Trauma e neurocezione

sabrina.camplone
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta

Tavola Rotonda, Stephen Porges: Attaccamento e Trauma” 19-21 Settembre 2014

 

Dagli studi quarantennali di Stephen Porges sulla neurobiologia comportamentale delle emozioni, sulla regolazione degli affetti, sul comportamento sociale interpersonale, è emersa la teoria polivagale, che sta avendo un grande successo fra i clinici di tutto il mondo per le sue implicazioni sul modo in cui il sistema nervoso autonomo influenza le nostre abilità sociali, le nostre convinzioni e la nostra vita intima.

La teoria polivagale di StephenPorges ha identificato il substrato neuroanatomico della disregolazione emotiva che caratterizza i legami di attaccamento disorganizzati nelle persone che hanno vissuto eventi traumatici non elaborati all'interno di un percorso terapeutico.
Nel 1999, inoltre, Daniel Siegel ha sviluppato il concetto di “finestra di tolleranza“, per rappresentare graficamente le aree della regolazione e della disregolazione delle emozioni. Al di sopra e al di sotto della finestra di tolleranza ci sono rispettivamente gli stati di iper- e ipo- arousal (arousal =attivazione), che non facilitano l’elaborazione del trauma ma, al contrario, il suo continuo ripresentarsi nel vissuto della persona.

 

 


Lo stato ottimale di regolazione dell’arousal è all’interno della finestra di tolleranza, nella quale le diverse intensità di attivazione emotiva e fisiologica possono si integrano senza interrompere la funzionalità del sistema, tutto ciò consente l'avvio delprocesso di elaborazione del trauma.

 

 

 


Putroppo spesso accade che persone con una storia di traumi ripetuti, soprattutto se vissuti nell’infanzia, modificano e riduciono l'ampiaezza della finestra di tolleranza e tendono a mettere in atto a risposte disregolative (iper – o ipo – arousal) anche in presenza di stimoli che per altri sono tollerabili.
Lutti e traumi non elaborati del genitore costituiscono quindi un fattore di rischio nella qualità dell’attaccamento del figlio.
Il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) è la parte del sistema nervoso che gestisce e controlla le funzioni viscerali del corpo.
Esso innerva la muscolatura liscia e cardiaca le ghiandole (il sistema endocrino) e governa i processi viscerali che comprendono l’attività cardiovascolare, la digestione, il metabolismo, e la termoregolazione.
Il Sistema Nervoso Autonomo funziona primariamente a livello subcosciente, e si divide in due sottosistemi:
il simpatico e il parasimpatico

 


Stephen Porges, studioso della fisiologia umana, illustra i meccanismi primordiali delle nostre reazioni ad uno stimolo, interno o esterno, attraverso la descrizione delle due branche principali del nostro sistema nervoso autonomo (SNA): il SNA simpatico, attivato da adrenalina e noradrenalina, responsabile delle nostre risposte di attacco e fuga e quello parasimpatico, attivato da acetilcolina e responsabile delle risposte “rest and digest”, di calma cioè e mantenimento dell’energia corporea.
Secondo Porges la componente parasimpatica è divisa in due parti: una attiva in condizioni di sufficiente “sicurezza” (branca del vago-ventrale) che determina uno stato di immobilità senza paura o risposte di interazione e ricerca di aiuto nell’ambiente (attaccamento), l’altra in grado di rispondere al solo “pericolo di vita” (branca vago-dorsale), inducendo un crollo del tono vagale, ipotonia muscolare (“morte apparente”) e catalessia. Quest’ultima reazione è la più antica dal punto di vista evolutivo e appartiene non solo all’essere umano ma anche ai i rettili.
Il meccanismo che valuta la pericolosità degli stimoli ambientali e decide dunque quale reazione sia più adeguata si definsce neurocezione, un sistema di rilevamento cioè del pericolo che non coinvolge processi cognitivi relativi alla percezione alla consapevolezza.
L'osservazione del battito cardiaco negli ultimi anni è diventato per molti ricercatori il modo privilegiato per studiare come il sistema nervoso regola il nostro organismo.Quando osserviamo variazioni nel nostro ritmo cardiaco, in risposta al variare degli stimoli che provengono dalle viscere o dalla periferia del corpo, è la regolazione del nervo vago vago che garantisce al nostro organismo quell'equilibrio fonfìdamentale tra flessibilità o stabilità che ci è tanto necessario.
Nella teoria polivagale di Porges questo aspetto assume un ruolo cruciale nella comprensione del modo in cu il nostro sistema nervoso reagisce alle esigenze di adattamento all'ambiente.
Negli esseri umani prevalgono esigenze sociali che hanno non solo una funzione relazionale ma anche di regolazione psicofisiologica. Secondo Porges la nostra propensione alle relazioni sociali è funzionale alla nostra necessità di regolare, attravero gli scambi e il contatto, i nostri parametri fisici e psicologici. Essenzialmente ognnuno di noi crea relazioni sociali che hanno lo scopo di farci sentire sicuri e di mantenere il nostro benessere psicofisico.
L'interazione con l'altro diventa un modo di fare esperienza affettiva intima e sicura che è ingrado di svolgere una funzione di regolazione del nostro orgnismomediato attraverso le risposte del nervo vago.
Se le relazioni sociali non sono appropriate rispetto alla situazione fisiologica che stiamo vivendo, anziché fornire supporto, diventano una fonte di stress.
In questo ambito la ricerca studia come le relazioni interpersonali contribuiscono al miglioramento della salute o al recupero dopo un abuso o un incidente fisico.

