Perché devo fare anche l’esame urodinamico?

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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Per molti anni mi sono occupato di urodinamica, metodica che mi costrinse ad allargare gli orizzonti culturali perché, per un discreto urodinamista, lo studio del pavimento pelvico e le conoscenze neuro urodinamiche sono essenziali.

Tanti anni fa a un congresso annuale di urodinamica tenutosi a Bari uno dei maggiori esponenti disse:

>>>parliamoci chiaro, l ‘esame urodinamico serve a ben poco, spessissimo facciamo diagnosi “ex adiuvantibus” con la terapia; se sospetto una ipereflessia prescrivo l’anticolinergico e se il disturbo irritativo svanisce ho posto la giusta diagnosi. <<<

Forse non aveva tutti i torti, almeno per quel tipo di patologia.

Esiste però tutto il mondo della neurourodinamica (pazienti mielolesi o con problemi centrali) dove chiaramente l’esame ha un ruolo fondamentale per monitorizzare le evoluzioni e maturazioni delle lesioni, e dove il passaggio da iporeflessia a ipereflessia può significare tantissimo per il neuro/urologo.

Nella uroginecologia ha sicuramente un ruolo importante per la diagnostica differenziale e per lo studio della “continenza uretrale”, ma deve essere eseguito in centri dedicati e con le strumentazioni dedicate (a partire dall ‘estrattore uretrale.)

Ma nella pratica clinica quotidiana, nel paziente ostruito, ha senso eseguire l’esame urodinamico?

Non è sufficiente monitorizzare il paziente con uroflussometria ed ecografia vescicale e prostatica?

Effettivamente penso che nella quotidianità della diagnosi e cura del paziente prostatico ostruito, (la sintomatologia), la uroflussometria e la valutazione ecografica eseguiti se possibile nell ambito della visita, siano sufficienti ad assicurare la corretta gestione.

Però mi capita spesso di eseguire esami urodinamici in pazienti precedentemente operati di TURP, assolutamente non migliorati da un punto di vista sintomatologico e quindi inviati per uno studio più approfondito. Ebbene in molti casi i sintomi “ostruttivi” con il basso flusso erano determinati da una IPOCONTRATTILITA’ DETRUSORIALE, ossia la vescica (detta anche muscolo detrusore, per l ‘utenza) non aveva la giusta forza contrattile. Se questo paziente avesse eseguito lo studio urodinamico, pur sottoponendosi alla terapia chrirurgica disostruttiva avrebbe saputo che il suo flusso urinario non sarebbe poi cambiato di molto.

Ritengo che in tutti i pazienti che si sottopongono ad intervento disostruttivo per ostruzione cervico uretrale sia utilissimo eseguire anche la valutazione urodinamica per conoscere a priori quello che potrà essere l’obiettivo raggiungibile da un punto di vista sintomatologico e quindi di soddisfazione per se e per l’urologo curante

Data pubblicazione: 23 agosto 2013

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

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