Coppie di gay e lesbiche: hanno figli più felici?

danielbulla
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Sulla rivista BMC Public Health è recentemente apparso un articolo dal titolo "Parent-reported measure of child healths and wellbeing in same-sex parent families: a cross-sectional survey". Il primo studio di cui si ha notizia sul benessere fisico, mentale e sociale dei bambini con genitori dello stesso sesso. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori, coordinati da Simon Crouch, egli stesso genitore di due bambini insieme al compagno.

Il campione

I ricercatori della University of Melbourne hanno intervistato 315 genitori same-sex, soprattutto mamme, raccogliendo dati relativi a 500 bambini, età media pari a 5 anni. La maggior parte delle famiglie proviene da un contesto metropolitano, e il livello di istruzione è mediamente piuttosto alto: 232 bimbi hanno genitori con una specializzazione post-laurea. 

Altro dato interessante: il reddito medio di questi nuclei famigliari è pari a 100.000 dollari. Secondo gli Autori dello studio, non dovrebbe sorprendere il fatto che nelle famiglie con genitori dello stesso sesso vi sia un reddito così alto, che spesso devono affrontare procedure mediche complesse e costose per creare il proprio nucleo famigliare.

Nella maggioranza dei casi (408, pari all'82% del campione) i bambini sono figli biologici del genitore di riferimento, o del suo partner. Oltre i due terzi dei figli sono nati all'interno dell'attuale relazione same-sex, mentre il 14% provengono da precedenti rapporti eterosessuali.

Ed ecco i risultati

Pare non ci siano differenze tra lo stato di salute e benessere generale (descritto dai genitori) dei bambini rispetto alla popolazione generale. Dato tra l'altro in linea con quanto già emerso in piccoli studi precedenti su coppie di lesbiche.

I ricercatori pongono particolare attenzione allo spessore della coesione familiare. Studi precedenti hanno dimostrato che genitori attratti da partner dello stesso sesso sono più propensi a condividere in modo equo le faccende domestiche rispetto ai colleghi eterosessuali.

Prendere decisioni quotidiane (ad es. sul bilancio, sulle incombenze, ecc.) basate sulle effettive esigenze dell'individuo e non su preconcetti e convenzioni sociali (es. la donna fa le pulizie) avrebbe il potere di generare, nel lungo termine, una migliore armonia e coesione famigliare.

Nonostante non vi siano differenze in termini di salute tra i bambini del campione ed il resto della popolazione, è indubbio che i primi siano oggetto di stigma sociale. Studi precedenti hanno dimostrato come l'omofobia e lo stigma (in ambito educativo e sanitario) correlino con la presenza di problemi comportamentali e psicologici nei bimbi con genitori same-sex. Dato confermato anche in questa ricerca. 

Quali sono i limiti di questa ricerca?

Rispetto ad un'analisi generale dei dati, l'elevato livello di istruzione, riconoscono gli Autori, può influire in modo significativo sui risultati, soprattutto in termini di comportamento generale, salute e coesione familiare. 

Inoltre, i dati raccolti si basano su quanto riportato dai genitori. Descrivere la salute del proprio figlio, soprattutto in termini psicologici, può indurre il genitore ad effettuare delle inferenze non sempre oggettive.

Questo comporta anche un'uteriore riflessione: da un punto di vista metodologico, paragonare la salute dei bambini di questo campione (riportata dai genitori) alla popolazione generale australiana avrebbe (maggior) senso se anche i dati della popolazione generale fossero raccolti nello stesso modo, ovvero attraverso delle interviste.

In conclusione

In base a quanto riportato da Crouch e colleghi non vi sono differenze significative tra il livello di salute psicofisica dei bambini figli di genitori same-sex rispetto alla popolazione, anche se quel "score higher than population" che si legge nell'abstract potrebbe far pensare diversamente. A meno che gli Autori facciano riferimento alla coesione famigliare.

Essendo un gruppo di bambini e di famiglie esposti ad omofobia e stigma, ci si aspetterebbero dei punteggi peggiori rispetto alla media. La consapevolezza di aver a che fare con un mondo ostile potrebbe influire sulla maggior coesione di questi nuclei famigliari?

Articolo Originale

 

Data pubblicazione: 08 luglio 2014

Autore

danielbulla
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 2000 presso Università Cattolica Sacro Cuore.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia tesserino n° 7211.

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