Autoerotismo, tra colpa e necessità

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Per la chiesa messo al rogo, storicamente associato alla censura, al divieto, al peccato, alla caduta dei capelli, alla colpa:

l'autoerotismo

  • Per le coppie stabili viene vissuto come "altro" dal partner.
  • Per i moralisti come impensabile.
  • Per i trasgressivi assolutamente insostituibile.
  • Per i pudici un vero e proprio tabù.
  • Per gli infelici indispensabile. 
  • Per gli stressati, gli ansiosi e gli insonni, rappresenta invece un anti/depressivo, un ansiolitico ed un ipno-induttore.
  • Per gli amanti distanti una vera e propria sublimazione dell'Amore.

La sessualità -ed ancor di più l'auto erotismo -ha assunto negli anni svariati significati ed è andata incontro a parecchie chiavi di lettura: talvolta censurata e repressa, talvolta trasgressiva e rivoluzionaria, altre volte ancora compensatoria; la sessualità rappresenta senza dubbio il "punto di equilibrio" della coppia.

Quando nasce l’autoerotismo

Come tutti sappiamo l'autoerotismo fa capolinea nella vita degli adolescenti molto precocemente, si manifesta con delle esplorazioni dei genitali che -se troppo precoci- portano a quello che noi clinici chiamiamo “protorgasmi”; questi non sono dei veri e propri orgasmi, ma una sorta di prova generale per la successiva scoperta del piacere.

Gli adolescenti mossi dalla tempesta ormonale, esplorano il loro corpo ed il sentiero che li porta al piacere, proprio attraverso il "piacere solitario".
La chiesa e l'educazione cattolica, additava la masturbazione come nefasta per il corpo e per l’anima, al fine di dissuadere i giovani ed i meno giovani, al possibile incontro con loro stessi e con la loro fisicità, in quanto il piacere non era il “fine” ma il “mezzo” per la prosecuzione della specie.
Non doveva esistere piacere erotico senza coppia- per di più coniugata- e senza anche la più remota possibilità di concepire.
Nell'immaginario collettivo la masturbazione viene associata all'età dell'adolescenza o ad una condizione di solitudine affettiva, ma raramente viene considerata "lecita", attuabile, consentita e- soprattutto- con la possibilità di coesistenza all'interno di una relazione di coppia stabile.

Come reagisce il partner alla scoperta dell'autoerotismo?

Le reazioni sono tra le più svariate: dalla negazione alla rabbia, dall'evitamento dello spinoso argomento al delirio di gelosia, dall’imbarazzo al tentativo -vano- di comprensione e così via.

Il piacere solitario viene interpretato e vissuto dal partner come un "surrogato" del piacere condiviso e viene subito come un attacco alla sfera dell'autostima e del narcisismo, considerando tale gesto come un "sostituto consolatorio" di una vita sessuale non appagante. 

  • Si può trasformare l'autoerotismo da minaccia al rapporto di coppia ad un elemento di condivisione?
  • Da imbarazzo a supporto per una sessualità un po’ ingridita?
  • Da elemento di fuga dal rapporto ad elemento di complicità orizzontale?

Certamente si!

Una coppia empatica ed adulta, è capace di affrontare anche scomode ed imbarazzanti argomentazioni, come quelle relative alla sessualità.
La sessualità, anzi l'empatia sessuale, necessita di una “costante manutenzione” del rapporto di coppia -dentro e soprattutto fuori la camera da letto- un dialogo autentico, non colpevolizzante e la capacità di ridere e di sperimentare. La vita intima è come un giardino segreto: va accudito, concimato e soprattutto innaffiato con dedizione, costanza ed amore.
I pregiudizi ed i toni colpevolizzanti ed inquisitori- che spingono il partner a chiudersi in se stesso- dovrebbero lasciare il posto a nuovi elementi vivificatori, come l’alleanza e l’empatia di coppia. Questo cambiamento potrà trasformare il piacere solitario in un elemento di vera condivisione.

Solitamente autoerotismo dopo autoerotismo ed intimità dopo intimità, la coppia tende a trovare nuovi equilibri tra “autonomia e condivisione”, senza minacciare la complicità di coppia.
L'autoerotismo, nei casi di anorgasmia coitale nelle donne, può rappresentare una strategia importante per aiutare le donne a riconoscere prima e trovare dopo, il percorso, spesso faticoso, verso il piacere relazionale.

