Test: sei Crudelia o Grimilde?

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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta

Test: Sei Crudelia o Grimilde? (prototipi, implicazioni cliniche, Disturbo BPD ed emozioni perverse)

Quando in Psicologia si parla di cattiveria si intende un vissuto consapevole e riconosciuto dalla persona che ne mette in atto i meccanismi, riconoscendo a se stessa ed agli altri anche le motivazioni, per scopi più o meno buoni.

È molto probabile che chi è capace di dire: “Ho fatto questo perché voglio farmi rispettare”, oppure, “Sono diretta, dico sempre ciò che penso e non mi importa di essere considerata una “cattiva ragazza”, etc., non sia affatto cattiva ma stia semplicemente cercando di difendere la propria dignità e la propria professionalità, sapendo che ognuno di noi può compiere a volte qualche “piccola, piccolissima azione cattiva” ma questa ha una durata ed un limite, cosa che non accade nelle descrizioni che si riportano nella seconda parte dell’articolo.

Colei che riesce a dire: "Ho agito così perchè devo essere la prima ad ogni costo" ed ha il coraggio di ammetterlo, mostra almeno di possedere consapevolezza e capacità di fermarsi quando si rende conto che sta oltrepassando i limiti (aspetto molto importante). Fare una osservazione in un momento di malumore non è significativo, soprattutto se seguita da scuse.

Per alleggerire le parti dell’articolo e renderle accessibili a tutti, ci serviremo di personaggi divenuti famosi nell’immaginario popolare, in questo caso donne, ma gli stessi tratti possono trovarsi anche nella sfera del maschile.

Crudelia De Mon, divenuta famosa con la novella: “Cento e un dalmata” di Dodie Smith, da cui fu tratto il Film Disney: “La carica dei 101”, può rappresentare metaforicamente il prototipo di una cattiveria che la porta a far rapire cuccioli di cagnolini con il solo scopo di farne una pelliccia.

Nel 2000, con la:“Carica dei 102”, seuqel del primo Film, dopo una miracolosa e innovativa terapia, Crudelia si trasforma nella dolce “Delia”, ma basta un rintocco del BIG BEN per riportarla alle cattiverie di sempre.

Senza arrivare ai suoi eccessi, è molto probabile, come già suggerito sopra, che chi mette in atto nel corso della vita qualche “piccola” cattiveria che poi è in grado di ammettere e confessare, non sia in realtà, affatto cattiva/o, di certo ha un buon grado di consapevolezza.

Di seguito troverete un Test elaborato dal Centro Ricerche CSPA, attraverso il quale potrete valutare alcuni aspetti del vostro carattere e con esso il livello di consapevolezza e/o di “cattiveria”. Ovviamente, come sappiamo i Test sono sempre indicativi e mai esaustivi, a meno che non si parli di Test con complesse elaborazioni statistiche che non possiamo proporre in questa sede. Anche per il secondo Test, ci siamo serviti solo in parte della fonte citata in quanto tutte le domande avrebbero necessitato di una elaborazione individuale.

Quando si parla invece di una persona che è capace mettere in atto i meccanismi più disparati, mentre tende a mettere in luce la propria posizione di “salvatrice”, si intende l’essere inconsapevole che ci permette di tratteggiare il BPD o Border Personality Desorder ( D. e R: Hales, p. G.B. Cassano) e (cito il DSM IV° disturbo delle aree affettiva, cognitiva e comportamenta. Le caratteristiche fondamentali sono riassumibili in una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sè, dell'umore e una mancata impulsività comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti) ed altri tratti di personalità (che in un solo articolo non possono esser tutti presi in esame) che ritengono in assoluto che il “male” sia sempre all’esterno e che ciò che non va sia causato dall’altro/a, quando tutto ciò dipende invece da qualcosa che non è stato elaborato e che si trova dentro loro stessi. (J. Gunderson) Relativamente al BPD o Border Personality Desorder, le ultime ricerche scientifiche che ci giungono dall’America, ( Psychol Med.) ci dicono che il 2% della popolazione ne è affetto e che di essa il 75% è di sesso femminile, motivo per cui anche nell’esempio sotto trarremo spunto da un personaggio femminile (che rappresenta la summa e la sintesi di tanti disturbi assemblati e/o di emozioni nettamente non positive), accanto ad esso troviamo altri disturbi con sintomatologie miste spesso di difficile classificazione e con implicazioni cliniche di vario tipo con le quali purtroppo si trovano a lottare sia esponenti del sesso femminile, sia maschile (C. Dejours, H. Ege) et (Khan, Mohammed, Laplance, Jean, Pontalis) che, se non vengono curati e riconosciuti possono creare problemi che possono sfociare anche nel mobbing, sia nelle aziende che nelle relazioni di coppia, soprattutto là dove molte aziende o settori si rivelano non in grado di salvaguardare i diritti minimi dell'individuo lasciando proliferare comportamenti che non servono nè all'azienda stessa né ai membri che ne fanno parte.

