Allergia allergie

Allergia: tipi di allergie, cause, sintomi, cure

Revisione Scientifica:

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Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale

L'allergia è una reazione eccessiva del sistema immunitario di fronte a sostanze (allergeni) che possono essere innocue per la maggior parte delle persone. Quali sono le allergie più diffuse e i sintomi con cui si manifestano? Le cause, gli esami da fare per la diagnosi, le possibili cure, la medicina non convenzionale.

Cosa sono le allergie?

Un'allergia è una reazione abnorme del nostro sistema immunitario nei confronti di una sostanza innocua per la maggior parte delle persone (allergene) e può andare ben oltre gli starnuti, il naso chiuso e il prurito agli occhi potendo giungere, nei casi più gravi, a reazioni che possono metterci a rischio di vita (asma e shock anafilattico).

Se consideriamo il nostro sistema immunitario come un "esercito", gli anticorpi della classe IgE rappresentano il "soldati" che ci difendono dagli attacchi di vermi, parassiti e funghi. Alcune sostanze però, gli allergeni, mandano in tilt il sistema immunitario e vengono riconosciute dalle IgE che, nel tentativo di eliminarle, attivano la risposta infiammatoria ad opera delle mast-cellule responsabili dei sintomi allergici (reazioni IgE-mediate o immediate).

In altri casi, alcune sostanze, attivano direttamente alcune cellule del sistema immunitario, i linfociti citotossici, senza l'intervento degli anticorpi (reazioni citotossiche o ritardate).

Tipi di allergie e reazioni allergiche

Le reazioni allergiche, quindi, possono essere distinte in due tipi sulla base della velocità con cui si instaurano:

  1. Reazioni allergiche immediate IgE-mediate che avvengono subito dopo l'esposizione all'allergene e la sua interazione con le IgE. Esempi di tali reazioni sono i sintomi dell'asma che insorgono dopo il soggiorno in ambienti frequentati da gatti in persone che sono allergici a tali animali, o i sintomi dello shock anafilattico che insorgono dopo la somministrazione di una penicillina a persone che sono allergiche a tale classe di antibiotici.
  2. Reazioni allergiche ritardate citotossiche che possono avvenire fino a due giorni dopo il contatto con la sostanza allergizzante (aptene). Un esempio di tali reazioni è l'eczema che insorge nelle zone cutanee dell'addome a contatto, ad esempio, con il bottone di metallo del jeans in soggetti allergici al nichel solfato (dermatite allergica da contatto).

In base al distretto dell'organismo interessato ed al tipo di allergene coinvolto, le reazioni allergiche immediate (IgE-mediate) vengono distinte in:

Quando le reazioni IgE-mediate coinvolgono diversi distretti dell'organismo producendo sintomi che mettono a rischio di vita i pazienti, si parla di reazioni anafilattiche.

Per approfondire:Shock anafilattico: cosa fare?

Cause dell'allergia

Quali sono gli allergeni più comuni?

Le sostanze che possono dare reazioni allergiche sono molteplici. Quelle più frequentemente coinvolte sono riportate nel seguente elenco:

  • Gli acari della polvere.
  • I pollini di alcune erbe come le Graminacee (logliarello, l'erba canina), le Composite (Assenzio), l'Artemisia, le Chenopodiacee (la Salsola) e la Parietaria.
  • I pollini di alcuni alberi come il Cipresso, l'Olivo, la Betulla, il Nocciolo e il Faggio.
  • La forfora di animali come i gatti, i cani, i cavalli, i conigli e le cavie di laboratorio.
  • Le muffe come l'Alternaria, il Penicillium, il Cladosporium e l'Aspergillum.
  • Tutti gli alimenti sono potenziali allergeni: le arachidi, i pesci, i molluschi, i crostacei, il latte, le uova e la farina sono responsabili di più dell'80% delle allergie alimentari.
  • Il lattice della gomma derivante dall'Hevea brasiliensis (caa-o-chu).
  • Il nichel presente in oggetti di uso quotidiano e alimenti.
  • I farmaci come gli antibiotici (penicilline, cefalosporine, etc.), anti-infiammatori, etc.
  • Il veleno di alcuni insetti (api, vespe e calabroni).

