La dolce rivoluzione dell’Homeschooling. I benefici psicologici di una scelta coraggiosa

Specialista cancellato
PsicologoPsicologo

 

C’è un movimento globale in grande e continua espansione che da una parte all’altra del mondo sta coinvolgendo sempre più persone, cambiandone completamente la vita: è la dolce rivoluzione dell’homeschooling.

Con il termine homeschooling che tradotto corrisponde a educazione parentale si fa riferimento alla scelta delle famiglie di assumersi la responsabilità di educare e istruire autonomamente e in completa libertà i propri figli. Questo può avvenire secondo le modalità più tradizionali, appoggiandosi ad esempio ai programmi ministeriali e individuando degli orari prestabiliti da dedicare all’apprendimento o creando di volta in volta argomenti di studio seguendo gli interessi dei bambini, o ancora partendo dalle esperienze della vita reale.

Ogni famiglia che sceglie l’homeschooling utilizza un metodo diverso creato su misura sulle proprie esigenze e peculiarità, tuttavia nelle diverse esperienze possiamo individuare degli aspetti comuni: il rispetto dei tempi del bambino, l’attenzione dedicata alle sue passioni, inclinazioni e interessi, un approccio che privilegia l’esperienza e il contatto con la natura e infine una valorizzazione delle componenti emotive e psicologiche.

 

 

 

Sono davvero in tanti a scegliere l’homeschooling?

Pur non disponendo di statistiche e dati aggiornati riconducibili ai numeri che sono in costante e rapida evoluzione, si stima che negli Stati Uniti le famiglie che scelgono l’educazione parentale siano più di due milioni, settantamila in Gran Bretagna, sessantamila in Canada, tremila in Francia e più di duemila in Spagna.

In Italia sono qualche migliaio le famiglie che hanno scelto l’educazione parentale, anche se il trend è in tutte le regioni in costante crescita e l’interesse estremamente elevato, non solo per l’opportunità che questa scelta costituisce a breve termine, ma anche come investimento per il futuro, con un occhio alle università più prestigiose al mondo che accolgono più che positivamente gli homeschoolers (Harvard, Yale, Princetown, Cornell).

 

Sarà l’ennesima moda?

"Se appartenete a coloro che storcono il naso davanti a stili educativi modaioli ed élitari preparatevi a cambiare idea: l’educazione parentale sarà la scuola del futuro!".

L’homeschooling, assecondando gli interessi del bambino, rispettandone i tempi, personalizzandone l’apprendimento e privilegiando l’esperienza diretta, rappresenta una scelta coraggiosa e di valore, in grado di promuovere in modo particolarmente efficace lo sviluppo delle competenze emotive, dell’autostima, della personalità, della capacità di ascolto e autoregolazione, della comunicazione, dell’empatia, del problem solving, del pensiero creativo, del rispetto per l’altro attraverso l’esperienza del rispetto per se stessi.

L’aspetto più comunemente criticato dell’educazione parentale è la presunta mancata o ridotta socializzazione, tuttavia la vita comunitaria, sociale e sportiva degli homeschoolers è tipicamente più ricca dei bambini che frequentano la scuola tradizionale, con una conseguente loro più sviluppata capacità di attenzione, empatia e comunicazione.

Fare educazione parentale significa anche privilegiare le opportunità di interazione con la società, con gli adulti o con i propri pari anche al di fuori degli orari più tipici. Il tutto si traduce con una migliore qualità della vita e del tempo, bene prezioso oggi più che mai.

 

Un modo innovativo per educare i propri figli: creativo, duttile, etico e personalizzato.

Scegliere l’homeschooling non solo è perfettamente legale per ogni età, ma offre innumerevoli e potenzialmente inesauribili possibilità in termini di creatività e libertà.

Questa possibilità è stata per molto tempo sconosciuta alla maggior parte delle famiglie italiane e solo oggi, grazie al grande lavoro delle famiglie che hanno intrapreso questa strada e che hanno messo a disposizione di tutti il loro know-how, scegliere è molto più semplice.

Sino a poco tempo fa nemmeno gli addetti ai lavori erano adeguatamente informati sulla possibilità di optare per l’educazione parentale, qualcuno si è persino sentito rispondere che si tratta di un’opzione per “per chi ha i figli malati”. Ebbene non è proprio così: molto spesso sono proprio ex insegnanti, educatori e psicologi a scelgliere l'homeschooling per i propri figli; spesso è proprio chi ha amato di più la scuola e lo studio che non riesce ad accontentarsi di un sistema scuola troppo spesso scricchiolante.

