La vacanza può essere stressante? Che cos'è lo stress?

stefaniapasqualini
Dr.ssa Stefania Pasqualini Psicologo, Psicoterapeuta

E’ arrivato il momento delle vacanze estive che, a volte, sono fonte di stress; per qualcuno questa affermazione potrà sembrare assurda per qualcun altro no; tutto dipende da come viviamo questa pausa/cambiamento ed è proprio questo che ci farà sentire più o meno stressati in vacanza o a rientro al lavoro. Quando andiamo in vacanza sospendiamo temporaneamente l’attività lavorativa e ci dedichiamo ad altro: c’è chi comincia a fare programmi per i giorni successivi e chi inizia subito a realizzare i progetti (partenze, acquisti, cene, serate, gite…), chi si blocca sentendo malinconia, tristezza e mancanza di progettualità.

Che cosa succede? Si è interrotta la routine giornaliera scandita da impegni e orari prefissati, abbiamo dedicato poco tempo ai nostri hobbies, alle amicizie. Insomma si è spezzato un equilibrio, c’è un cambiamento che ci costringe a ripensarci e riorganizzarci; qualcuno sarà così impegnato da non aver tempo di pensare e, forse, rientrerà al lavoro più stressato di prima; c’è chi si troverà spiazzato e l’unico desiderio sarà quello di ricominciare a lavorare. Ciò che accomunerà queste persone sarà lo stress. La definizione generale di stress è: “Reazione emozionale intensa a una serie di stimoli esterni che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva”, personalmente trovo più esaustiva la definizione di Lenart Levi, raffigurata con la “Curva a U” che riporterò successivamente.

Che tipo di stress hai? Come lo vivi? Ascolti il tuo corpo e la tua mente? Di cosa hai bisogno? Dedichi tempo alle amicizie, agli affetti? Cosa ti piace fare? Condividi con gli altri le tue esperienze, le emozioni, i sentimenti? Di seguito cercherò di dare delle esemplificazioni, spero chiare e comprensibili da tutti.

Che cos'è lo stress?

L’uomo è una inscindibile unità psicofisica per cui ogni stimolo fisico determina risonanze psichiche così come ogni stato psichico comporta risonanze fisiche.

Vi sono due tipi di stress:

  • Stress fisico in cui gli stimoli influenzano principalmente i sistemi biochimici e fisiologici, successivamente l’apparato mentale.
  • Stress psicologico in cui l’ attivazione dell’apparato mentale avviene prima di qualsiasi altro sistema dell’organismo.

Nello stress psicologico, la patologia o il mantenimento della salute, dipende dalla valutazione psicologica che ne da l’individuo, ovvero da come ciascuno di noi interpreta cosciamente o inconsciamente la pericolosità di una situazione. La reazione allo stress è il risultato della interazione tra due fattori: l’elaborazione cognitiva e l’attivazione emozionale, inoltre la modalità con sui si vive lo stress è influenzata dall’esperienza passata e in particolar modo da conflitti emotivi non risolti.

E’ opinione condivisa che lo stress non è una condizione patologica dell’organismo e non può essere evitato dato che “è il sale della vita” (Selye, 1950); è importante sottolineare che lo stress affrontato con successo può avere un’influenza positiva sullo sviluppo di una persona.

Gli stimoli positivi e negativi che si originano nell’ area lavorativa ed extralavorativa agiscono sull’uomo; quando le sollecitazioni dell’ambiente sono proporzionate alla capacità di risposta per cui la reazione neuroendocrina e psichica è armoniosa e adeguata si crea lo stress buono o eustress. Può diventare patologico in due condizioni opposte:

  1. quando la sollecitazione dell’evento stressante è intenso e prolungato nel tempo per cui le misure adattive dell’individuo non sono sufficienti a diminuire o eliminare la tensione provocata;
  2. quando le sollecitazioni sono troppo povere da non attivare le risorse psicologiche e fisiologiche del soggetto.

