Omicidio, suicidio. La depressione nell'anziano

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

A 77 anni, dopo una vita di sacrifici e percorsi in salita dell'esistenza, un anziano signore dovrebbe raccogliere i frutti di così tanta fatica.
Godere della sua pensione.
Giocare con i suoi nipoti.
Accarezzare i suoi gatti.
Ed, essendo della vecchia guardia, avere ancora, nel bene e nel male, la stessa moglie a suo fianco.
Di certo non suicidarsi.

Ieri a Ferrara, un anziano antiquario, in panne con l'agenzia delle entrate e con l'acqua alla gola, in prossimità di uno sfratto, per non lasciare il suo nido, ha deciso - più o meno coscientemente o nel baratro della sua totale disperazione e cupa depressione - di uccidere la sua anziana moglie, suo figlio di anni 48, ed i suoi due gatti.
Di dare fuoco alla sua casa, amorevolmente - ed immagino faticosamente - acquistata ed accudita.
Dopo di lui, il nulla!
Dopodiché si è suicidato, nella piazza della sua città.

Avrà chiesto aiuto?
Soffriva di depressione, magari mai diagnosticata?
Avrà pensato di proteggere la sua famiglia dal suo fallimento?
Cosa sarà mai passato nel cuore e nella mente di questo anziano signore?

La depressione nell'anziano, note cliniche

L'anziano non è immune dai disturbi dell'umore.
L’esordio depressivo può appartenere alla sua storia di vita, o verificarsi anche esclusivamente in età senile.
La depressione a insorgenza tardiva mostra però caratteristiche differenti rispetto alla patologia depressiva ad insorgenza precoce.
La prima, solitamente, viene subito attenzionata perché non consona all’età.
Quindi, curata.
La depressione a "insorgenza tardiva" tende invece alla cronicizzazione perché c’è un lungo “periodo di latenza diagnostico-terapeutico”.

 

Cura, rete sociale e prognosi

La prognosi dipende dalla terapia, e la terapia dipende dalla diagnosi.
Uno dei fattori da tenere in debita considerazione, è la diagnosi precoce della depressione dell'anziano.
Un figlio, o un nipote, attento ed empatico, dovrebbe sapere cogliere i segnali prodromici di una depressione come:
La mancanza di appetito
Disturbi del sonno: insonnia o ipersonnia
Deflessione del tono dell'umore
Ritiro dall'ambiente circostante
Mancanza di iniziative
Irrequietezza motoria
Ipocondria
Paura della disabilità, della solitudine e della morte.
Senza mai dimenticare la comorbidità con altre patologie che possono avere compromesso la sua qualità di vita.

Ricapitolando: l'amore salva la vita di chi amiamo.
Quindi, uno sguardo attento e vigile su chi amiamo, per evitare che tragedie come queste possano verificarsi ancora ed ancora.

 

Fonte: http://tg24.sky.it/cronaca/2017/08/04/Ferrara-uccide-moglie-figlio-si-spara-sfratto.html

 

 

Data pubblicazione: 05 agosto 2017 Ultimo aggiornamento: 08 agosto 2017

6 commenti

#2

Molto interessante, cara Valeria, la depressione nell'anziano è frequente , e non sempre riconosciuta, ne' curata , ha che fare anche con le risorse psichiche , come la curiosità , l'èlan vital, il patrimonio affettivo costruito nel tempo.. ma anche con la solitudine, il senso di sconfitta, a volte i pochi soldi, i brutti pensieri.. Più attenzione da parte della famiglia , ma anche dei vicini, degli amici sarebbero importantissimi.. Sempre in pista , tu..

#3
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Magda,
hai davvero ragione!

Risorse, come fanno le formiche per sopravvivere all'inverno, e mille occhi aperti!

Un abbraccio

#4
Utente 397XXX
Utente 397XXX

La verità è che, purtroppo, questa società ha perso ogni tipo di empatia e compassione per le persone più deboli. I poveri, gli anziani e i malati sono considerati dei rifiuti e quindi, come i rifiuti, preferiscono buttarsi via.

#5
Utente 350XXX
Utente 350XXX

Io sono depresso da anni. Le mie risorse psichiche come le definisce la dottoressa Fragonese sono quindi ormai distrutte?
Che ne sarà di me in età anziana? Sicuramente c'è l'orribile rischio che starò molto ma moltissimo peggio che ora, con meno tempo e forse ed energie a disposizione per trovare il benessere. Ed in una società che non accetta il suicidio assistito costringendoti a stare male, in solitudine oppure morire in modi orribili e sanguinolenti provocati da solo.

A volte penso che la soluzione ad una depressione e voglia di vivere che cessa dilagante sia proprio la più impensabile. Se nella nostra società il suicidio fosse liberalizzato, legalizzato, la morte rapida ed indolore insomma fosse facile da ottenere forse, e dico forse, ci sarebbe molto più interesse per le sofferenze altrui. La gente intuirebbe maggiormente quando il malessere degli altri inciderebbe sulla loro stessa vita se gli altri appunto potrebbero potenzialmente venirgli a mancare da un momento all'altro per loro scelta. Ci sarebbe molto più interesse per le istituzioni attraverso la scuola, gli ospedali ecc. a garantire e istruire il benessere psicologico, per paura che la gente liberamente decida di morire.
Sembra un assurdità ma mica tanto a mio parere. Abbiamo creato una società dove secondo il politicamente corretto certe idee e certe libertà non vanno concesse (anche se richieste). E questo in un certo senso ci rassicura che tanto gli altri, anche se soffrono, sono vincolati a vivere e ci ha anche fatto perdere di vista l'importanza degli altri per dedicarci tranquillamente a noi stessi.
Forse in un mondo che concede tante libertà e che ha ormai ucciso Dio (in senso Nietzschiano), è proprio l'ostacolamento legalizzato della più importante libertà di tutte (come la definiva Camus) che impedisce di trovare un equilibrio esistenziale tra le persone ma ci isola gli uni dagli altri invece. Provate a pensarci.

#6

In risposta all'Utente 350593 vorrei dire che le risorse psichiche possono riaccendersi , certo incontri, amicizie con persone disponibili ed empatiche sarebbero un grande aiuto, ma anche il soggetto può darsi aiuto.. scrivere un diario ad esempio, permette di mettere una distanza fra i problemi di ieri e l'oggi, leggere , allarga il mondo e ci permette di riconoscere altri stati d'animo e trarne conforto.. ci sono le cure e la psicoterapia, ma anche guardare gli altri e cercare di capirli aiuta.. l'empatia e' contagiosa e rasserenante , serve a stabilire un ponte emotivo.. il suicidio permesso non può essere la soluzione unica.. dico questo senza giudizi e con molta comprensione, gentile Utente. Possiamo forse anche fare pace con noi stessi, con le nostre delusioni e le nostre sconfitte , restare curiosi ed anche pensare che cambiare qualcosa si può. Non diamoci per vinti..

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