La soia non fa bene alla prostata

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 Questa nuova ci viene da un recente lavoro, pubblicato sull'International Journal of Cancer da un gruppo di ricercatori della Fairbanks School of Public Health dell’Università dell’Indiana, in cui viene in parte ribadito come alcuni alimenti ricchi di fitoestrogeni e isoflavoni, tra questi è da annoverare la soia, possano aumentare il rischio di cancro in alcuni organi per la loro somiglianza strutturale al 17 β-estradiolo.

 

  

 

Il cancro della prostata è un tumore molto presente nei paesi occidentali ma negli ultimi decenni alcune valutazioni epidemiologiche hanno messo in rilievo che il tasso di incidenza di questa patologia è notevolmente aumentato, in modo significativo e di più nei paesi asiatici, dove il consumo di soia e derivati è decisamente più alto.

Questo studio, coordinato tra l’altro da un ricercatore di origine asiatiche: Jian-Ting Zhang, ha valutato nell’arco di quasi dodici anni, esattamente di 11 anni e sei mesi, 27.004 uomini inseriti in un programma complessivo di screening, oltre che per il cancro della prostata, anche per i tumori che colpiscono il polmone e il colon retto; in questo gruppo di più di 20.000 persone sono stati scoperti, in quest'arco di tempo, 2.598 casi di tumore prostatico e di questi 287 erano in stadio avanzato; a questo punto sono stati valutati i loro stili di vita e soprattutto le loro abitudini alimentari e, fatte tutte le valutazioni, i confronti statistici e le tare del caso, è risultato che il cancro della prostata, soprattutto le sue forme avanzate ed aggressive, era più frequente in coloro che assumevano alimenti ricchi di isoflavoni (Genisteina, Daidzeina, Cumestrolo e Gliciteina), come la soia.

 

      

 

Questo è uno studio molto pesante, punto di partenza per la valutazione di alcuni alimenti ricchi di fitoestrogeni, i cui risultati comunque dovranno essere ora ulteriormente confermati nei prossimi anni anche con altre ricerche epidemiologiche su popolazioni con altre e diverse abitudini alimentari.

 

Fonte:

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ijc.31095/full

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html

 

Data pubblicazione: 25 novembre 2017

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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4 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Buong Dott
Qual'è la sua opinione in merito? Praticamente viene smentito quello che da molto si è sempre sostenuto, cioè che i fitoestrogeni consentono di svolgere una funzione simile agli estrogeni umani e preservare alcuni tessuti dallo sviluppo di tumori...per anni ho sempre letto che con l'età il testosterone cala e comporta un aumento della massa grassa ricca di aromatasi un enzima che lo trasforma in estradiolo, avendo noi nella nostra prostata dei recettori di estrogeni, nel tempo svilupperanno e favoriranno una progressione del tumore, ecco allora che intervengono questi pseudoestrogeni vegetali che dovrebbero parzialmente saturarsi degli estrogeni circolanti(evitando di essere captati da quelli della prostata)...mi son perso, spero abbia capito nel disordine quello che intendevo.
questo perchè sono 6/7 anni che la mia dieta è cambiata a favore di questi prodotti (olio di lino, soia, semi vari, legumi), insomma , crolla una certezza che pensavo di avere.
buon lavoro, la seguo da molto e la considero veramente professionale e corretta.
Buongiorno

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

al momento è difficile darle una opinione in merito a questa segnalazione un pò controcorrente; come già scritto: "Questo è uno studio molto pesante,è un punto di partenza per la valutazione di alcuni alimenti ricchi di fitoestrogeni, i cui risultati comunque dovranno essere ulteriormente confermati, anche con altre ricerche epidemiologiche su popolazioni con altre e diverse abitudini alimentari."

Ancora un cordiale saluto.

#3
Ex utente
Ex utente

Capisco l'incertezza che si è creata, meglio allora alleggerire i quantitativi di tali prodotti? cmq resta la delusione che periodicamente verità assodate vengano smentite in un batter d'occhio riportando la confusione totale....nulla di grave , certo, ma tolgono così la consapevolezza che stiamo facendo le cose giuste e in sintonia con il nostro corpo...pazienza!!
buon lavoro
Salve.

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,
che "verità assodate vengano smentite in un batter d'occhio..." è una prospettiva fondamentale del nostro metodo scientifico ...

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