Al fine di riconoscerli, sotto al test per Crudelia inseriremo un Test tratto in alcune parti dal Questionario elaborato da P. Zuccon, realizzato per coloro che si trovano a vivere con queste tipologie di persone e/o che hanno iniziato a sospettare che qualcosa non vada nell'Azienda e/o nella relazione. Grimilde, la matrigna di Biancaneve, rappresenta in maniera metaforica, il prototipo di queste tipologie al femminile (che, come già riferito sopra, possono trovarsi anche nel maschile) e ci permette di tratteggiarne alcuni aspetti fondamentali con le relative implicazioni cliniche.

La Regina Grimilde, nel suo desiderio di “essere la prima” ad ogni costo, proietta tutte le cattiverie su Biancaneve e non è in grado di accettare le emozioni negative come sue e/o di cogliere che i problemi sono dentro di lei e non fuori.

Seduce il guardiacaccia, si trasforma quando occorre, sa fingere, manipolare, convincere e convincersi che sia la ragazza ad impersonificare ogni male. È talmente abile in questo che riesce persino a convincere gli altri e ad instillare sospetti verso il valore della ragazza, come se non fosse possibile che possa esistere chi non ha fatto nulla, tranne cercare di migliorare la situazione o nella azienda o nella relazione, misconoscendo che i problemi sono al suo interno e nella sua modalità di percepire la vita. Propensa alla manipolazione, la persona che presenta queste sintomatologie, nel convincimento di non agire per “cattiveria” ritiene di avere il diritto di mettere in atto meccanismi tesi a sminuire e svalorizzare l’altra/o, boicottare, porre regole inaccettabili.

Bisognose di avere sempre il ruolo di “prima donna” queste personalità, se sono donne, hanno la grande capacità di convincere alcune tipologie di sesso maschile che il loro punto di vista è quello giusto, oltre a ciò riescono a cogliere al volo fra la gente quale e quali sono le persone adatte da “agganciare” (colleghi, amici, compagni, etc) per creare triangolazioni di cui gli altri non sono mai consapevoli, tanta è l'abilità nel riuscire a toccare le corde giuste facendo leva sulle piccole fenditure presenti in ogni tipo di personalità; ogni individuo presenta dei lati deboli del carattere e sono quelli che offrono a questi tratti di personalità appigli per avanzare nel loro intento.

Esaltano, esortano, idealizzano, cercano privilegi a svantaggio di altre/i, seminando discordia, facendo allusioni, non uscendo mai allo scoperto ma mostrandosi sempre dietro un alone di superiorità o di vittimismo che spinge gli altri a “farsi usare”, fino a farli esporre facendo loro assumere la responsabilità di qualcosa che non rientra ad esempio nell’ambito oggettivo della professionalità (nelle aziende) ma in quello delle loro emozioni, tentando di indebolire in questo modo l’altro e rafforzando la propria onnipotenza (Lampert B.) e (F.E. Yeomans). 

Stabiliscono pertanto rapporti condizionati a proprio vantaggio senza preoccuparsi né di coloro che stanno usando, né della persona che stanno attaccando. Squalificano e riescono ad esempio a far compiere nelle aziende anche atti amministrativi al limite della legalità, come sminuire i titoli delle altre/i, eludere leggi di privacy, assumere ruoli ai loro occhi più importanti, occuparsi di cose che non rientrano nelle loro competenze. Chi è sedotto/a, manipolato/a non riesce a comprendere che il problema non è l’altra o l’altro o le altre/altri, ma qualcosa presente in queste tipologie di personalità che non tarderà a ripresentarsi non appena ce ne sarà l’occasione con altre/i. Nelle relazioni affettive possono creare uno stato di dipendenza nei partner etc. senza che essi se ne rendano conto per lungo tempo e capita spesso nella pratica clinica di sentir dire: “Se ho vissuto con una donna e/o con uomo di questo tipo l’ho fatto per qualche ragione e non mi sono accorta/o di nulla”.

