Non è bio? NO, Grazie!

l.demartino
Dr.ssa Laura De Martino Psicologo, Psicoterapeuta

NoN è Bio? NO grazie!

Ortoressia dal greco “orthos” corretto e “orexis” appetito è letteralmente l’eccessiva attenzione verso il mangiar sano.

Si tratta di una tendenza sempre più comune ed alcuni studiosi ritengono che sia una nuova forma di psicopatologia, da annoverare tra i disturbi alimentari insieme ad anoressia, bulimia e obesità.

Il Ministero del Salute ha diffuso alcuni dati secondo cui si tratta di un’ossessione prevalentemente maschile probabilmente a causa del proliferare di stereotipi culturali legati alla forma fisica dell’uomo, come dimostrerebbe anche la diffusione della vigoressia, ovvero la preoccupazione cronica di non avere un corpo sufficientemente muscoloso, prevalente tra i maschi.

Quali sono i comportamenti tipici di chi sviluppa questa rischiosa tendenza?

  • spendere più di 3 ore al giorno a pensare al cibo, selezionandolo più per i benefici sulla salute che per il gusto,
  • sentirsi in colpa qualora non si segua la dieta abituale
  • sentirsi padroni di se stessi solo se si mangia nel modo ritenuto corretto
  • impiego di una grande quantità di tempo nella ricerca e nell’acquisto degli alimenti a scapito di altre attività, fino a coltivare in prima persona verdure e ortaggi
  • preparazione del cibo secondo procedure particolari ritenute esenti da rischi per la salute (cottura particolare, utilizzo di un certo tipo di stoviglie)

Il rischio è l’isolamento sociale, che è infatti spesso l’esito di una scelta di vita che giustifica l’evitamento di momenti di socialità, spesso basati sulla condivisione di cibo, come un semplice aperitivo o una pausa caffè (durante i quali ci si limita eventualmente a consumare quasi esclusivamente acqua). Chi sceglie questo stile di vita spesso finisce con il disprezzare chi non mangia sano, fino a trovarlo poco intelligente e poco degno di essere frequentato.

Il paradosso dell’ ortoressia consiste  nel fatto che si crede di controllare i propri comportamenti alimentari per guadagnarne benessere, sottovalutando che gli stessi finiscono poi per controllare la propria vita. L’illusione che tutta la salute dipenda dal cibo preclude quel benessere apportato dalle sane relazioni sociali.

.Oltre che sul benessere emotivo e sociale, le conseguenze dell’ Ortoressia si fanno evidenti sul benessere del corpo: squilibri elettrolitici, avitaminosi, osteoporosi, atrofie muscolari, tutti problemi che possono richiedere talvolta interventi di ospedalizzazione o configurarsi come condizioni irreversibili

Come per le altre forme di ossessioni l’ortoressia è il tentativo inconsapevole di controllare delle angosce profonde quali l’angoscia per le contaminazioni, le malattie, per l’invecchiamento ed in generale l’angoscia di morte. Non di rado infatti l’ossessione nei confronti del cibo si associa anche ad altre forme maniacali come l’ossessione per l’esercizio fisico, per la pulizia, per massaggi e cure estetiche e spesso anche alla fobia dei farmaci.

Alla luce della ferma convinzione di agire in modo corretto, le persone che soffrono di ortoressia sono estremamente sicure delle loro convinzioni, che diventano veri e propri ideali di purezza interiore. Poiché si sentono superiori a chi non ha un simile autocontrollo, di norma rifiutano di riconoscere il loro problema e difficilmente chiedono aiuto. Se si rivolgono a specialisti lo fanno pertanto solo in virtù di eventuali malesseri fisici causati dalla dieta squilibrata. Il percorso necessario implica una reintroduzione dei componenti alimentari eliminati, ma è altresì necessario un contemporaneo lavoro sulle emozioni. Solo in questo modo, infatti, essi avranno l'occasione di occuparsi di quelle angosce reali e profonde che sostengo l’ossessione e sono da questa mascherate.

 

Data pubblicazione: 25 febbraio 2016

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