Dove e quando nasce il senso di nostalgia?

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Dr. Alessandro Drago Psicologo, Psicoterapeuta

Dove e quando nasce il senso di nostalgia? Il senso di nostalgia nasce dalla rimozione dello stato bisogno, alcuni caratteri sono più predisposti altri meno anche se non sarà lo scopo dell'articolo questa differenziazione.

Userò una immagine, se vi va seguitela, per poter rispondere all'interrogativo. Provate ad immaginare una donna fortemente innamorata del proprio uomo. Lei lo lascia oppure lui lascia lei (i due accadimenti per quanto concerne il senso di nostalgia possono essere interscambiabili, anche se è credenza comune che se “veniamo lasciati” sprofondiamo nella nostalgia l'”altro” no).

Continuate in questa immagine di lei che vorrebbe, desidererebbe fortemente re-incontrare la persona amata per potergli parlare. Naturalmente questo per alcune ragioni non è possibile: litigi, tradimenti, risentimento, questioni familiari, ecc.

Cosa accade?

Accade che il senso di mancanza assale la donna, la fagocita a tal punto che somatizza quella mancanza come se fosse un “buco nello stomaco”. Immaginate adesso che quella mancanza, quel “buco nello stomaco”, si trasformi ad un tratto in una necessità impellente, ovvero, uscire di casa ed andare a trovarlo anche se non si deve e soprattutto non si può.

L'organismo della donna, per pochi secondi, si mobilita, si eccita, crea adrenalina ed è pronto ad entrare in “contatto” con quel bisogno che crea un forte stato di tensione. Successivamente, però, la donna razionalizza quel bisogno: “No non posso assolutamente farlo!”.

Proprio qui sta la genesi del senso di nostalgia: la rimozione dello stato di bisogno in un frangente esistenziale di bisogno spasmodico. Per chiudere l'immagine che vi ho proposto pensate, infatti, se la donna invece fosse entrata “in contatto” con quella necessità, avesse aperto la porta di casa e fosse corsa dall'uomo amato, avrebbe poi la sera avuto un profondo quanto sconfortante senso di nostalgia?

La risposta è no per un semplice motivo, “entrare in contatto” con le nostre cose pone l'essere umano in una fase di raggiungimento del bisogno che è antitetico al processo di inibizione, ponendolo in una relazione con il "mondo" che, giusta o sbagliata che sia, è pur sempre una relazione e non la sua definitiva perdita. In fondo, se ci pensate bene, vi siete mai chiesti come mai il tramonto viene spesso usato come metafora della nostalgia?

Il sole è bellissimo al tramonto, inarrivabile vorremmo che ci fosse per sempre, per un attimo godiamo della sua presenza, quasi siamo pronti a “toccarlo”. Poi svanisce ed il nostro bisogno si spegne insieme ad esso, anzi insieme a “lui”.

Data pubblicazione: 21 maggio 2016

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