Purtroppo chi cade in questi meccanismi e viene idealizzato, fatto sentire importante, non se ne rende conto per molto tempo e subisce la seduzione accettando i meccanismi dell'altro/a.

Piccoli boigottamenti fatti di sottintesi, allusioni che si ripetono e che gli altri non scorgono neppure se proviamo a mostrarglieli perché sono sotterranei e chi li usa, sa sedurre, manipolare, destabilizzare, convincere e purtroppo è sempre la persona più sana a doversi allontanare solo per essersi trovata in un posto al momento sbagliato e con il solo torto di esser stata troppo lucida. L'uscita di scena dell'individuo/a che in quel momento scatena le emozioni di colei/colui che boicotta, servirà a ben poco e si ripresenterà con altre/i, fin quando la persona con i tratti sopra descritti non si renderà conto che la sofferenza è dentro di lei/lui e che nasce da problemi che meritano un attento esame da parte di figure esperte.

Mi è capitato spesso nella pratica clinica di sentirmi riferire da persone che chiaramente avevano subito attacchi inutili, di essersi sentite dire: “Se tu ti senti così attaccata/o o criticata/o sei tu che hai qualcosa che non va!”, oppure: “E’ stata/o così abile nel sedurre che ha suscitato ammirazione!”. Motivo in più che nell’attuale contesto socio-culturale permette di potenziare questi tipi di comportamento, proprio perché li tollera e li valorizza e/o li ammira.

La nostra epoca rifiuta l’Istituzione di norme, il rispetto dell’altro, e porre un limite troppo spesso viene considerato come una sorta di codice di civiltà “stantio”, laddove invece poter finalmente dire: “Questo non si fa!” e riscoprire il potere di indignarci, indicando alle persone il loro bisogno di cura, è la dimostrazione più grande di amore, è un donare una attenzione vera, permettendo all'altro di incamminarsi verso una strada di scoperta dei propri lati migliori.

Senso di solitudine, timore dell’abbandono, noia, tristezza, rabbia continua sono soltanto alcune delle emozioni che queste tipologie cercano di lottare con i meccanismi sopra descritti, a volte facendo in modo di avere conferme continue, ma in questo loro cammino li ama molto di più chi li/le indirizza verso un percorso di riabilitazione che non chi ne potenzia i sintomi viziando il loro modo di essere.

Rifiutarsi di essere usati, di esporsi al loro posto, di incolpare gli/le altre, esortarli ad esprimere la loro rabbia in maniera diretta senza coinvolgere altri, non porta certo all'idealizzazione che fa piacere a tutti, ma può condurre una persona verso un cammino di consapevolezza che l'aiuterà a dare il giusto valore alle cose che contano nella vita.

 

TEST “CRUDELIA” (assegnati un punto per ogni risposta positiva, 0,5 punti per ogni risposta nella quale ti trovi in accordo (es: Sei una persona decisa e vincente? Se sei decisa ma non vincente il punteggio è 0,5) per metà e 0 punti nelle altre risposte) e valuta tu il livello di "consapevolezza" e/o di "cattiveria" emotiva)

  1. Sei una persona decisa e vincente?
  2. Ami molto di più essere considerata/o un/a “cattiva/o ragazza/o” che non un/a “brava/o ragazza/o”?
  3. Detesti la debolezza se associata alla manipolazione?
  4. Sei irruenta/o, aggressiva/o, diretta/o ma ciò che devi dire lo dici da sola senza creare triangolazioni o usando gli altri?
  5. Non hai mai pianto?
  6. Rispondi sempre a tono ad ogni comunicazione da sola senza coinvolgere altri o fare triangolazioni?
  7. Cerchi sempre di controllare il mondo?
  8. Possiedi forza interiore e spirito combattivo in maniera leale?
  9. Ti batti per cause che ritieni giuste, non per emozioni che non sostieni?
  10. Sei una ribelle per natura?
  11. Anziché proteggere i tuoi difetti mettendo “zizzanzia” fra gli altri/e, parteggi per i tuoi difetti e li mostri?
  12. Ti assumi sempre la responsabilità delle tue azioni?
  13. Sei un/a “leader” di nascita e non ti importa avere ragione ad ogni costo, ritieni in ogni caso di averla e non per giochi manipolatori?