 

Perché questi genitori non scelgono la scuola tradizionale

Gli aspetti riguardanti la scuola pubblica che suscitano perplessità sono diversi:

  • la numerosità delle classi che sembra non consentire un insegnamento e un’attenzione adeguati, molto spesso gli insegnanti portano avanti un discorso “di e sul gruppo” che inevitabilmente tende all’omogeneità e a un livellamento verso il basso dovuto alla eterogeneità degli stili di apprendimento.
  • il numero delle ore che i bambini passano al chiuso in una classe e la sua precocità (in particolare se confrontati con i modelli educativi del nord Europa), aspetto che può condurre allo sviluppo di problematiche secondarie quali l’acquisizione di stili di vita scorretti che possono portare facilmente a obesità; difficoltà a mantenere la concentrazione; impossibilità di libero confronto; impossibilità di ascoltare e assecondare i propri bisogni (come il poter bere acqua quando lo si desidera o recarsi in bagno quando si avverte la necessità). Il sistema scuola deve funzionare e necessita naturalmente di regole, ma siamo sicuri che impartire regole che allontanano dalla capacità di ascolto di sé stessi sia la giusta soluzione?
  • I fenomeni di bullismo che dilagano sono sempre più precoci e sovente non trovano adeguata risposta dagli insegnati che, o non sembrano accorgersene o sembrano minimizzare, mostrando di fatto una scarsa abilità nel promuovere la competenza emotiva degli alunni che può essere considerato uno dei requisiti fondamentali per il benessere psicologico del bambino e un apprendimento forse più urgente rispetto alle competenze utili e necessarie al raggiungimento di determinati obiettivi entro determinati tempi.

 

La scuola tradizionale fa fatica e mentre si lavora su più fronti per tentare di renderla efficace, alcune famiglie scelgono di portare avanti un cambiamento in prima persona, diventando loro stesse il cambiamento che desiderano vedere all’esterno.

Quello che la scuola era un tempo: un luogo dove formarsi, confrontarsi, crescere, apprendere troppo spesso si trasforma in un luogo che contiene, limita, impone, omologa. La diversità va valorizzata e rispettata, ma frequentemente si chiede ai bambini di “essere tutti uguali per consentire agli insegnati di riuscire a compiere il loro lavoro”.

Questi e tante altre considerazioni sono quelle che hanno portato migliaia di famiglie a compiere questa scelta coraggiosa e rivoluzionaria. Non necessariamente rivoluzionaria verso il sistema quanto per la famiglia che si trova a ricreare ex novo un equilibrio che sarà sempre e comunque in costante evoluzione, proprio come la vita stessa.

Accettare di cambiare insieme agli altri adattandosi alle necessità del momento per imparare in libertà non solo dentro casa, ma anche e soprattutto fuori, all’aria aperta, nei musei, nei teatri, nei laboratori degli artigiani, in mezzo alla natura.

 

 

 

Quando tutto assume un significato diverso

  • Apprendere facendo ad esempio creando un manufatto, un lapbook, un sistema di irrigazione per le piante della mamma, uno scivolo di uscita per il gatto non solo sviluppa la capacità di problem solving, di focalizzazione e di concentrazione, ma permette anche l’acquisizione di capacità pratiche e competenze tecniche che sostenute dall’esame di realtà diventano più facilmente comprensibili e durature.
  • Osservare per comprendere. Avere l’opportunità di guardare le cose soffermandosi su di esse aiuta a sviluppare diverse prospettive favorendo così il pensiero creativo e la capacità di trovare soluzioni strategiche. Queste competenze equivalgono a quelle maggiormente ricercate dalle più innovative aziende a livello globale che investono sulla ricerca di persone in grado di pensare in questi termini.
  • Apprendere assecondando l’interesse del momento permette di raggiungere dei livelli di comprensione e di concentrazione maggiori rispetto allo sforzo di fare proprio un qualcosa che viene proposto dall’esterno. Imparare prima o dopo non è importante, se quello che si scopre è sostenuto dalla passione e dalla curiosità diverrà una solida base per ulteriori approfondimenti eventuali.
  • Creare il proprio apprendimento significa diventare abili nella ricerca delle informazioni, sviluppare un metodo di ricerca che permetterà di reperire, elaborare e approfondire gli argomenti integrandoli tra loro utilizzando diversi format.
  • L’apprendimento cooperativo trova ampio riscontro anche in chi pratica l’homeschooling: dai lavori fatti con la mamma per i più piccoli, agli incontri in biblioteca, così come sul web. Questo permette non solo lo sviluppo di relazioni sociali reali nella comunità di appartenenza, ma anche un apertura al viaggio, all’incontro e al confronto così come all’adattare il proprio stile comunicativo alle circostanze in cui ci si trova.
  • Diventare responsabili. Con l’educazione parentale i genitori riscoprono la responsabilità insita in questo ruolo rinunciando al delegare ad altri. Se è vero che una famiglia ha la necessità di aprirsi all’esterno è altrettanto vero che negli ultimi anni si è arrivati ad opposti in cui sovente i genitori delegano completamente ad altri le proprie responsabilità perdendosi così la preziosa opportunità di crescere e cambiare insieme ai propri figli.
  • La base sicura La famiglia ritorna ad essere la base sicura da cui spiccare il volo della conoscenza, la casa non come limite e chiusura, ma come luogo sicuro in cui ascoltarsi, conoscersi, fermarsi e tornare mentre si intraprende l’avventura della conoscenza e della vita.

