Fibrosi cistica apparato respiratorio

Fibrosi cistica: diffusione, sintomi, cause

Revisione Scientifica:

s.zampatti
Dr.ssa Stefania Zampatti Medico genetista

Uno su trenta in Italia non sa di essere portatore sano di fibrosi cistica, malattia ereditaria grave tra le più diffuse. Questo dicono i dati dell'Osservatorio Malattie Rare che, nelle campagne di prevenzione, prumuove la diffusione degli screening per le persone in età fertile per aumentare la conoscenza della malattia e della mutazione genetica. Vediamo quali sono le caratteristiche principali.

Descrizione e diffusione

La fibrosi cistica è tra le malattie genetiche gravi più diffuse che riguarda più organi. A causa di una mutazione del gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator), colpisce principalmente l'apparato respiratorio e l'apparato digerente.

Tra le malattie genetiche ereditarie gravi, la fibrosi cistica, peraltro cronica e progressiva, è di certo quella più comune: tra i bambini caucasici (le popolazioni africane e asiatiche ne sono colpite in misura nettamente inferiore), un neonato su 2.500/3.000 è colpito da questa malattia.

Tale cifra è determinata dalla frequenza (1 su 25) dei portatori sani del gene CFTR mutato, causa unica della malattia. Se entrambi i genitori sono portatori sani, esiste una possibilità su quattro (25%) che il bambino nasca malato, due su quattro (50%) che egli stesso sia un portatore sano.

Qual è l'aspettativa di vita?

Oggi, l'aspettativa media di vita di una persona affetta da fibrosi cistica supera anche i 40 anni (numero che varia però da paese a paese anche a causa di fattori climatici e ambientali, oltre che dalla qualità di vita del malato).

Si tratta di un passo in avanti enorme, grazie alla ricerca che ha compiuto importanti progressi negli ultimi cinque decenni, considerato che quando la malattia fu scoperta si superava a stento l'adolescenza.

Uomini e donne sono colpiti allo stesso modo, non c'è differenza genetica né nei sintomi né nelle conseguenze, fatta eccezione per la sterilità che può verificarsi in particolari condizioni in soggetti di sesso maschile.

Il gene CFTR, individuato sul braccio lungo del cromosoma 7, fu scoperto solo nel 1989, a Toronto, per merito di un team di ricercatori guidati dal dottor Lap-Chee Tsui; già nel 18esimo secolo, in ogni modo, c'era la consapevolezza dell'esistenza della malattia, sorta con tutta probabilità 3000 anni avanti Cristo.

La fibrosi cistica è stata per anni chiamata mucoviscidosi, oggi è definita anche fibrosi cistica del pancreas, nonostante quello non sia affatto l'unico organo interno colpito.

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Cause

L'attività della proteina CFTR, di cui la sintesi è codificata dal gene corrispondente, viene completamente alterata se il gene stesso è mutato, difettoso.

Ne consegue, quindi, una secrezione anomala di specifiche ghiandole a secrezione esterna (esocrine); i risultati più "vistosi" sono i gradi di vischiosità e mucosità nettamente più densi delle secrezioni che facilitano l’insorgenza di infezioni bronchiali.

Oltre all’apparato respiratorio, gli organi colpiti maggiormente sono il pancreas e, più raramente, l'intestino o il fegato

Sintomi 

I sintomi della fibrosi cistica sono chiari e, in alcuni casi, possono manifestarsi già allo stato fetale: un'ostruzione intestinale (ileo da meconio) è facilmente individuabile anche tramite una semplice ecografia. Se ne ha poi la conferma con nitidezza al momento della nascita del bambino.

In ogni modo, i sintomi si manifestano con più decisione durante l'infanzia, la stessa ostruzione intestinale può venir fuori col passare degli anni.

In genere, il primo segnale è un test del sudore alterato (dovuto agli anomali livelli di cloro nel sudore che si hanno a causa del malfunzionamento di CFTR).

Tra gli altri sintomi nei bambini si può avere:

  • una crescita ridotta (altezza e peso), nonostante un'alimentazione corretta ed equilibrata;
  • difficoltà ad assorbire le sostanze nutrienti nel tratto gastrointestinale e quindi crescono con maggiore difficoltà.

Purtroppo, anche se chiaro, tale sintomo di rado viene associato direttamente alla fibrosi cistica: solo di fronte a casi palesi si studia meglio lo stato di salute del bambino, scoprendo così la malattia.

Muchi eccessivamente densi e appiccicosi, sinusite cronica, oltre alle difficoltà respiratorie e ai troppo frequenti problemi polmonari (soprattutto infezioni), sono le altre caratteristiche della CF che si manifestano sia in tenera età che, purtroppo, in tutto il decorso della patologia.

In alcuni casi, i più rari, si riscontra anche una complicata coagulazione del sangue, problema dovuto al mancato assorbimento da parte del neonato della vitamina K dalla placenta.

In età adult negli uomini si riscontra infertilità, sintomo comune a quasi tutti i malati, a causa dell'assenza congenita dei vasi deferenti. Se nei maschi l'infertilità è quasi totale, nelle donne si registra sì una diminuzione della probabilità di restare fertili, ma che riguarda solo una parte delle pazienti.

Altre persone affette da fibrosi cistica possono inoltre soffrire, nelle situazioni ritenute più gravi, di gravi problemi a livello epatico: la bile ristagna, divenendo troppo densa, nei dotti biliari, danneggiando così il fegato, fino a provocare cirrosi.

Il diabete, infine, può essere considerato in alcuni casi una diretta conseguenza della fibrosi cistica. Come facilmente intuibile, quindi, i sintomi più evidenti si manifestano tramite le secrezioni, mucose e sudoripare.