Se hai risposto una maggioranza di si, appartieni alla categoria delle persone "dirette". Il consiglio è di addolcire qualche emozione, mantenendo però la consapevolezza emotiva.

Se hai risposto con una percentuale che ti avvicina alla metà delle risposte positive, sei una persona consapevole con buoni meccanismi di difesa per vivere nella sociatà attuale.

Se hai risposto con una maggiornaza di 0, o sei una persona buona e necessiti di apprendere qualche "cattiveria" e/o rinforzare alcuni meccanisi di difesa, oppure inconsapevole dei tuoi meccanismi ed in quel caso, è utile far rispondere da qualcuno che ti sta vicino, alle domande del test successivo.

 

TEST PER CHI HA SOSPETTI SU COMPAGNI/E AMICI/E COLLEGHI/E (assegnati un punto per ogni risposta positiva e valuta tu il punteggio che è proporsionale alla possibilità che tu abbia a che fare con un tipo di personalità sopra descritta)

  1. Sei vicino a qualcuno che mostra palesemente rabbia emotiva ma che per salvare la propria immagine manda altri in avanscoperta creando triangolazioni e convincendoli che sono stati gli altri/e a crearle?
  2. La persona che conosci mette in atto ogni meccanismo per evitare di rimanere sola/o e sentirsi abbandonata/o?
  3. Ti sei sentito molto idealizzato/a e valorizzato/a da questa persona?
  4. A volte hai avuto invece la sensazione che altre potessero turbare il processo di idealizzazione ed hai fatto di tutto per riconquistarlo?
  5. Nascondi a te stesso/a ciò che realmente pensi perché temi di perdere la considerazione di questa persona e/o di ferirla?
  6. Ti senti molto importante quando fai qualche azione per lui/lei?
  7. Ti sei mai sentita/o usato o manipolato?
  8. Hai ritenuto veramente che fossero le altre/i a portare scompiglio nell’azienda e/o nella coppia?
  9. Quando cerchi di cambiare le regole senti che non lo puoi fare?
  10. Ti domandi a volte se potrebbero avere ragione gli altri/e?
  11. La persona che conosci accetta i propri sentimenti negativi, come la tristezza, il dolore, il senso di solitudine?

Se la maggioranza di risposte è positiva può darsi che tu abbia a che fare con un tratto di personalità sopra descritto, il consiglio è di indirizzarlo/a verso un esperto per una diagnosi esatta e per intraprendere eventualmente un percorso di conoscenza.

Se hai qualche dubbio una maggior conoscenza dell'altro ti permetterà pian piano di scoprirlo.

 

Poli di riferimento:

  • Bergeret J: La personnalité normale et pathologique: les structures mentales, le caractére, les symptomes
  • DSM IV°
  • Hales D. e R. , co G. B. Cassano Manuale di Diagnostica
  • J. Clarken, F. E. Yeomans, O.F. Kemberg: Psicoterapia delle personaliltà
  • J. Gunderson: Guida clinica
  • Lempert B.: Dèsamour
  • Nazare-Aga: Les manipulateurs sont parmi nous: qui sont'ils? Comment s'en proteger?
  • Zuccon P.: Questionario

 

 

Data pubblicazione: 25 luglio 2013 Ultimo aggiornamento: 27 agosto 2013

11 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Appassionato, chiaro, semplice e professionale.
Mi ha fatto comprendere una cosa che mi era accaduta anni fa in una azienda.

