Il supporto familiare lungo tutto l'arco della vita: implicazioni sul benessere psicologico

albertomigliore
Dr. Alberto Migliore Psicologo, Psicoterapeuta

Un recente studio uscito sulla rivista scientifica Developmental Psychology (vol 51-3, Mar 2015, 277-288) esamina il complesso ruolo delle reti familiari sul benessere degli individui nel corso del tempo. Lo studio confronta la struttura familiare (la composizione, la dimensione) e la tipologia di relazione al suo interno in termini di benessere psicologico in tre periodi di vita: giovani (età 18–34), adulti (età 35–49) e senior (età 50+).

Quello che si è rilevato attraverso l’analisi di un campione di 881 persone è una conferma dell’influenza dei fattori ambientali/psicologici (come la riduzione della conflittualità familiare) nell’aumento o riduzione della sintomatologia nella sofferenza mentale, in particolare è stata analizzata la depressione, in tutte le fasce d’età.

I risultati vanno a rinforzare i modelli teorici che hanno messo in luce il ruolo familiare nella psicopatologia della persona e come questa sia importante in tutto ciclo di vita.

Emerge che sia nei i giovani e sia negli adulti un'elevata negatività familiare è associata ad un aumento dei sintomi depressivi nel corso del tempo. Nei senior sembra che non sia una riduzione della rete familiare a influire sulla sintomatologia depressiva ma la qualità dei rapporti, una riduzione della negatività familiare è correlata ad un aumento del benessere del soggetto e ad una riduzione della sintomatologia.

Nel complesso questi risultati contribuiscono ad una maggiore comprensione della complessità del soggetto e del suo sviluppo, evidenziando come il sostegno familiare abbia un ruolo fondamentale in tutto l’arco della vita.

Data pubblicazione: 23 marzo 2015

2 commenti

#1
Dr. Daniele Tonlorenzi
Dr. Daniele Tonlorenzi

Bellissimo articolo.... ma un dubbio "Nei senior sembra che non sia una riduzione della rete familiare a influire sulla sintomatologia depressiva".
Soggetto anziano con riduzione delle abilità (tutti gli anziani non riescono a fare tutto quello che facevano a 18 anni) che non ha problemi con la riduzione della rete familiare....
Questo studio.................... NON MI CONVINCE DEL TUTTO

#2
Dr. Alberto Migliore
Dr. Alberto Migliore

Grazie, lo studio mi è piaciuto perché sottolinea l'importanza della qualità delle relazioni in tutto il percorso di vita, in particolare in coloro che stanno vicino all'anziano (sano o malato che sia), aggiungerei familiari e non solo. Penso alla categoria degli operatori socio sanitari che hanno un ruolo fondamentale nella relazione con l'anziano, incidendo in modo determinante sul loro benessere psichico fisico. A volte sono loro gli unici "familiari" che l'anziano riconosce, per questo motivo ritengo importante non tanto la numerosità dei componenti della famiglia (aggiungerei allargata) ma la qualità delle relazioni espresse. Ben consapevole che queste relazioni spesso sono complicate da condizioni di sofferenza e malattia.

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