Una base genetica ai pregiudizi

p.cattelan
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta

Tutti noi siamo guidati nelle scelte e nei comportamenti da ciò che abbiamo acquisito con l'esperienza. Una ricerca della Brown University* sembra trovare una base genetica al mantenimento dei pregiudizi.

I pregiudizi sono sempre ritenuti qualcosa di negativo che ci impedisce di accogliere ciò che è diverso da noi, ma, in realtà, nessuno può dirsi scevro da pre-concetti proprio perchè noi costruiamo la nostra conoscenza dalle esperienze che viviamo. Piaget spiegava tale meccanismo cognitivo come assimilazione della realtà ai propri schemi mentali. Sono proprio questi schemi, queste finzioni a guidare il nostro comportamento e a permetterci di orientarci nel nostro ambiente che altrimenti risulterebbe confuso e senza punti di riferimento. La differenza sta nella possibilità di utilizzo di tali finzioni, che devono essere sufficientemente flessibili per permettere il processo di accomodamento degli schemi alle nuove esperienze.

Secondo lo studio, una variante genetica produrrebbe a livello cerebrale soggetti maggiormente restii a modificare i propri preconcetti, anche in presenza di prove contrarie. Le persone con una variazione nel gene DARPP-32 sembrano apprendere rapidamente dall'esperienza, ma anche essere più sensibili ai "preconcetti" quando siano state in precedenza fornite delle istruzioni.

 

Fonti: * Doll B.B., Hutchison K.E. & Frank M.J. (2011), Dopaminergic genes predict individual differences in susceptibility to confirmation bias. Journal of Neuroscience, 31(16): 6188-6198.

Data pubblicazione: 29 aprile 2011

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