#2
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Ahimè, quanto è vero! Ho incontrato più di una collega con queste caratteristiche. La prima -e più deleteria per me- ha cercato la mia amicizia quando ci siamo conosciute, e io ho forzato l'istintiva antipatia che avevo provato, pensando "Ma perché devo farmi fuorviare dfa pregiudizi?". all'epoca io già lavoravo -anche se ero solo una giovane borsista- e lei -studentessa, frequentava il mio reparto. Le ho voluto bene come a una sorella. Visto che io già lavoravo e lei invece dipendeva da una famiglia molto tirchia e soffriva di non potersi vestire bene, quando trovavo qualche buona occasione le regalavo qualche bel vestito (che poi lei non metteva!); le piaceva leggere e le regalavo i libri (non so se poi li leggesse); le ho dato persino le chiavi di casa mia per offrirle un rifugio se le fosse servito, visto che aveva rapporti conflittuali con i genitori.
Quando siamo diventate colleghe regolarmente assunte è cominciata la lotta. Prima subdola, poi aperta.
Una delle prime manipolazioni nei miei confronti era il lamentarsi con me dei problemi del reparto (l'orario è mal strutturato, l'organizzazione fa perdere tempo, il collega batte la fiacca...) ma quando in riunione di reparto esponevo questi problemi lei -velocissima a cogliere dall'atteggiamento dei superiori come prendevano la cosa- mi smentiva e addiruttura attaccava per prima con un "Ma cosa dici mai!".
A un certo punto ho cambiato ospedale, per non dover lottare ogni giorno contro di lei, ma -a distanza di quasi 20 anni- lei continua, quando può, a danneggiarmi. credo che mi odi particolarmente perché io sono stata testimone delle sue sfighe quando era giovane (famiglia di modesta condizione, conflittualità in famiglia, evidente rivalità tra lei e la madre per l'affetto del padre...). E forse anche perché sa di dovermi -moralmente- qualcosa e la cosa la disturba.

#3
Dr.ssa Paola Dei
Dr.ssa Paola Dei

Gentile Dottoressa
La ringrazio per la sua bella, sincera, coraggiosa testimonianza. Lei ha senz'altro qualcosa in più e lo si sente. Nello spazio che ho qui non mi è permesso fare l'elenco di ciò che intendo dire, ma sono certa che lo ha scoperto da sola. L'altra persona invece e purtroppo non ha imboccato la strada della conoscenza e della consapevolezza perdendo molte cose belle della vita, fra le quali, la sua limpida e sincera amicizia.
Le faccio molti auguri
Paola Dei

#4
Dr.ssa Paola Dei
Dr.ssa Paola Dei

P.S. Volevo aggiungere che purtroppo è molto frequente che chi non sa chiedere scusa, non sappia neppure dire un grazie sincero, ma anzi.....

#5
Utente 311XXX
Utente 311XXX

Appassionante e piacevole lettura! In effetti, ora mi rendo conto di avere avuto a che fare spesso con persone di queste tipologie.

#6
Utente 314XXX
Utente 314XXX

Leggere questo articolo è stato per me come un ritorno al passato, a situazioni e comportamenti vissuti personalmente.
Per tanto tempo ho subito l'influenza di caratteri dominanti, poi però la ragionevolezza mi ha aiutato a cambiare atteggiamento e a prendere decisioni importanti che tutt'ora ritengo siano state la mia salvezza.
Da più parti mi è stato detto che ho un bel carattere; è vero, sono una persona mite e accomodante (forse troppo), essenzialmente con spirito positivo ma, con il tempo mi sono convinta che questo lato del carattere se a volte è un bene, altre ha permesso a chi non lo è di trarre vantaggi ma così facendo hanno solo messo in luce aspetti negativi di se stessi.
Ora mi sorprende, come da dominata io sia divenuta un pò dominante, determinata a non permettere più a nessuno di rovinarmi l'esistenza, sarà la legge della sopravvivenza!!!
A volte, per quieto vivere, non dico direttamente ciò che penso, preferisco riflettere e trovare le modalità più appropriate al tempo opportuno. Con chi è disposto a dialogare i risultati sono migliori.
Continuo a pensare che con un pò di buona volontà si eviterebbero molte controversie ed una buona dose di altruismo sarebbe il toccasana per farci vivere meglio.
Invece troppo spesso, nel corso del tempo, lo stolto con prepotenza ha prevarica il giusto, la storia ne è testimone ed ugualmente la storia si ripete.
Quanta fatica facciamo ad imparare dai nostri errori e come è difficile andare d'accordo con tutti!

