La tecnologia 3D in urologia

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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

L’avvento della tecnologia 3D ha modificato molto le abitudini dei chirurghi specie in ambito urologico. In quest’ultimo caso essa è applicabile in molti ambiti come la chirurgia del surrene, del rene, dell’uretere, della vescica e della prostata. Grazie all’utilizzo di una consolle collegata ad una doppia telecamera che simula la visione binoculare (sitema Da Vinci Si) o attraverso l’utilizzo di appositi occhiali è possibile condurre un intervento chirurgico con una visone ingrandita (almeno 10x) ed in tridimensione, ottenendo una perfezione chirurgica nel rispetto dei piani anatomici non ottenibile in altro modo.

Molti progressi si sono fatti anche grazie alla tecnologia 3D abbinata all’utilizzo di mezzi di contrasto, particolarmente utile nella chirurgia renale come ad esempio la tumorectomia ovvero la asportazione del solo tumore con risparmia del rene che è indicata solo se la dimensione del tumore non supera i 4cm.

Tale intervento viene condotto con il metodo CEUS ovvero una ecografia associata o meno ad esame ecocolordoppler intraoperatoria eseguita previa somministrazione di mezzo di contrasto costituito da microbolle.

Queste ultime investite dal fascio di ultrasuoni sono in grado di mettere in risalto l’area tumorale. In tal modo il chirurgo è in grado di andare ad eseguire l’escissione del tumore in maniera certosina riducendo il rischio di margini chirurgici positivi (l’escissione del tumore prevede l’asportazione dello stesso e di 1cm di parenchima renale sano circonferenzialmente ad esso). In alcuni casi non è possibile distinguere l’esatto margine del tumore e si corre il rischio di eseguire l’incisione troppo vicino al margine del tumore ottenendo così il margine chirurgico positivo, ovvero all’esame microscopico si rileva la presenza del tumore troppo vicino al margine di resezione esponendo il paziente ad un più alto rischio di recidiva.

Con l’utilizzo di mezzo di contrasto la demarcazione del tumore è più netta e tale rischio è inferiore.  

Altra tecnica abbinata alla tecnologia 3D è l’utilizzo di tecniche di fluorescenza (FireFly imaging) che prevede la somministrazione attraverso il circolo venoso sanguigno di verde di indocianina (ICG) che ci permette di mettere in risalto la vascolarizzaione del rene e del tumore.

Fig. A: Arterie fluorescenti in verde     Fig. B: Tumore grigio circondato da aree fluorescenti sane

Essa prevede l’utilizzo di apparecchiature apposite e di alcuni filtri applicati alla consolle o agli occhiali. Normalmente per l’asportazione del tumore si procede ad un arresto transitorio del flusso sanguigno di tutto il rene per una durata massima di 30 minuti. Con questa tecnica si è in grado di individuare e chiudere le sole arterie principali afferenti al tumore in modo tale da mettere in risalto l’area tumorale che può essere asportata in maniera più completa senza correre il rischio di avere i predetti margini chirurgici positivi oltre ad evitare possibili danni renali correlati alla ischemia (ridotto apporto di sangue ossigenato arterioso).

La Tecnologia tridimensionale e l’utilizzo di mezzi di contrasto, apparecchiature ecografiche, sistemi a fluorescenza rendono possibile la esecuzione di tipologie di interventi chirurgici un tempo inimmaginabili come l’asportazione del solo tumore risparmiando il rene sano (chirurgia nephron sparing). Inoltre esse possono permetterci di distinguere lesioni benigne da quelle maligne (cisti renali complex), oppure possono permetterci di embolizzare (chiusura delle arterie che afferiscono al tumore con sostanze sclerosanti o ostruenti il lume vasale determinando la morte selettiva delle cellule tumorali) la sola lesione tumorale lasciando intatto il parenchima sano. 

Sono tecnologie già disponibili sul mercato ma come provato dal nostro gruppo in via sperimentale presentano dei costi al momento proibitivi (20.000 Euro per l’apparecchiatura ecografica e 100.000 Euro per l’apparecchiatura a fluorescenza più il costo del mezzo di contrato 100 euro a fiala) considerato il delicato periodo economico. Ovviamente i centri di eccellenza che lo possono attuare devono già disporre del robot Da Vinci e della attrezzatura Laparoscopica.  

  

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Data pubblicazione: 14 aprile 2015

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