Tuo figlio suona uno strumento? Invecchierà meglio

danielbulla
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Musica per le nostre orecchie.

Uno studio pubblicato sul The Journal of Neuroscience dimostra finalmente che far suonare uno strumento musicale ai nostri bimbi non solo modifica la struttura anatomica del loro cervello: pare che tali modificazioni permangano anche in età adulta, e che siano responsabili di un certo ritardo nel (normale) decadimento cognitivo dovuto all'età.

L'invecchiamento determina un pervasivo declino del funzionamento cognitivo: tra questi, a livello uditivo vi è un progressivo ritardo nella decodifica di elementi linguistici che cambiano rapidamente. Tutto ciò determina nelle persone anziane una certa difficoltà a comprendere il linguaggio, cosa che fa innervosire parecchio figli e nipoti.

Ma secondo Travis White-Schwoch e colleghi della Northwestern University (Evanston, Illinois) questo declino delle capacità uditive non è inevitabile, anzi. Tra i soggetti anziani che da piccoli hanno suonato uno strumento musicale questo delay neurologico pare non ci sia. E quel che ci colpisce davvero è che i soggetti anziani di questo studio non suonano uno strumento da oltre 40 anni! Sembra quindi che un training musicale, seppur limitato ai primi anni di vita (tra i 4 e i 14 anni) dell'essere umano, scongiuri il deterioramento delle abilità di riconoscimento acustico dovuto all'età.

In questo studio, gli Autori hanno esaminato 44 adulti, dividendoli in due sottogruppi. Da una parte i "musicisti", ovvero soggetti che da bimbi (età media 9 anni) hanno suonato per brevi periodi uno strumento musicale, e dall'altra i restanti "non-musicisti", ossia persone che per tutta la vita non hanno mai suonato nulla.

A entrambi i sottogruppi è stato sottoposto lo stesso task: ascoltare gruppi di sillabe sintetizzate elettronicamente, mentre i ricercatori misuravano loro l'attività del tronco cerebrale. Che, nel caso dei "musicisti", reagiva molto più velocemente agli stimoli presentati, circa un millisecondo in meno, rispetto ai "non-musicisti".

Se un millisecondo vi sembra poco, pensate che questo è un effetto cumulativo: nella vita di una persona anziana un ritardo di 1 millisecondo moltiplicato per milioni di neuroni fa la differenza in termini di quality of life.

Il team della Northwestern University ha scoperto che i cervelli più rapidi nella decodifica linguistica hanno trascorso più tempo alle prese con lo strumento musicale durante la vita. Come a dire: più suoni da bambino più rapido e lucido sarai da grande.

Manca poco a Natale: già pensato a cosa regalare ai vostri bimbi? Chi ha orecchie per intendere...

Fonte The Journal of Neuroscience

 

 

 

Data pubblicazione: 24 novembre 2013

Autore

danielbulla
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 2000 presso Università Cattolica Sacro Cuore.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia tesserino n° 7211.

Iscriviti alla newsletter

2 commenti

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche bambini