#8
Dr.ssa Paola Dei
Dr.ssa Paola Dei

Gentile, volevo aggiungere che esistono persone che dedicano tutto il loro interesse esclusivamente all'immagine; ad esempio si preoccupano più di avere un bel corpo che non di stare bene nel proprio corpo e cosí facendo perdono in spontaneità e vitalità. L'apparire va a discapito dell'essere e ció che in un individuo sano diviene ammirazione verso qualcuno, in loro si trasforma in rabbia per le qualità che percepiscono far parte degli altri/e e prevale lo sfruttamento conscio o inconscio.
Tentano di carpire modi di essere degli altri/e, frasi d'effetto che risultano spesso vuote, senza comprendere che cosí facendo ottengono esattamente l'effetto contrario a quello da loro desiderato e confermano il valore dell'altro/i, non aiutando neppure la loro autostima e non distinguendo più fra l'immagine di chi credono di essere e ciò che realmente sono. Il mondo irreale dell'apparire sostituisce quello dei veri rapporti personali. Tutti noi abbiamo bisogno di riconoscimento ed apprezzamento per ció che facciamo o che siamo, ma in questo tipo di personalità questo bisogno è di gran lunga prevalente su tutto il resto ed anche se rusultano molto sucuri di sé in realtà hanno una bassissima autistima, molto anche in virtú di quanto sopra esposto. Magari hanno molti doni ma perdono tempo in questi esercizi e giochi che servono loro soltanto a perdere l'immagine reale di sé.
Lei invece dimostra di essere molto consapevole e di dare valore all'essere anche in mezzo ai suoi cambiamenti.
Rimanga cosí.

#9
Dr.ssa Paola Dei
Dr.ssa Paola Dei

Gentile, volevo aggiungere che esistono persone che dedicano tutto il loro interesse esclusivamente all'immagine; ad esempio si preoccupano più di avere un bel corpo che non di stare bene nel proprio corpo e cosí facendo perdono in spontaneità e vitalità. L'apparire va a discapito dell'essere e ció che in un individuo sano diviene ammirazione verso qualcuno, in loro si trasforma in rabbia per le qualità che percepiscono far parte degli altri/e e prevale lo sfruttamento conscio o inconscio.
Tentano di carpire modi di essere degli altri/e, frasi d'effetto che risultano spesso vuote, senza comprendere che cosí facendo ottengono esattamente l'effetto contrario a quello da loro desiderato e confermano il valore dell'altro/i, non aiutando neppure la loro autostima e non distinguendo più fra l'immagine di chi credono di essere e ciò che realmente sono. Il mondo irreale dell'apparire sostituisce quello dei veri rapporti personali. Tutti noi abbiamo bisogno di riconoscimento ed apprezzamento per ció che facciamo o che siamo, ma in questo tipo di personalità questo bisogno è di gran lunga prevalente su tutto il resto ed anche se rusultano molto sucuri di sé in realtà hanno una bassissima autistima, molto anche in virtú di quanto sopra esposto. Magari hanno molti doni ma perdono tempo in questi esercizi e giochi che servono loro soltanto a perdere l'immagine reale di sé.
Lei invece dimostra di essere molto consapevole e di dare valore all'essere anche in mezzo ai suoi cambiamenti.
Rimanga cosí.

#10
Dr.ssa Paola Dei
Dr.ssa Paola Dei

Dr.ssa Paola Dei il 04/08/2013 ha scritto:
Gentile, volevo aggiungere che esistono persone che dedicano tutto il loro interesse esclusivamente all'immagine; ad esempio si preoccupano più di avere un bel corpo che non di stare bene nel proprio corpo e cosí facendo perdono in spontaneità e vitalità. L'apparire va a discapito dell'essere e ció che in un individuo sano diviene ammirazione verso qualcuno, in loro si trasforma in rabbia per le qualità che percepiscono far parte degli altri/e e prevale lo sfruttamento conscio o inconscio.
Tentano di carpire modi di essere degli altri/e, frasi d'effetto che risultano spesso vuote, senza comprendere che cosí facendo ottengono esattamente l'effetto contrario a quello da loro desiderato e confermano il valore dell'altro/i, non aiutando neppure la loro autostima e non distinguendo più fra l'immagine di chi credono di essere e ciò che realmente sono. Il mondo irreale dell'apparire sostituisce quello dei veri rapporti personali. Tutti noi abbiamo bisogno di riconoscimento ed apprezzamento per ció che facciamo o che siamo, ma in questo tipo di personalità questo bisogno è di gran lunga prevalente su tutto il resto ed anche se risultano molto sicurii di sé in realtà hanno una bassissima autostima, molto anche in virtú di quanto sopra esposto. Magari hanno molti doni ma perdono tempo in questi esercizi e giochi che servono loro soltanto a perdere l'immagine reale di sé.
Lei invece dimostra di essere molto consapevole e di dare valore all'essere anche in mezzo ai suoi cambiamenti.
Rimanga cosí.

#11
Dr.ssa Angela Pileci
Dr.ssa Angela Pileci

Questa news è davvero carina e piacevole, complimenti Paola!

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