Il "veder fare" per il partner può rappresentare un percorso di apprendimento per un orgasmo ritardatario o difficile e - perché no - vivificare la complicità e la dimensione ludica della coppia.

Autoerotismo al femminile

La masturbazione femminile rappresenta un vero tabù, le donne hanno pudore e vivono questa pratica con riservatezza e frequente imbarazzo.
L'autoerotismo coniugato con il genere femminile, viene ancora di più mistificato e celato, perchè correla con il “sesso silente” e con l'atavica e- dura a morire- convinzione che la donna non debba avere desiderio sessuale se non da innamorata e da coniugata.

L'autoerotismo al femminile viene letto e percepito come un triste destino per donne sole e come un chiaro surrogato dell'intimità.
Il maschile ed il femminile a confronto sotto le lenzuola, come sappiamo, vanno incontro ad importanti differenze, estendibili anche alla pratica auto erotica.
Il ragazzino crescendo, pratica la masturbazione senza alcuna difficolta, come tappa di crescita psico/sessuale, vissuta come indispensabile perché mosso da furore testosteronico e da una fisicità esigente.
Spesso lo condivide simpaticamente all’interno del gruppo dei pari, tra performances, vanto ed affermazione di sé.

Per luniverso femminile, l’accesso al mondo del piacere avviene quasi sempre “per e con l’altro”; praticare l’autoerotismo, non solo viene effettuato con estrema segretezza, ma con la chiara convinzione- frutto di antichi retaggi culturali- che rappresenta un’inevitabile consolazione all’assenza del partner. Noi psico-sessuologi sappiamo bene che l’educazione rigida e sessuofobica- improntata a divieti e censure- l’assenza dell’autoerotismo e di conoscenza della propria fisicità, rappresenta il primo step per l’organizzazione di possibili future disfunzioni sessuali, come anorgasmia e vaginismo.

Le donne che hanno imbarazzo e scarsa familiarità con il loro corpo e con la loro genitalità, saranno inoltre, donne che non si proteggeranno adeguatamente e che eviteranno gli indispensabili e routinari controlli ginecologici.

Nellimmaginario collettivo, la presenza dellautoerotismo correla con una scadente vita di coppia?

Solitamente si. Secondo il pensiero femminile, “il provare piacere e basta” non è sufficiente.
Spesso l’autoerotismo non solo non viene contemplato come passaggio indispensabile per crescere con consapevolezza psico-corporea, ma viene bandito dalle fantasie e vissuto come “sostituto” di un legame d’amore-emozionale-sessuale.

Secondo la cultura dominante, la donna non può accedere al piacere da sola, nonostante la rivoluzione sessuale degli anni settanta, ma deve essere “altro” da sé ad effettuare liniziazione al piacere dei sensi.

L’educazione sessuale rappresenta sempre e comunque la sola strada percorribile, che porta ad un’ “alfabetizzazione emozionale e sessuale”; processo formativo, informativo ed educativo, che dovrebbe avvenire in maniera precoce in famiglia ed a scuola, per adolescenti di oggi ed adulti di domani sani, consapevoli e scevri da condizionamenti morali e sessuofobici.


 

Come approfondimento, suggerisco le seguenti letture:

Data pubblicazione: 20 ottobre 2014 Ultimo aggiornamento: 05 novembre 2014

12 commenti

#2
Ex utente
Ex utente

L'autoerotismo è la cosa più normale che esista, gli orgasmi sono orgasmi e non protoorgasmi. E le donne dovrebbero praticarlo normalmente, migliora il sesso di coppia, le donne si conoscono meglio.

#3
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone




Gentile Utente,
Grazie per le sue riflessioni che mi danno l'opportunità di ribadire quanto scritto e di spiegare ulteriormente- per i non addetti ai lavori- la differenza tra orgasmi e protorgasmi.
I primi li conosciamo tutti, i secondi rappresentano le prove generali per la sessualità: sono infatti i primi abbozzi di sessualità acerba ed immatura, solitamente vengono sperimentati molto precocemente, frutto della manipolazione del genitali, ma non sfociano in "orgasmo".
Sull'utilità della dimensione auto erotica, l'articolo parla da se.