 

L’homeschooling non è per tutti.

L’educazione parentale è quindi una possibilità, del tutto legale e sancita dalla costituzione (Articoli 30 e 34 della Costituzione Italiana) ma non è la scelta giusta per tutti.

Non si tratta di avere o meno disponibilità economica o di disporre di una enorme quantità di tempo, certamente questi aspetti sono rilevanti, ma esattamente come lo sono per qualsiasi famiglia a prescindere dalla scelta educativa.

Ciò che determina la possibilità di praticare o meno l'homeschooling sono le priorità che una famiglia si dà e se tra queste i sono: il desiderio di vivere appieno ogni momento insieme ai figli; insegnare a pensare e ad essere liberi allora forse varrebbe la pena considerare questa opzione.

Come tutte le scelte onorevoli ha un costo: fatica, cambiamento, risorse personali, rinunce, confrontarsi con i propri limiti, accettare le proprie debolezze e quelle altrui.

Questo articolo non si pone come critica nei confronti di una scuola tradizionale che sta tentando con tutte le forze stare al passo con i tempi, ma vuole invitare a riflettere sulla necessità di cambiamento. Il cambiamento può iniziare ed evolvere su più fronti ma è necessario che i genitori maturino consapevolezza e acquisiscano conoscenza, perché solo così si possono compiere libere scelte.

 

Grazie a tutte le famiglie che hanno messo a disposizione i loro saperi

 

 

Per approfondimenti

  • Alexander Neill, I ragazzi felici di Summerhill, Il fanciullo difficile
  • Alfie Kohn, Amarli senza se e senza ma
  • Bruno Bettelheim, Un genitore quasi perfetto
  • Chopra, Le sette leggi spirituali del buon genitore. Come guidare i nostri figli sulla via della felicità e del successo
  • Daniel Pennac, Diario di scuola
  • Durrell Gerald, La mia famiglia e altri animali
  • Elena Balsamo, Libertà e amore. L’approccio montessoriano per un’educazione secondo natura
  • Erika Di Martino, L’educazione parentale in Italia
  • Filippo Trasatti, Lessico minimo di pedagogia libertaria
  • Francesco Codello, La buona educazione
  • Francesco Codello, Vaso, creta o fiore?: né riempire, né plasmare ma educare
  • Gabor e Matè, I vostri figli hanno bisogno di voi
  • Grace Llewellyn, Guerrilla Learning, How to Give Your Kids a Real Education with or Without School, The Teenage Liberation Handbook: How to Quit School and Get a Real Life and Education
  • Grazia Honnegher Fresco, Montessori: perché no?, I figli, che bella fatica. Il mestiere del genitore
  • Ivan Illich, Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile?
  • James Marcus Bach, La scuola fa male
  • Jan Hunt, Genitori con il cuore
  • Janusz Korczak, Il diritto del bambino al rispetto, Come amare il bambino
  • John Dewey, Esperienza e educazione
  • John Holt, How Children Learn, Teach Your Own, How Children Fail, Learning All the Time
  • John Taylor Gatto, Weapons of Mass Instruction, Dumbing Us Down, The Exhausted School
  • Jon Kabat-Zinn, Myla Kabat-Zinn, Il genitore consapevole
  • Monti, C. Bartoli, Prima educare. Nella scuola e nella società
  • Lamberto Borghi, La città e la scuola
  • Marcello Bernardi, Educazione e libertà
  • Maria Montessori, La scoperta del bambino
  • Michael P. Smith, Educare per la libertà
  • Paulo Freire, Pedagogia dell’autonomia. Saperi necessari per la pratica educativa
  • Roberto Denti, Conversazioni con Marcello Bernardi. Il libertario intollerante
  • Stephen R. Covey, L'Ottava Regola, Dall'Efficacia all'eccellenza
  • Tom Hodgkinson, Oziando si impara. Educare i figli a essere autonomi e conquistare la serenità
  • Zavalloni Gianfranco, La pedagogia della lumaca. Per una scuola lenta e nonviolenta

 

Data pubblicazione: 28 aprile 2017