Compliance: migliorare l’aderenza alle cure

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta

Medici e psicoterapeuti possono aiutare i pazienti a seguire le prescrizioni terapeutiche assegnate, ottenendo migliori risultati di cura.

 

Un team di ricercatori statunitensi ha messo a punto un semplice modello in 3 punti, chiamato IMS (Informazione, Motivazione, Strategia), sintetizzando i risultati di più di 100 grandi studi e meta-analisi condotte fra il 1948 e il 2009. La pubblicazione è avvenuta sulla rivista Health Psychology Review.

 

La non aderenza alle indicazioni terapeutiche costa al solo sistema sanitario degli Stati Uniti fra 290 e 300 miliardi di dollari e 275 milioni di visite mediche sprecate, ogni anno.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nei paesi sviluppati metà dei pazienti con malattie croniche non aderisce alle prescrizioni terapeutiche. Nei paesi in via di sviluppo la situazione è ancora peggiore.

 

“Quando le cure sono complesse e intrusive, i pazienti dimenticano con più facilità ciò che viene detto loro ed esiste maggior probabilità che non seguano le istruzioni ricevute. Inoltre, i pazienti aderiscono meno alle cure quando percepiscono i loro problemi di salute come meno gravi” dicono gli autori.

 

La non aderenza alle cure passa spesso inosservata da pazienti e curanti: “I pazienti a volte non comprendono il valore del seguire le indicazioni terapeutiche ricevute e i curanti possono sovrastimare l’aderenza dei pazienti o non riuscire a determinare quali pazienti stiano avendo difficoltà in tal senso”.

 

Il modello IMS identifica tre categorie per facilitare l’aderenza: informazione, motivazione e strategia.

 

1. Informazione: molti pazienti non capiscono le informazioni ricevute. Raccomandazioni per il curante: comunicate in modo efficace. Create una relazione di fiducia, incoraggiate il paziente a partecipare alle decisioni e a diventare un partner nelle scelte che riguardano la sua salute. Domandate ai pazienti come e perché seguiranno le indicazioni di trattamento ricevute. Ascoltate le loro preoccupazioni e prestate la massima attenzione.

 

2. Motivazione: i pazienti seguono solo i trattamenti in cui credono e dei quali sono convinti. Motivarli a seguire la cura è perciò fondamentale. Raccomandazioni: fate sì che i pazienti credano nell’efficacia del trattamento. Sollecitate, ascoltate e discutete qualsiasi obiezione o atteggiamento negativo nei confronti della cura. Fate domande come: “Cosa potrebbe far sì che lei non segua le indicazioni ricevute?” Cercate di capire se il sistema sociale in cui il paziente è immerso (ad es. la famiglia) supporta o avversa qualche elemento della cura. Aiutate il paziente a osservare le istruzioni e a credere nella sua capacità di poterlo fare. Siate sensibili e consapevoli delle credenze culturali e religiose del paziente, guardando al trattamento attraverso queste lenti per capire se le raccomandazioni entrino in conflitto con tali credenze.

 

3. Strategia: esistono barriere oggettive all’aderenza, ad esempio: costo dei farmaci, trasporti scarsi o inadeguati per recarsi al luogo di cura, problemi mentali e complessità di alcune cure. I pazienti hanno bisogno di una strategia fattibile per seguire il trattamento. Raccomandazioni: aiutate i pazienti a superare gli ostacoli pratici che rendono loro difficile seguire le azioni consigliate. Identificate persone in grado di fornire assistenza concreta. Identificate risorse per fornire aiuti finanziari o sconti. Fornite promemoria scritti. Offrite partecipazioni a gruppi di supporto, ove appropriato. Fornite promemoria elettronici (ad es. email, Sms) o telefonate di followup.

 

Il modello IMS sottolinea l’importanza della relazione medico-paziente per informare, motivare ed elaborare strategie efficaci insieme a lui. È anche uno strumento per evidenziare le necessità individuali del paziente, concentrarsi sugli elementi essenziali per ottenere l’aderenza alle cure e in ultima analisi per ottimizzarne gli effetti, scrivono i ricercatori.

 

Fonte:

M. R. DiMatteo, K. Haskard-Zolnierek, L. Martin. 2011. Improving patient adherence: a three-factor model to guide practice. Health Psychology Review.

 

Data pubblicazione: 06 giugno 2011

2 commenti

#1
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Caro Giuseppe,
il tuo blog da un preciso riferimento al fatto che terapie superiori ad 1 mese siano osservate solo dal 45-58% dei pazienti. Probabilmete il problema è ancrora più drammatico. Terapie inferiori alla settimana vengano attuate correttamente si e no dall' 80% dei pazienti e che il 50% della inattività dei farmaci sia da scrivere alla non corretta assunzione degli stessi. E si tratta di assunzione di farmaci, quando si tratta di stile di vita le cose sono peggiori: un esempio? Si calcola che nel momndo vi siano 100 milioni di obesi infertili maschi, sappiamo che obesità è legata ad infertilità dal 2000, a tutt' oggi non siamo riusciti a far dimagrire un numero sufficiente di pazienti (basterebbe una ventina) per scrivere qualche cosa di definitivo sull' argomento. Congratulazioni per la sensibilità dimostrata da blog a tematiche per me centrali.

#2
Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

Ciao Giorgio
Mi fa piacere che abbia trovato interessante e utile il post. In effetti la recensione originale faceva riferimento solo alle cure mediche, ma anche nelle psicoterapie prescrittive, dove si richiede che il paziente esegua delle istruzioni precise, il tema della compliance è fondamentale.

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