Diagnosi

La fibrosi cistica può essere individuata anche nel periodo prenatale grazie a tecniche di screening.

A coppie che sanno di essere portatrici sane del gene CFTR è particolarmente consigliato eseguire una diagnosi prenatale nel primo trimestre di gravidanza, tramite villocentesi. Questa consiste nel prelevare i villi per poi effettuare l'analisi molecolare e individuarne così l'eventuale positività.

Il test più diffuso è quello che prevede un dosaggio di tripsina sul sangue prelevato dal neonato dopo appena quattro giorni di vita. E’ inoltre possibile effettuare il test genetico, che, per le sue caratteristiche, deve essere sempre accompagnato da una consulenza genetica.

Come si esegue il test del sudore?

Esiste poi quello che può essere definito come il test chiave per diagnosticare questa patologia, il test del sudore.

Un campione di sudore di almeno 75 mg è analizzato per individuarne al suo interno i livelli di cloro:

  • se il valore supera i 60 mEq il test, purtroppo, è positivo;
  • se invece è compreso tra 40 e 60 deve essere ripetuto perché considerato dubbio;
  • con un valore inferiore a 30-40, invece, si ha la certezza che il bambino non è affetto da CF.

Prevenzione, cura e terapie

Prevenire la fibrosi cistica è, oggi, impossibile. È una delle malattie genetiche più comuni e, per questo, si spera in futuro possa essere arginata. Il concetto di prevenzione è così modificabile in quello di diagnosi tempestiva.

I fattori che possono determinare la nascita di un bimbo affetto da fibrosi cistica sono ormai conosciuti. Informarsi sul proprio stato di salute e di quello dei propri parenti più stretti e consanguinei, è fondamentale per contrastare la patologia sul nascere e, di conseguenza, aumentare in modo esponenziale l'aspettativa di vita del neonato.

I centri specializzati per la diagnosi e la cura della malattia sono sparsi su tutto il territorio nazionale, è quindi anche piuttosto semplice, soprattutto nella fase prenatale, riuscire a individuare un sospetto di fibrosi cistica, oltre che effettuare un semplice esame per sapere se si è portatore sano del difetto genico.

Si può guarire dalla fibrosi cistica?

Guarire dalla fibrosi cistica, oggi, non è possibile. La speranza di tutti è che la ricerca continui nei progressi corposi mostrati negli ultimi decenni, fino ad arrivare alla cura definitiva.

Ad oggi, comunque, la medicina ha fatto notevoli passi avanti nel rallentare il progresso della malattia, portando così l'aspettativa di vita sempre più in là nel tempo. Le attuali cure e terapie puntano soprattutto ai sintomi più gravi e vistosi, cercando di alleviare il più possibile le sofferenze delle persone colpite da questa patologia.

Il primo obiettivo, così, è lottare contro i problemi accusati dall'apparato respiratorio: è praticamente d'obbligo impostare un programma di fisioterapia respiratoria (in funzione di età, capacità effettive del paziente e di conseguenza del quadro clinico generale) che possa essere portato avanti con appuntamenti quotidiani.

L'obiettivo è quello di eliminare i muchi dai bronchi, rimuovere quindi tutte le secrezioni, facilitando la respirazione. L'aerosol effettuato con farmaci specifici, è ugualmente utile a rendere più fluide tali secrezioni. Per tale obiettivo è consigliabile anche, se l'età e l'effettiva situazione fisica del paziente lo permette, praticare dello sport, basket e nuoto su tutti.

Le infezioni polmonari, tra i sintomi più fastidiosi, vengono combattute con assunzione frequente di antibiotici, così come la somministrazione di enzimi punta a contrastare i problemi al pancreas (variabili, a seconda di quanto l'organo sia colpito, le quantità da immagazzinare).

Nei casi più gravi, infine, è necessario ricorrere anche alla chirurgia: il trapianto degli organi interni si rende necessario quando la vita del malato è seriamente in pericolo. La difficoltà, quasi superfluo sottolinearlo, sta nella ricerca - difficilissima - di questi organi.

Fibrosi cistica e alimentazione

Un altro aspetto particolarmente importante nella cura è l'alimentazione. La dieta deve essere equilibrata e fornire giorno dopo giorno, nei limiti del possibile, tutte le sostanze nutritive di cui il corpo ha bisogno. Allo stesso tempo, comunque, è necessario impostare la dieta con una base ipercalorica.

Aspetti psicologici della malattia

Come in tutte le malattie degenerative, la persona colpita deve prima di tutto avere un forte carattere per affrontare tutte le difficoltà che la fibrosi cistica comporterà per tutta la vita. Il supporto, non solo materiale, della famiglia è fondamentale, il malato deve imparare a convivere con tutti i sintomi che dovrà contrastare con tutte le sue forze.

La ricerca è orientata soprattutto alla terapia genica, che ha come obiettivo quello di “riparare” il gene difettoso e quindi ripristinare la funzione normale della proteina CFTR.

Inutile nasconderlo, siamo ancora lontani dal lieto fine, ed è quindi anche nella ricerca di nuove medicine che possano rendere più sopportabili le sofferenze dei malati, che si dirige in modo deciso la ricerca. Ad oggi, purtroppo, siamo ancora lontani dalla cura definitiva. Il nostro impegno deve essere incentrato sulla diffusione dell’informazione e quindi sulla sensibilizzazione dei genitori nei confronti di questa malattia che, se ben trattata, può essere resa meno invalidante.

Come spesso accade, anche per questa malattia la conoscenza è la migliore medicina.

Data pubblicazione: 06 giugno 2014 Ultimo aggiornamento: 08 settembre 2023

Autore

s.zampatti
Dr.ssa Stefania Zampatti Medico genetista

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2007 presso Università di Roma Tor Vergata .
Iscritta all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 56503.

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