Disastri procreativi: il primo figlio arriva dopo i 30 anni, ed aumenta il tasso di infertilità

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

“Il bambino comincia in noi molto prima del suo inizio. Ci sono gravidanze che durano anni di speranza, eternità di disperazione”. Cvetaeva (poetessa russa).

L’ultimo rapporto Eurostat sui dati relativi alla natalità, vede l’Italia al primo posto in Europa per le mamme “over 30”.
Il rapporto Eurostat - l’ufficio che si occupa delle indagini statistiche dell’Unione Europea - non ci da buone notizie: l’Italia ha un tasso di natività bassissimo - meno della media europea - ed i figli vengono concepiti decisamente in ritardo rispetto all’età consona alla fertilità.

Di mamme ne abbiamo viste tante: attendiste, surrogate o in affitto, biologiche o genetiche, ed ancora omosessuali o single. Ma il percorso che porta alla maternità è spesso irto di ostacoli e di dossi o rallentatori.

Chi aspetta il principe azzurro, o è al secondo giro di boa dell’affettività.
Chi il lavoro ben remunerato o - preferibilmente - longevo.
Chi invece ha paura e demorde.
E chi ancora, decide più o meno consapevolmente di non volerne proprio, le “childfree”.

Prima l’attesa, poi il partner giusto, e quando sembra che tutto sia finalmente in ordine, ecco la deriva della procreazione.
La riserva ovocitaria non è più in grado di far diventare madri queste donne, trasgredendo il loro destino biologico.

Un incontro davvero doloroso tra desiderio ed aspettative di genitorialità, tra sogno nel cassetto e realtà clinica, e tra una mente piena ed un utero vuoto.

Qualche dato del rapporto Eurostat

Nel 2014 nell’Unione Europea sono nati 5.132.000 bambini.

Il nostro paese si classifica al quarto posto tra gli stati membri per numero di nascite (502.596), dopo a Francia (819.328), Regno Unito (775.908) e Germania (714.927) e seguita da Spagna (426.076) e Polonia (375.160).

In Bulgaria invece, l’età media delle neo mamme è intorno ai 25 anni (25.8).

La situazione è però ben più grave: non solo abbiamo “primipare attempate”, ma abbiamo anche un tasso elevato di problemi di infertilità rispetto agli altri paesi, con un numero medio di figli per donna di 1.37.

Qualche riflessione

Anticamente la donna seguiva pedissequamente il proprio destino biologico, anche a discapito della realizzazione professionale.

Prima moglie e poi madre; tutto il resto veniva molto dopo ed era davvero opzionale.
Oggi, le priorità sono diverse e, soprattutto, l’identità della donna non viene esclusivamente rappresentata dalla dimensione della maternità, ma da tantissimo altro.
Sorgono però svariate difficoltà, in quanto questo attendismo procreativo non corrisponde all’attendismo ovocitario.
La riserva ovocitaria è a termine, e non sempre l'attesa del calendario corrisponde all'attesa degli ovociti.

Il tempo dell'attesa sembra essere diventato un vero compagno di viaggio per le donne che desiderano diventare madri: attesa di un lavoro adeguato - o adeguatamente remunerato - attesa dell'amore, attesa di sentirsi pronte, comunque attesa!

Ed ecco il dramma, la rabbia, la frustrazione.

Il corpo diventa un estraneo, il peggior nemico della donna e della coppia, tradisce quell’atavico - e profondamente intersecato con l’identità femminile - progetto di generatività.

Uomo e donna reagiscono a questa diagnosi così lapidaria con modalità e vissuti differenti.
La donna, identificandosi sin da bambina nel ruolo di mamma, giocando con le bambole o a mamma e figlia, vivrà l’infertilità come un attacco acuto alla sua identità di donna, e svilupperà una probabile sindrome depressiva.

L’uomo invece, confonde il piano della fecondità con la potenza sessuale, sentendosi sminuito e compromesso nell’ambito fallico-fecondante, con una probabile ripercussione sulla salute psichica e sulla salute sessuale.

L’infertilità per la sua gravità e per l’impatto enorme che ha sulla qualità di vita, viene chiamata infatti “crisi di vita” (Menning, 1975).

Chi si occupa di coppie e di infertilità dovrà non soltanto erogare la cura, ma “prendersi cura” della coppia in tutte le sue declinazioni psico-corporee ed emozionali.

 

Fonte: http://ec.europa.eu/eurostat

 

 

http://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/7247830/4-04052016-AP-EN.pdf/4f1b5a12-c3c8-4f2f-a3aa-d56b78b1197d

 

 

 

Letture consigliate e canale salute:

 

 

Bigliografia.

  • 1996 “Sul letto di Procuste. Introduzione alla sociologia della sessualità”. Franco Angeli Milano.
  • Giddens 1995 “La trasformazione dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società moderne” Il Mulino Bologna
  • Ruspini 2009 “Uomini e corpi. Una riflessione sui rivestimenti della mascolinità” Franco Angeli.
  • Giommi Perrotta “Educazione sessuale come prevenzione. Nuovi modelli per la famiglia, la scuola, i servizi” Edizioni del Cerro Pisa.
  • Marco Inghilleri- Ruspini 2011 “ Sessualità narrante” Franco Angeli
  • Helen Singer Kaplan “manuale di Terapia sessuale” Feltrinelli.1992
  • Helen Singer Kaplan “I disturbi da desiderio sessuale” Mondadori 1994 Helen Singer Kaplan “Nuove terapie sessuali” Bompiani.2000

 

  • Cagnazzo G., Fecondazione artificiale: aspetti clinici e di tecnica, in Atti del III Congresso Nazionale e Workshops di Formazione della Società Italiana per la Ricerca e la Formazione in Sessuologia, Bari, 1988, Ies Mercury Editoria, Roma.