 

 


La paura o qualsiasi altra emozione che attivi dentro un essere umano uno stato difensivo, non gli consente di essere in grado, dal punto di vista metabolico, di attivare processi virtuosi di guarigione fisica. Questo significa che il benessere emotivo gioca un ruolo essenziale anche nei processi fisici di guarigione perché le emozioni negative attivano, a livello fisiologico, una reazione di allarme che interferisce con il metabolismo di recupero dal disagio.
Pertanto il nervo vago riveste un ruolo determinante nella teoria di Porges: infatti consentete la comunicazione tra la periferia del corpo e il cervello e può veicolare i segnali di rassicurazione, cioè di assenza di pericolo. Un aspetto particolarmente interessante è che il nervo vago risponde ai processi di espirazione, uno degli obiettivi del lavoro corporeo.
Quando percepiamo una sensazioendi di rischio, a livello centrale il sistema di rassicurazione del nervo vago viene disattivato e si attiva invece il sistema di risposta difensiva che si struttura attorno a due polarità "attacco" e "fuga".
La teoria polivagale illustra il funzionamento del sistema individuale di calma e connessione, attraverso sia i segnali corporei non verbali che attraverso le relazioni sociali. I segnali non verbali che sono abitualmente coinvolti sono: i gesti della testa, delle mani, la prosodia della voce, l'espressione della parte superiore del viso.
L'insieme di queste informazioni vengono decodificate dalla corteccia temporale che ne individua l'intenzionalità e decide se iniziare una interazione o ritirarsi.
Di conseguenza il sistema di conforto è legato all'espressione del viso mentre il sistema difensivo può determinare, oltre alla risposta di attacco e fuga, anche la risposta di freezing o immobilizzazione.
La teoria polivagale ipotizza tre sistemi gerarchici di risposta agli stimoli ambientali: il primo livello è costituito dal sistema nervoso autonomo che regola il battito cardiaco e il ritmo respiratorio.
C'è poi un sistema di soglia che regola la percezione del dolore e che può cancellare la percezione del dolore stesso quando supera una certa soglia, come espresso nei lavori di Porges sulla finestra di tolleranza.
La caratteristica di questo sistema è quella di produrre il fenomeno del distacco dissociativo in condizioni estreme di abuso e la risposta di immobilizzazione.
Il problema è che, mentre il sistema nervoso autonomo passa facilmente da una risposta simpatica di attivazione ad una parasimpatica di disattivazione, questo sistema di soglia, una volta attivato, non ha un processo automatico di disattivazione. Questo processo è mediato dal nervo vago. Il vago è un nervo sia motore, collegando il tronco encefalico alle viscere, che sensore (80%) collegando i segnali viscerali al tronco encefalico. Nel caso delle fibre motorie si tratta di fibre mielinizzate e regolano le aree al di sopra del diaframma, mentre le fibre sensorie sono demielinizzate e regolano le funzioni sottostanti al diaframma. Per Porges la consapevolezza che la risposta vagale può modificarsi attraverso i segnali positivi della mimica facciale e attraverso il lavoro sull'espirazione diventa importante proprio in ordine alla possibilità di uscire dalla risposta traumatica di immobilizzazione.
Quello che abbiamo bisogno di comprendere, dice Porges, è che qualunque processo di cura, fisica e psicologica, richiede un livello di buona reciprocità relazionale e la sensazione di essere in condizioni di sicurezza perché non si attivi - o si disattivi - la risposta vagale al pericolo.

 


Sebbene il nostro sistema autonomo funzioni appunto “in autonomia”, l’esperienza vissuta viene sottoposta successivamente ad una valutazione più consapevole e il risultato può essere emotivamente devastante. L’idea centrale della psicoterapia sensomotoria è appunto di osservare i segnali di attivazione o disattivazione del sistema nervoso autonomo, con l’obiettivo di monitorare il livello di sicurezza percepito nella relazione terapeutica e lavorare su una sempre maggiore attivazione del sistema vago ventrale, che è quello che permette di allargare la “finestra di tolleranza”.



“[…] non esiste “la risposta cattiva”. Ci sono solo risposte adattive. Il punto fondamentale è che il nostro sistema nervoso sta cercando di fare la cosa giusta e dobbiamo rispettare ciò che fa.” (S.W. Porges)

 Porges, S.W. (2014). La Teoria Polivagale: fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione. Giovanni Fioriti Editore

Data pubblicazione: 06 novembre 2016 Ultimo aggiornamento: 09 novembre 2016

2 commenti

#2
Dr.ssa Sabrina Camplone
Dr.ssa Sabrina Camplone

Grazie i complimenti sono per Stephen Porges il suo prezioso contributo sta influenzando il lavoro di moltissimi psicologi in tutto il mondo.

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