Collegamento tra iperplasia prostatica benigna e infiammazione

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

L'iperplasia prostatica benigna (IPB) è una delle malattie più comuni asso­ciate al processo di invecchiamento negli uomini, in particolare di età > 50 anni, ma ne sono stati identificati solo alcuni fattori predittivi. Negli ultimi anni, l’attenzione si è focalizzata sul ruolo dell’infiammazione della prostata nella patogenesi e nella progressione dell’lPB.

 

 Nel marzo 2013, in occasione del meeting dell’European Association of Urology a Milano, Italia, si è tenuto un simposio satellite dal titolo “Be- nign Prostatic Hypertrophy (BPH) and Inflammation, from Lab to Clinic” (Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB) e infiammazione, dal laboratorio alla clinica), con l’obiettivo di riesaminare gli ultimi dati relativi al legame tra infiammazione e IPB. Questo do­cumento si basa su una delle presentazioni di questo simposio. È stata condotta una ricerca strutturata della letteratura su PubMed e l’accento è stato posto sui risultati degli scorsi 10 anni.

Questo articolo esamina i recenti risultati relativi al potenziale legame tra infiammazione locale e sistemica e IPB

L’IPB è caratterizzata da progressiva iperplasia delle cellule stromali e ghiandolari e, clinicamente, viene definita dai sintomi del tratto urinario inferiore. Nel corso degli ultimi anni, è stata sempre maggiore l’evidenza a sostegno di un collegamento tra infiammazione prostatica e IPB. Gli infiltrati infiammatori os­servati nei pazienti con IPB sono composti principalmente da linfociti T cronicamente attivati. Le citochine e i fattori di crescita rilasciati dalle cellule infiammatorie creano un ambiente proinfiammatorio, che può sostenere la crescita fibromuscolare osser­vata nell’IPB e può anche essere responsabile dell’induzione di uno stato di relativa ipossia, causato dalla maggiore richiesta di ossigeno da parte delle cellule proliferanti. Diversi studi clinici hanno confermato la presenza dell’infiltrato infiammatorio negli uomini con IPB, che si è dimostrato coinvolto nella patogenesi, nel quadro clinico e nella progressione di questo disordine. Un’evidenza emergente sembra confermare che rinfiammazione sistemica possa anche rivestire un ruolo nell’lPB, poiché negli uo­mini con sindrome metabolica si è trovata una significativa correlazione tra diametro/ volume della prostata e numero di componenti della sindrome metabolica. Conclusioni:È chiaro che un certo numero di meccanismi differenti sono coinvolti nella sviluppo e nella progressione dell’lPB. L’infiammazione della prostata è un ele­mento importante, perché sembra essere coinvolta nella patogenesi, nella sintomato­logia e nella progressione della malattia.

  

Ribai MJ. The Link Between Benign Prostatic Hyperplasia and Inflammation. Eur Urol Suppl (2013); 

Data pubblicazione: 23 ottobre 2014

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

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2 commenti

#1
Dr. Roberto Mallus
Dr. Roberto Mallus

Posso dire c'ero anch'io a quel congresso e di fronte a tale studio pensa che cmq non esiste una correlazione matematica tra aumento di volume dell'adenoma prostatico e grado di ostruzione prostatica;infatti, come ben sappiamo, un piccolo adenoma può ostruire ed essere causa di intervento disostruttivo più di voluminosi adenomi prostatici.
Ora considerato che l'ipertrofia prostatica è patologica quando è ostruttiva, non si capisce l'utilità "pratica" di tale studio.
Cmq complimenti per la chiara esposizione

#2
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Sei sempre molto attento agli aspetti clinici e pratici della professione. Sono pienamente d'accordo. Un caro saluto e grazie

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