 

  • Capitanio G.L., Curotto R., Diagnosi di sterilità e l'impatto sulla sessualità della coppia, in Atti del XIII Congresso della Società Italiana di Sessuologia Clinica, Modena, 1993, CIC Edizioni Internazionali, Roma.
  • D'Ambrogio G., Nappi R.E., Tarabusi M., Fioroni L., Genazzani A.R., La riuscita o il fallimento della fecondazione e le sue ripercussioni sulla vita della coppia, in Atti del XIII Congresso della Società Italiana di Sessuologia Clinica, Modena, 1993, CIC Edizioni Internazionali, Roma.

 

  • Deragna S., Agostini R., Coghi I., Montanino G., Nicotra M., Ruozi Berretta L., Sterilità psicosomatica, Minerva Ginecologica, 46, 1-2, 1994, 31-40.
  • Di Francesco G., Sessualità nella coppia sterile, Rivista Sessuologia, 14, 1990, 266-269.

 

  • Di Francesco G., Fecondazione assistita, Rivista Sessuologia, 14, 1990, 270-273.
  • D'Ottavio G., Nicotra M., Simonelli C., Trischitta G., Modifiche del comportamento sessuale maschile in presenza del sintomo infertilità, in Atti del Congresso Nazionale della S.I.S.C e dell'A.A.S.E.C.T., Firenze, 1991, Istituto Internazionale di Sessuologia.
  • Frasoldati A., Cavaliere E., Biagini G., Merlo Pich E., Carani C., Marrama P., Neuroendocrinologia, stress e comportamento sessuale, Rivista di Scienze Sessuologiche, 5, 2, 1992, 95-102.
  • Gentili P., Franzese A., Valutazione dei meccanismi di difesa in un campione di coppie infertili, Rivista Sessuologia, 1991, 15 (1), 1991, 31-36.
  • Graziottin A., Scopesi A., Stagno P., Strano B., Vissuti psicosessuali nell'infertilità di coppia, in Atti del XIII Congresso della Società Italiana di Sessuologia Clinica, Modena, 1993, CIC Edizioni Internazionali, Roma.
  • Struzziero E., Corbo M., L'inseminazione artificiale eterologa (IAD): implicazioni psicologiche, Sessuologia, 2, 1987, 113-115.

 

  • Tavaglini T., Rifelli G., Psicologia e sessualità nella coppia sterile: 1. Il ruolo dello psicologo, Rivista di Sessuologia, 8, 2, 1984, 63-72
Data pubblicazione: 11 maggio 2016

4 commenti

#1
Utente 397XXX
Utente 397XXX

Purtroppo la nostra società è nemica della famiglia. Inseriti in un meccanismo di produzione e consumo, le donne e gli uomini non vengono più rispettati per quello che sono, ma solo in quanto consumatori o ingranaggi della produzione. Le donne in questo pagano un pesante scotto. Sono già molto penalizzate sul lavoro, ma devono investire nella formazione gli anni della loro maggiore capacità fecondativa e poi nella professione per avere un lavoro appena dignitoso spesso. La società è cambiata molto negli ultimi 40 anni: oggigiorno prima di produrre reddito passano decenni di vita. Solo che il corpo delle donne non è cambiato in termini di fecondità. Dopo una certa età i figli diventano un sogno irrealizzabile e la cosa paradossale è che al contempo la vita media si allunga sempre più. A 35 anni si scopre di non potere avere più figli ma rimangono in media altri 45 anni da vivere. A quel punto magari si cominciano a trarre i frutti a livello professionale ma purtroppo è tardi per diventare mamme. La vita è al contrario.

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
grazie per essere intervenuto.
Ha proprio ragione, la società è nemica della famiglia!

Oggi, amore, lavoro e figli sono il nuovo lusso del vivere.

#3
Utente 399XXX
Utente 399XXX

Forse la Dottoressa potrà confermarmelo ma solo fino a 10 anni fa questo problema non era cosí discusso e sembravano solo delle eccezioni le coppie che si trovavano ad affrontarlo.
Io sono classe '78 ed ai miei tempi c'era tanta fiducia nel lavoro, nella carriera, che nei giovani d'oggi non vedo più. Ho sentito di tanti miei coetani che hanno posticipato di anni, se non annullato del tutto, programmi di nozze o di metter su famiglia, un po' per inseguire la promozione ma anche, piu banalmente, per godersi i soldi, viaggi, apero ecc. Su questo anche noi maschietti abbiamo contribuito " perche volevamo godersi la liberta.

Sarò banale e non voglio giudicare le scelte di nessuno ma ogni cosa ha il suo tempo e a volte la cosa più semplice è seguire l'orologio della natura.

Chi non lo fa ne affronta le "disastrose" conseguenze.

#4
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Genrile Utente grazie per essere intervenuto.
Non credo che lei sia banale, ma molto realista.

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