I soliti "stolti"? Il senso del tempo nei piccioni

a.vita
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta

I soliti stolti (?).

Volevo controllare certe valutazioni che avevo espresso quando avevo notato il comportamento dei piccioni che planavano in piazza al suono delle campane di mezzogiorno, condizionati da una connessione tra distribuzione del cibo, chicchi di granoturco, e suono delle campane. Il suono diventava uno Stimolo Condizionato e la risposta dei piccioni diventava una Risposta Condizionata poiché quest’ultima poteva funzionare da sola al suono delle campane senza la presenza in piazza del cibo quotidiano. Cfr. Il blog qui presente https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2605-gli-stolti-piccioni-di-loreto.html.

Me ne andavo bighellonando tra le bancarelle della piazza che vendevano, a quel tempo, ricordi di Loreto, raffigurazioni sacre e altro. Attaccavo discorso con le donne proprietarie delle rivendite ambulanti per trascorrere il tempo e per fare quattro chiacchiere in attesa dello scoccare del mezzogiorno.

Quel giorno, ci fu un risuonare delle campane inusuale e precisamente alle 11,30. Probabilmente si trattava di una celebrazione religiosa di particolare importanza che si era conclusa con l’accompagnamento dello stormire a festa delle campane fuori orario e mezz’ora prima del solito.

Rimasi a guardare e a costatare che una gran parte dei piccioni era scesa in piazza, richiamati dal suono delle campane alle 11,30, con mezz’ora di anticipo.

I soliti piccioni stolti ? – pensai - , ovvero quelli più condizionati?

L’altra metà abbondante dei piccioni era rimasta ferma nelle proprie tane sparse sui cornicioni del Palazzo Apostolico e della Basilica.

Poi ripensai all’episodio e capii che non si trattava di “piccioni stolti” quelli che erano scesi sulla piazza, né quelli che non erano scesi erano i meno condizionati.

Cos’era successo?

Era successo che al suono delle campane, che aveva avuto luogo a una breve distanza temporale da quella che comunemente sarebbe dovuta avvenire, una metà di piccioni l’aveva scambiata per quella “buona”, cioè quella di mezzogiorno, e quindi erano scesi.

Non si trattava di un caso. Essi avevano operato un processo di generalizzazione: il suono delle 11,30 era stato scambiato per quello delle 12. Questi piccioni avevano effettuato un processo di estensione accomunando il suono delle 11,30 a quello delle campane di mezzogiorno.

I rimanenti piccioni, quelli che erano rimasti nei loro abitacoli, avevano operato al contrario un processo di differenziazione. Essi avevano distinto il suono delle campane delle 11,30 da quello che di solito doveva sentirsi alle 12 in punto.

Nell’apprendimento per condizionamento, esistono questi due fenomeni: il primo, che riguarda appunto un “processo di generalizzazione” per cui un suono che arriva a ridosso dell’altro produce lo stesso una Risposta Condizionata, era quello svolto dai piccioni che si erano mossi alle 11,30, al primo stormire delle campane.

Il secondo fenomeno, era quello prodotto dall’altro gruppo di piccioni, quelli rimasti sui loro luoghi e abitacoli: essi avevano praticato una "discriminazione" tra il suono delle 11,30 e quello che invece sarebbe arrivato alle 12 in punto.

Certo è che questi piccioni, quelli che avevano operato questa discriminazione, o specificazione, o differenziazione, avevano sviluppato un’istintiva valutazione e diversificazione del tempo.

Essi non avevano risposto alle campane delle 11,30 distinguendo in tal modo il suono delle 11,30 da quello che avrebbe dovuto sopravvenire alle 12.

Essi avevano “appreso” il SENSO DEL DECORSO TEMPORALE.

Data pubblicazione: 26 dicembre 2012

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