#4
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Ecco le mie riflessioni dopo la lettura dell'interessante articolo.
Il problema della colpa è generato dagli altri per una necessità di controllo e di paura di perdita del controllo; alcuni la leggono anche come una ferita infantile, cioè il bambino interiore scopre di non essere unico e quindi si arrabbia e si dispera.
La Chiesa genera la colpa su qualcosa di naturale (e quindi irrinunciabile per la maggior parte) per poter poi vendere l'assoluzione. Genera il problema per vendere la soluzione.
Tra partner si genera la colpa perchè l'altro si sente non del tutto appagante del desiderio altrui: non mi basti \ non ti basto, credo sia il duplice messaggio che passa, e che quindi genera insicurezza e rabbia.

#5
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Ciao Fernando,
Grazie per le tue interessanti riflessioni.
Mi piace molto il concetto "colpa/assoluzione/riparazione", tra l'altro è un meccanismo che ci accompagna sin da piccoli in svariati ambiti.

#6
Utente 371XXX
Utente 371XXX

buongiorno leggendo l articolo, molto interessante io ho 61 anni portati bene,
ho sempre praticato la masturbazione , anche da sposato, e ancora ora la pratico, ma non mi sento in colpa, anzi mi fa stare bene. e non ho problemi con la mia signora.
certe volte penso, leggendo molto, che fa bene anche alla prostata ecc, la faccio per la salute..........!!! cordiali saluti

#7
Ex utente
Ex utente

Consiglio di fare un breve giro sul sito www.amicidomenicani.it dove un teologo domenicano risponde ai quesiti del fedeli su temi di morale sessuale e dottrina cattolica integralista. non saprei dire se siano più agghiaccianti i quesiti o le risposte che il teologo dispensa (tipo viene detto ad un ragazzino di 14 o 16 anni che serve alla messa, prega il rosario e fa opere buone, ma cade nell'immondo vizio impuro una volta a settimana, che se non si confessa ogni volta, sarà condannato all'inferno. questo ragazzino, poveretto, dice di sentirsi sporco e crescerà pieno di sentimenti di colpa). per non dire come vengono considerati gli omosessuali! al pari degli appestati e/o indemoniati. poi ci si meraviglia che quasi più nessuno va in chiesa e si confessa. e ti credo! questi domenicani tirerebbero di nuovo fuori dagli armadi gli attrezzi di tortura della santa inquisizione!

#8
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
Si sa che scienza e fede non vanno proprio d'accordo..
Fede ed educazione sessuale sono poi, il "diavolo e l'acqua santa".

Una cordiale saluto.

Valeria Randone .

#9
Ex utente
Ex utente

Va bene, dottoressa Randone, ma spero che quelle idee assurde di quel teologo domenicano non rispecchino al 100% quelle degli altri cattolici. lì ho letto delle cose da far rabbrividire! voglio dire, si tratta soprattutto di buon senso, piuttosto che di fede ferrea vs scienza/medicina. se non ricordo male, c'era una coppia di sposi che chiedeva se era peccato mortale che il marito abbia fatto uscire un poco di sperma al di fuori della vagina durante un rapporto sessuale e il teologo sosteneva che il rapporto fosse impuro! io, sul serio, vorrei incontrare sti tizi che mandano tali quesiti. ma dove abitano? dove sono? sembrerebbero essere più rari dei marziani

#10
Utente 390XXX
Utente 390XXX

Salve dott.ssa io ho voglia di masturbarmi almeno una volta al giorno .. potrebbe far male secondo lei e quante volte al giorno é possibile farlo grz

#11
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
il problema non è se fa male, ma "perché"

Perché lei pratica autoerotismo ogni giorno...
Quale significato ha per lei...
Compensa qualche mancanza?
È un anti stress?
Un ipno induttore?
Ripristina l'equilibrio psiche/soma?
Ha una vita di coppia?
Affettiva, sessuale, relazionale?
È appagante?

Non posso fornirle le risposte che cerca, ma spero di averle offerto le domande a cui le stesso potrà rispondere.

Se non trattasi di compulsione e di sostituzione della sesualita e del piacere condiviso, non fa male niente.

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