Sesso, alcol ed adolescenti.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo
La nostra epoca è caratterizzata dall’assenza di educazione sessuale, dall’assenza di formazione ed informazione psico-sessuologica e, molti adolescenti, si trovano ad esperire ansiogene e fallimentari esperienze sessuali.
Alcuni dei miei pazienti, adolescenti e non, mi partecipano di adoperare l’alcol come disinibitore del comportamento sessuale.
L’alcol, nell’immaginario collettivo, viene associato a proprietà quasi terapeutiche per disagi relazionali, gli vengono attribuite caratteristiche ansiolitiche e, spesso antidepressive, in quanto la sua assunzione, in una prima fase, diminuisce le ansie e le difficoltà sessuali e relazionali.
Quale compito svolge l’alcol , in special modo sotto le lenzuola?
L’assunzione di moderate quantità di alcol, in un primo momento, leniscono l’ansia da prestazione, il soggetto si percepisce più sereno e spregiudicato, vive apparentemente meglio la propria corporeità e sensorialità, non teme di fare cattiva figura in posizione orizzontale, obnubila il rapporto con un’immagine corporea non sempre adeguata e, sembra facilitare l’accesso al mondo delle fantasie erotiche, anche le più recondite.
In special modo nella popolazione giovanile, abitata da un’assenza totale di regole comportamentali e da un’assenza di educazione emozionale e sessuale, l’alcol viene adoperato, come antidepressivo o, per migliorare le prestazioni sessuali in occasioni emozionalmente impegnative o sconosciute.
In una prima fase dell’assunzione, evita l’auto osservazione ( spectatoring), attitudine mentale fortemente disfunzionale per la sessualità e, allontana temporalmente il possibile giudizio critico, di un super-io troppo rigido o ingombrante, altro elemento devastante per la vita sessuale.
Nel tempo, per poter ottenere gli stessi effetti “terapeutici”, i miei pazienti, mi partecipano di dover incrementare le dosi di alcol, in quanto le quantità pregresse non sono più bastevoli. Questa crescita esponenziale di quantità di alcol, crea un quadro di tossicità, rischio di dipendenza da alcol e, riduce la facilità e la possibilità ad accedere alla fase dell’eccitazione e della risposta orgasmica. Il tempo e la costanza nell’assunzione, vanifica il presunto “ effetto benefico e terapeutico”. Per quanto riguarda gli adolescenti, ottimale sarebbe poter fugare ogni dubbio o perplessità in materia di sessualità con un clinico, che possa fornire elementi di realtà sia sulle paure associate alla sessualità, che sui falsi miti che ruotano attorno all’assunzione di alcol.
Per gli adulti, è un ambito più complesso e sfaccettato, sia sul piano diagnostico, che poi terapeutico.
Ottimale sarebbe effettuare una corretta diagnosi psicologica circa il rapporto con l’alcol, se trattasi di dipendenza o, svolge l’errata funzione di antidoto alla noia o all’ansia.
L’approccio terapeutico successivo è indubbiamente una psicoterapia, che consente di comprendere le reali motivazioni che hanno spinto il paziente alla bottiglia e, lenire e colmare, con elementi terapeutici il vuoto esistenziale, pregresso all’assunzione di alcol e, mantenuto in vita dall’alcol stesso.
Per concludere, l'alcol sotto le lenzuola non è nè un afrodisiaco, nè un ansiolitico; le difficoltà o ansie sessuologiche vanno affrontate e poi risolte, all'interno di setting adeguati.
Data pubblicazione: 31 dicembre 2010

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