Quali sono i fattori di rischio dell'allergia?

La tendenza a sviluppare delle reazioni allergiche è ereditaria. Se entrambi i genitori sono atopici (hanno, cioè, dei test allergometrici positivi), il rischio per loro figlio di essere allergico è del 75%. Tale rischio scende al 50% se ad essere atopico è uno solo dei genitori; infine, al 15% se nessuno dei genitori è atopico.

È noto da tempo che anche i fattori ambientali hanno un ruolo nel determinare se una persona sarà allergica anche se è ancora oggetto di intensi studi cosa si possa fare per prevenire la comparsa delle malattie allergiche.

Le allergie in numeri

Circa il 20% della popolazione generale è definita "atopica", ovvero, ha una predisposizione a divenire "allergica". Queste persone risulteranno positivi  ai test allergometrici (skin-prick-test e dosaggio delle IgE specifiche) ma, potrebbero anche non sviluppare alcun sintomo allergico. Approssimativamente, i due terzi degli individui atopici svilupperà una malattia allergica nel corso della vita.

L'andamento delle malattie allergiche

La tendenza a sviluppare delle reazioni allergiche si mantiene per tutta la vita anche se le manifestazioni e i sintomi possono cambiare nel corso del tempo. I bambini, spesso, vanno incontro ad una sequenza di malattia allergiche - nota come "marcia allergica". Tale progressione inizia solitamente, nei primi mesi di vita, con l'eczema atopico (dermatite atopica) seguito dalla rinite e l'asma allergiche intorno ai 5 anni.

Per approfondire:Come difendersi dagli acari della polvere?

Sintomi e manifestazioni

Come si manifestano le allergie?

Quando si è esposti alle sostanze allergizzanti, i soggetti allergici possono manifestare diversi tipi di reazioni.

Le manifestazioni che l'Allergologo affronta più di frequente nella sua pratica clinica sono le seguenti:

  • Gli eczemi come la dermatite atopica, la dermatite allergica da contatto (DAC) e la dermatite irritativa da contatto (DIC) caratterizzate da intenso prurito, "pelle secca", desquamazione e "screpolature".
  • L'orticaria caratterizzata dalla presenza di "pomfi" che possono avere dimensioni variabili, sono di colore rosso pallido, sollevati e pruriginosi.
  • La rinite allergica caratterizzata da starnuti, ipetrofia dei turbinati, sgocciolamento e prurito intranasale spesso accompagnati da sintomi oculari come prurito oculare, occhi arrossati ed eccessiva lacrimazione (congiuntivite allergica).
  • L'asma allergica caratterizzata da respiro sibilante, tosse, difficoltà respiratoria, "fiato corto", sensazione di "oppressione al torace". Tali sintomi possono insorgere in seguito ad eventi scatenanti come l'esercizio fisico o l'esposizione a particolari allergeni come l'acaro della polvere, il gatto ed alcune muffe.
  • Lo Shock anafilattico caratterizzato da una reazione allergica severa a rapida evoluzione in cui si manifestano importanti segni sia della cute che degli altri organi con esito potenzialmente fatale. Nella piena espressione, l'anafilassi induce orticaria e/o angioedema con ipotensione (drammatico abbassamento della pressione del sangue), broncospasmo e può portare fino all'arresto cardio-respiratorio. Tali condizioni che si manifestano con allergie gravi richiedono l'impiego di potenti farmaci come l'adrenalina.

Diagnosi dell'allergia

Quali esami fare per le allergie?

Quando si sospetta una malattia allergica, dopo un'attenta raccolta dei dati clinici, lo specialista in Allergologia ed Immunologia Clinica, deciderà di sottoporre il paziente ai test più appropriati. Di seguito elenchiamo i più usati:

  • Il prick-test (test cutaneo o skin-prick-test): è il test di primo livello per determinare a quale allergene il paziente sia allergico.
  • Il dosaggio delle IgE specifiche o RAST test (Radio-Allergo-Sorbent-Tests): è un esame di secondo livello che determina i livelli di IgE specifiche per l'allergene. Di solito è usato quando ci sono dei dubbi sui risultati dello skin-prick-test.
  • Il patch-test: si usa per la diagnosi delle dermatiti allergiche da contatto. Si effettua posizionando gli apteni su appositi dischetti adesivi (patch) che vengono applicati sulla cute in maniera occlusiva (di solito nella regione compresa tra le scapole) per qualche giorno al termine dei quali si effettua la lettura. Le sostanze che più frequentemente causano dermatiti da contatto sono composti chimici di uso professionale (come il nichel, i vulcanizzanti della gomma, etc.) o di uso cosmetico (la parafenilendiamina - PFD), gli alcoli della lanolina, la propoli etc.).

