Lo smartphone rende meno intelligenti, anche se spento

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta

Gli smartphone moderni sono diventati lo strumento tecnologico più invasivamente presente nelle nostre vite: dal momento in cui ci svegliamo fino a tarda sera, in tutte le situazioni, da quella istituzionale a quella sentimentale, per lavoro, per svago e qualche volta semplicemente per telefonare siamo sempre in compagnia del nostro oggetto preferito tanto che l'angoscia che colpisce i più al solo pensiero di restarne senza ha indotto i clinici a categorizzare una nuova fobia, la cosiddetta nomofobia.

Gli effetti immediati, a medio e a lungo termine di un uso così intensivo e pervasivo non sono ancora completamente noti e stimolano gli studiosi ad approfondimenti e nuove sperimentazioni.

Uno degli ultimi lavori scientifici effettuati per valutare gli effetti degli smartphone sui suoi accaniti utilizzatori porta alla luce un risultato sorprendente e per alcuni versi sconcertante: le nostre capacità cognitive si riducono significativamente quando abbiamo il telefonino nelle nostre vicinanze, anche se è spento. E’ il risultato dello studio effettuato su circa 800 possessori di smartphoneche ha misurato, per la prima volta in assoluto, quale sia l’influenza del telefonino sulle performance cognitive.

I partecipanti allo studio sono stati sottoposti ad una batteria di test cognitivi da svolgere con un apposito programma al computer per valutare le capacità di concentrazione e l’abilità di mantenere e processare dati quando richiesto. La buona riuscita dei test, con il raggiungimento del massimo punteggio possibile, richiedeva alti livelli di concentrazione per processare e rielaborare i dati presentati e ottenere i risultati corretti. Ad un gruppo di partecipanti è stato chiesto di tenere lo smartphone sulla scrivania, anche se posizionato con il display in giù in modo che non potesse essere controllato; ad un secondo gruppo è stato chiesto di tenere il cellulare in tasca o in borsa, quindi fuori dalla portata immediata, mentre ad un terzo gruppo è stato chiesto di lasciare il telefonino addirittura in un’altra stanza. Tutti dovevano avere il cellulare in modalità silenziosa, in modo da non poter essere distratti da chiamate o notifiche.

Ebbene, coloro che avevano il cellulare in un’altra stanza riuscivano a totalizzare punteggi molto più elevati rispetto a quelli che avevano il cellulare sulla scrivania e leggermente più elevati rispetto a quelli che avevano il cellulare in tasca o nella borsa.

I risultati ottenuti suggeriscono quindi che la sola presenza dello smartphone nelle vicinanze possa ridurre le capacità cognitive in maniera sensibile. E’ come se la presenza dello smartphone drenasse capacità dal cervello, anche se la persona non è impegnata a usarlo ed è assorta in altri compiti che richiedano concentrazione.

In una seconda fase dell'esperimento, alle stesse persone è stato chiesto di effettuare i test cognitivi ma questa volta tenendo il cellulare spento (sulla scrivania, in tasca o in un’altra stanza). Il trend dei risultati è stato esattamente lo stesso, ossia migliori risultati per quelli che avevano il telefono in un'altra stanza, rispetto a quelli che lo avevano in borsa o in tascea e ancora di più rispetto a quelli che lo avevano sulla scrivania. In altre parole, non conta se il telefono sia acceso o spento oppure se si ricevano notifiche o meno, ma è importante se lo smartphone sia visibile oppure no. Avere il telefonino nel proprio campo visivo, sia esso acceso o spento, silenzioso o meno, riduce notevolmente le capacità cognitive del soggetto perché probabilmente agisce da forte fattore distraente: anche se consapevolmente pensiamo di essere impegnati in compiti più importanti, in maniera inconsapevole siamo distratti dalla presenza del telefonino e dalle infinite possibilità di connessione che questo strumento offre.

Sarà questo l’avvio di un percorso che ci vieterà i telefonini sulle scrivanie e ci porterà a rinchiudere i cellulari nel cassetto quando siamo al lavoro?

 

  1. Adrian F. Ward, Kristen Duke, Ayelet Gneezy, Maarten W. Bos. Brain Drain: The Mere Presence of One’s Own Smartphone Reduces Available Cognitive CapacityJournal of the Association for Consumer Research, 2017; 2 (2): 140 DOI: 1086/691462

 

Data pubblicazione: 03 luglio 2017

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