Ansia e ictus: scoperta una correlazione inquietante

danielbulla
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Livelli elevati di ansia sono associati ad un maggior rischio di ictus a lungo termine. E' il dato inquietante pubblicato a fine 2013 sulla rivista Stroke dell'American Heart Association. Ed è basato su uno studio longitudinale che ha coinvolto 6019 persone seguite dai ricercatori statunitensi per 20 anni, un progetto denominato First National Health and Nutrition Examination Survey.

Tutti i partecipanti sono stati inizialmente sottoposti a visita medica, esami del sangue ed intervista, in aggiunta ad una batteria di test psicologici atti ad identificare la presenza e l'intensità di sintomi d'ansia e di depressione. Sono stati identificati complessivamente 419 casi di ictus, attraverso certificati di morte e cartelle cliniche.

Una volta ripuliti statisticamente da variabili quali i fattori individuali di rischio cardiovascolare, i dati parlano chiaro: livelli elevati di ansia (identificati alla baseline, ovvero valutati all'inizio dello studio) correlano con un maggior rischio di ictus. Suddividendo questi soggetti in 3 gruppi secondo il livello d'ansia (elevato, moderato, basso) i risultati indicano che il rischio di ictus aumenta del 33% tra gli ansiosi di livello "elevato" rispetto a quelli di livello "basso".

Le variabili potenzialmente in grado di confondere il quadro sono numerose, come i già menzionati fattori di rischio cardiovascolare: tra queste, gli Autori della ricerca pongono particolare attenzione agli aspetti comportamentali nel valutare la correlazione tra ansia ed ictus.

"La maggior parte di noi prova (o ha provato) ansia" afferma Maya Lambiase, ricercatrice del Dipartimento di Psichiatria presso la University of Pittsburgh, "ma quando questa è intensa e cronica potrebbe avere effetti negativi sul nostro sistema cardiovascolare". In effetti, una persona ansiosa tende a mettere in atto comportamenti rischiosi, come ad esempio il fumare, l'alimentarsi in modo scorretto oppure il ridurre l'attività fisica. Secondo la ricercatrice statunitense i livelli elevati di ormone dello stress e la pressione arteriosa sono altri fattori da prendere in considerazione per comprendere definitivamente il legame tra ansia e rischio di ictus.

Gli studi sul legame tra aspetti psicologici e problematiche cardiovascolari hanno da sempre messo in luce il ruolo dell'ansia: fin dagli anni '60 conosciamo l'importanza di identificare tra i pazienti il cosidetto Type A Behaviour, un insieme tipico di tratti personologici e comportamenti che tendono ad aumentare il rischio di problemi cardiaci (come l'irritabilità, la competitività, la difficoltà a delegare responsabilità, il senso di urgenza del tempo, ecc.).

Ma perchè è importante identificare il Type A Behaviour? E soprattutto perchè è importante che qualcuno ci ricordi che le problematiche cardiovascolari sono associate all'ansia?

Perchè l'ansia e i comportamenti a rischio tipici del Type A sono modificabili. E modificandoli riduciamo la probabilità di incorrere in patologie cardiache. Per questo motivo, valutare precocemente la presenza di ansia e trattarla potrebbe avere positivi anche sulla nostra salute cardiovascolare.

Fonte. American Heart Association

 

 

 

Data pubblicazione: 29 dicembre 2013

Autore

danielbulla
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 2000 presso Università Cattolica Sacro Cuore.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia tesserino n° 7211.

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2 commenti

#1
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Caro Daniel,
premesso che non ho letto l'articolo, quindi questo mio commento potrebbe risentire di tale lacuna.
Ti chiedo però: lo studio si riferisce alla correlazione tra ansia e ictus, ischemico o emorragico?
La differenza è importante perchè l'etiologia è differente nell'uno e nell'altro tipo.
Inoltre mi sembra di capire che la maggior attenzione è riservata, come tu stesso concludi, alla relazione tra ansia e malattie cardiovascolari.
Quindi l'ansia potrebbe essere causa favorente anche di infarto del miocardio.
Che poi alcune cardiopatie possano procurare un ictus cerebri (spesso ischemico) è un dato assodato.
In sintesi, premesso che le abitudini del depresso, dell'ansioso (ma anche di molti individui affetti da malattie mentali) possono favorire malattie che predispongono all'ictus o all'infarto cardiaco, non mi è chiara la diretta correlazione tra ansia ed ictus che non mi sembra meno inquietante della correlazione tra cefalea ed ictus o tra aterosclerosi e ictus.
Un caro saluto e i miei auguri sinceri e affettuosi di un felicissimo Anno Nuovo a te e ai tuoi
Giovanni

#2
Dr. Daniel Bulla
Dr. Daniel Bulla

Caro Giovanni,
intanto scusa per la risposta tardiva. Gli Autori non parlano di questa differenza. Credo che il valore aggiunto di questa ricerca sia piuttosto quello di aver diffuso dei dati relativi ad uno studio durato molti anni, che è vero confermano la presenza di una correlazione ansia-problemi cardiaci. Quindi il mio intento, diffondendo la notizia, è quello di spostare l'attenzione dei lettori sullo stile di vita, da una parte (fattori di rischio primari e secondari per le cardiopatie) e sulla possibilità di gestire, dall'altra, le problematiche relative a disturbi psicologici come l'ansia, visto che oggi i mezzi ci sono.

Grazie comunque dello stimolo. Ricambio con affetto gli Auguri.

Daniel

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