Quattro passi per essere creativi

n.patane
Dr. Nicola Patanè Psicologo, Psicoterapeuta

E’ apparsa di recente su un periodico italiano la notizia che riportava i risultati di un esperimento secondo cui “fare quattro passi per schiarirsi le idee” non sarebbe più soltanto un comune modo di dire.

L’esperimento coordinato dal dott. Scharwtz, professore di neuroscienze cognitive alla Stanford University e pubblicato sul Journal of Experimental Psychology, è stato condotto su 176 volontari e l’esito ha dimostrato che i soggetti a cui è stato chiesto di indicare utilizzi alternativi di oggetti quotidiani, sono riusciti a produrre un 60% di risposte in più se camminavano rispetto a coloro che rimanevano fermi.

Il passeggiare sembrerebbe infatti avere un effetto inibente sulle capacità di elaborazione e concentrazione del lobo prefrontale, deputato a processi decisionali e creativi, favorendo in tal maniera l’attività della memoria associativa.

Gli studi che mettono in relazione la creatività e la zona prefrontale sono ormai numerosi ed uno tra i più recenti, pubblicato su Cognitive Neuroscience e condotto da un gruppo di ricerca della Università della Pennsylvania, confermerebbe come le idee più originali arriverebbero quando vengono “sospese” le attività complesse proprio del lobo prefrontale. Secondo il prof. Scharwtz inoltre, qualsiasi attività fisica potrebbe facilitare il processo, purché chi la conduce sia allenato e non venga quindi distratto da elementi di stanchezza o fatica.

La creatività è molto importante in psicoterapia e nel processo di problem solving, in quanto è proprio la capacità di trovare soluzioni originali che spesso permette di proporsi al di là degli scenari prospettati. In altre parole la creatività è ciò che in psicoterapia contribuisce a percepire la realtà da punti di vista mai esplorati prima. 

Il passeggiare quindi, ormai raccomandato da tutti i medici come condotta preventiva alle più importanti patologie, oltre che generare riconosciuti effetti benefici su ossigenazione dei tessuti e riduzione dell’invecchiamento cellulare,  produzione di endorfine quali efficaci antidepressivi e mantenimento di cuore e polmoni, aiuterebbe anche a “rilassare” la mente stimolando così la produzione di idee non convenzionali e trovare soluzioni per situazioni apparentemente senza via di uscita.

 

Fonte: https://www.apa.org/news/press/releases/2014/04/creativity-walk.aspx 

Data pubblicazione: 09 giugno 2014

1 commenti

#1
Utente 344XXX
Utente 344XXX

Se ci si allena duramente alla fine si riesce ad inibire qualsiasi attività cerebrale anche stando sdraiati a letto che non sia la consapevolezza dell'Io. L'Io si isola dal corpo, non è più il corpo di cui non ha più consapevolezza, partendo dagli arti e risalendo. Si è sempre presenti e coscienti, ma non coscienti del corpo nè di pensieri nè di altro, ma solo coscienti di essere coscienti. Se si spinge a fondo questa consapevolezza di essere coscienti, allora si raggiunge, almeno secondo me, ciò che gli orientali definiscono nirvana. Gioia allo stato puro, al cento per cento, ma una gioia che non viene dall'esperienza perchè non si ha più sensazione del corpo, viene chissà da dove, non paragonabile a nessunissima esperienza umana, proprio nessuna. Forse si potrà ottenere qualcosa di simile con qualche droga,non lo so perchè non ne ho mai assunte, cmq non credo, perchè le droghe stordiscono la coscienza mentre questa esperienza la intensifica e non si ha alcun effetto collaterale, anzi dopo si ritorna come rigenerati, persino più leggeri di mente e di corpo. Non so come spiegarlo, perchè si dovrebbe provarla questa esperienza, il guaio è che è spontanea e capita quando capita. Ho capito solo che si deve essere ben allenati fisicamente e non avere un pensiero o cmq non lasciarsi coinvolgere da alcun pensiero, nè essere nervosi agitati malati o altro.
A me è successo cinque o sei anni fa, due volte, nel medesimo periodo e sempre sdraiato a letto. Che cos'è? Ho letto di un'esperienza simile avuta da una neuroanatomista che ha subì un intervento all'encefalo sinistro, anche se non sono certo che sia la stessa. Cmq da allora non sono più certo del materialismo in cui credo da sempre, anzi non sono più certo di nulla. La scienza va bene perchè spiega i fenomeni ed è utile, ma ciò che si cela dietro i fenomeni, che qualche filosofo definiva la "cosa in sè" resta un mistero, e resterà tale anche per la scienza.

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