Per approfondire:Come riconoscere le allergie stagionali?

Cure e trattamenti

Le terapie sono prescritte su misura per ogni singolo paziente e possono cambiare nel corso del tempo in base all'andamento della malattia. Esistono, però, dei principi generali che valgono per buona parte delle malattie allergiche.

Terapia farmacologica

Si basa su farmaci anti-infiammatori (come i corticosteroidi e gli antileucotrienici) che riducono l'eccessiva risposta immunitaria, gli antistaminici (che bloccano i recettori dell'istamina, uno dei mediatori più importanti nelle reazioni allergiche), l'adrenalina (utilizzata nelle gravi reazioni anafilattiche).

Immunoterapia specifica

L'immunoterapia specifica viene definita, talvolta e impropriamente, vaccino: si tratta della somministrazione a dosi crescenti dell'allergene cui il paziente è allergico per raggiungere la tolleranza. Non è disponibile per tutte le malattie allergiche ma, è particolarmente efficace per le allergie da veleno di imenotteri (apidi e vespidi) e per le allergie respiratorie (rinite e asma allergiche).

Prevenzione e stili di vita

La miglior strategia per difendersi da tutti i tipi di allergia è la prevenzione che consiste nell'evitare l'allergene.

Evitare un allergene o trattare precocemente i sintomi derivanti dall'esposizione è più semplice che affrontare una reazione che è iniziata da tempo ed è fuori controllo. Tale principio è valido dalla rinite allergica e la dermatite allergica da contatto per arrivare fino allo shock anafilattico.

Negli allergici agli acari della polvere, ad esempio, è raccomandabile utilizzare cuscino e materasso in materiale sintetico rivestiti con apposite fodere antiacaro e lavare settimanalmente la biancheria a temperatura superiore a 55 °C.

Nei pazienti con allergia alimentare, l'evitamento dell'alimento cui sono allergici è ancora oggi il principio terapeutico più importante.

Per approfondire:Ambiente e allergia: quali precauzioni prendere?

Allergie e medicina non convenzionale

Sempre più spesso sentiamo parlare di allergie stagionali e medicina non convenzionale, di come si possa affrontare questa fastidiosa patologia facendo ricorso ai farmaci della medicina alternativa.

La medicina omeopatica di Hahnemann fa ricorso ai principi attivi a diluizione infinitesimale e dinamizzati che innescano nel paziente una risposta terapeutica attenuando lacrimazione, starnuti e rinorrea.

Similmente l’omotossicologia tedesca considera le malattie come espressione ultima di un quadro tossico dell’organismo ed interviene con medicinali in piccole dosi coniugando effetto sintomatico e pulizia del “terreno” per attenuare la reattività infiammatoria del soggetto.

Anche l’agopuntura cinese, forte di una tradizione millenaria, ha un approccio specifico al trattamento delle allergie; i suoi meccanismi d’azione provocano l’aumento delle sostanze antinfiammatorie e attivano effetti decongestionanti.

Completano il quadro dei trattamenti alternativi fitoterapia e gemmoterapia, discipline di tradizione popolare che estraggono dalle piante medicinali i principi attivi di rinforzo ai meccanismi naturali di difesa dell’organismo.

Le terapie non convenzionali possono considerarsi tanto come approccio d’elezione quanto come terapia integrativa qualora la medicina ufficiale non riesca a coprire la sintomatologia allergica; resta sempre del medico curante l’attenzione nel focalizzare il rimedio più adatto per la salute del paziente allergico.

Revisione scientifica a cura di

Data pubblicazione: 24 novembre 2012 Ultimo aggiornamento: 28 aprile 2022

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Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1995 presso Università Studi di Roma La Sapienza.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 46569.

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