo migliore, in cui il problema sarà risolto e giustizia sarà fatta, o si sarà ottenuto quel che si voleva con un semplice atto di forza.

Non è raro che quindi chi progetta e commette un delitto lo faccia in uno stato di irrealtà in cui mentre uccide la persona è come se sognasse di uccidere la parte che non sopporta e poter poi riprendere una vita felice con un'altra parte. Inoltre, si sente "al centro" di una provocazione totale, per cui vive in uno stato d'animo in cui il mondo si svolge dentro i suoi confini, che sono quelli veri, e non viceversa (io nei confini del mondo, al quale mondo dei miei problemi importa poco o niente).

 

Il sentimento di gelosia non è quello di cui esattamente si dovrebbe parlare in questi casi. Prima di tutto perché la cocaina può produrre allucinazioni, ad esempio voci. Non lo sappiamo, ma anche la notizia che la ragazza avrebbe per sbaglio chiamato il partner con il nome del suo ex, in un momento di intimità o meno, potrebbe corrispondere ad un fatto allucinatorio. Molte persone sotto l'effetto di cocaina sentono offese, allusioni, o interpretano in maniera distorta e riferita a sé commenti o frasi generiche o scontate.

Si ricordi il caso del serial killer della Liguria, Donato Bilancia, il quale riferì che la molla per il primo omicidio fu l'aver sentito in una bisca (che lui frequentava assiduamente) il proprietario suo amico e un altro parlottare alle sue spalle e dire la frase "hai visto l'abbiamo incastrato il Valter" (suo soprannome). Quella frase, scontata (si trattava del padrone di una bisca che aveva agganciato un cliente, questo fa chi gestisce una bisca) produce in Bilancia una reazione di indignazione esasperata: lui che riteneva di essere stato "scelto" perché "importante" o "amico" nel frequentare quel posto, immediatamente legge un significato altrettanto personale ma di derisione e di minaccia, e uccide poco dopo l'amico-traditore.

Il tutto è di per sé vero, ma la molla è il punto di partenza, cioè quel senso di essere importante e gradito in maniera disinteressata da parte di due che sostanzialmente tiravano a trovare dei clienti per una bisca. Lo "scatto" è quindi inevitabile prima o poi, quando sotto l'effetto della cocaina, che anche bilancia consumava, ad un certo punto una frase diverrà spunto di offesa anziché di apprezzamento. Più l'eccitamento è violento e alto, più è probabile che la persona legga provocazioni e minacce rivolte a sé. L'eccitamento blando è euforico, quello intenso diventa paranoico. La cocaina amplificando l'eccitamento tende verso la paranoia.

Molte persone che hanno apparenti "deliri di gelosia" sotto l'effeto anche solo di alcol, non si limitano ad accusare la ex, la ragazza o la moglie di avere amanti o di andare con questo o quello. Di solito ci sono altri due elementi, e cioè il primo quello di tradire "apposta" il partner, per provocarlo, magari con l'ex, con uno più ricco, con uno più bello e così via, ma sempre con un intento di offesa, di oltraggio. Non tanto una relazione, quanto una provocazione quasi sociale, di fronte a tutti. In questa visione delle cose, anche la donna che ha tradito, magari pensa di farlo, o lo farebbe se potesse, e quindi scatta l'atteggiamento di controllo e accusa, assurdo in chi pensa lucidamente di essere oggetto di tradimento.

In altre parole: se sono convinto che la mia donna mi tradisca, inutile cercare di impedirglielo, non cambierebbe nulla. Se invece deliro, il delirio non riguarda solo il tradimento (consumato o solo possibile) ma il pensiero di dover evitare l'umiliazione pubblica, il fallimento nel proprio ruolo: questo porta a ingaggiare una guerra in cui si pensa che l'altra persona cerchi di "farcela alle spalle" e si debba invece difendere il proprio onore, o vendicarlo. Più che gelosia, il comportamento prende la via del possesso e della rivendicazione.

La pericolosità di tutto questo sta nel carattere eccitatorio del delirio, che impedisce la possibilità di una scelta di attesa, di allontanamento, di dispiacere passivo, che si osserva in altri tipi di paranoia. La persona che è sotto l'effetto di cocaina quindi farà probabilmente qualcosa, lo farà convinta in quel momento di "doverlo" fare per principio, senza uno scopo pratico, più per un senso di risposta ad una provocazione, e purtroppo lo farà in maniera violenta, cioè efficace.

In più, cosa meno nota, la reazione violenta e il delirio sono due aspetti che nell'uso ripetuto nel tempo diventano più probabili: a differenza di altri effetti a cui ci si abitua, specie con sostanze di tipo sedativo, la violenza da eccitanti ha una soglia che tende a ridursi nel tempo, e quindi scatta anche con dosi basse o non ripetute.

Data pubblicazione: 28 aprile 2012 Ultimo aggiornamento: 11 maggio 2017

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

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