Dato che la salute è il risultato di un equilibrio dinamico con l’ambiente, la reazione agli stimoli stressanti fa parte di tale equilibrio; inoltre l’adattamento che l’uomo deve quotidianamente fronteggiare costituisce un fatto fisiologico e positivo (Lenart Levi, 1972)

Proprio perché siamo un’unità psicofisica, dobbiamo considerare l’interrelazione tra stressors (agenti stressanti) dell’ambiente lavorativo e quello dell’ambiente di vita, da quelli più ovvi di tipo fisico (spazio, clima, rumori) a quelli di tipo organizzativo: ritmi di lavoro; turni (specie quelli di notte che contrastano con l’omeostasi fisiologica dell’uomo); la monotonia (ripetizioni di azioni semplici con mancanza di relazioni con altre persone); carico di lavoro sia eccessivo che scarso e quest’ultimo caso è tipico di coloro che si sentono di poter dare di più rispetto a ciò che fanno abitualmente; insoddisfacenti relazioni con i colleghi; insicurezza economica; conflitti di ruolo; responsabilità nei soggetti che si sentono inadeguati a sostenere un tale incarico; mancata percezione dei risultati riscontrabile in coloro che non vedono il prodotto finito oppure in chi compie un lavoro impegnativo, qualificato ma destinato al fallimento (assistenti ai portatori di handicap, ai malati terminali e genera la sindrome del “burn-out”).

Gli stressors legati maggiormente alla ambiente di vita possono essere:

  • la perdita reale o immaginaria di persone o beni personali (casa, posizione sociale)
  • un danno o la minaccia di un danno (dolore, mutilazione, diminuzione di attività intellettuale o della prestanza) il cui effetto è grave quando interessa parti del corpo con implicazioni fortemente emotive come il volto, i genitali, il seno..
  • la frustrazioni dei bisogni.

Le manifestazioni patologiche conseguenti a stress comprendono sintomi generici e tra i più comuni troviamo insoddisfazione, irritabilità, turbe dell’emotività, svogliatezza, disinteresse, cefalee, ma anche quadri clinici specifici come ansia, depressione, reazioni e malattie psicosomatiche, aggressività, predisposizione agli infortuni e disturbi comportamentali di fuga.

  • L’ Ansia è fenomeno psichico che consiste in uno stato cronico di vigilanza apprensivo e di tensione. Si accompagna all’incapacità di concentrazione, insonnia, cardiopalmo, offuscamento della vista, tremori. Spesso ci sono anche paure ipocondriache.
  • La Depressione è uno stato psichico caratterizzato dall’abbassamento del tono dell’umore accompagnato da pessimismo e incapacità di progettare il futuro. Si accompagna a apatia, irritabilità, insonnia, ipersonnia, anoressia, astenia (mancanza di forze). Si possono associare disturbi ipocondriaci.
  • Reazioni e malattie psicosomatiche

Le malattie psicosomatiche spesso sono precedute da reazioni psicosomatiche che sono disturbi funzionali che, persistendo nel tempo, provocano alterazioni organiche, quindi le malattie psicosomatiche sono caratterizzate da disturbi funzionali e alterazioni organiche conseguenti a conflitti o tensioni psichiche. Sono spesso resistenti ai trattamenti farmacologici, alcune malattie psicosomatiche sono: le coronaropatie (apparato circolatorio); l’ulcera duodenale e la colite ulcerosa (apparato digerente); gli eczemi, la psoriasi (apparato tegumentario); le infezioni e le neoplasie (sistema immunitario).

Le reazioni psicosomatiche sono delle risposte adattive dell’organismo a stressors lavorativi e di vita che generano disturbi funzionali (malfunzionamento) senza alcuna alterazione dell’organo coinvolto. Alcune reazioni psicosomatiche sono l’asma (apparato respiratorio), cefalea, aritmie, ipertensione, (apparato cardiocircolatorio), anoressia, bulimia, colon irritabile (apparato digestivo), turbe mestruali, impotenza, frigidità, ipertiroidismo (apparato endocrino), orticaria (apparato tegumentario), immunodepressione (sistema immunitario).

  • Aggressività: alcuni soggetti reagiscono agli stressors con un aumento di aggressività che può essere auto o eterolesiva. I comportamenti autolesivi sono quelli che il soggetto assume pur essendo conscio della loro pericolosità (abuso di alcol, sigarette, tossicomania, bulimia). I comportamenti eterolesivi: tendenza alla litigiosità sia nella forma della “microconflittualità” rappresentata da frequenti e piccole manifestazioni di insofferenza nella quotidianità.
  • Predisposizione agli infortuni: ci sono infortuni conseguenti a disturbi comportamentale provocati da fattori di stress. In alcuni soggetti gli infortuni sembrano concentrarsi ripetendosi in condizioni diverse di tempo e luogo.
  • Disturbi comportamentali di fuga: tendenza a fuggire dalle situazioni stressanti. La disaffezione al lavoro (riduzione del valore del soggetto conseguente alla riduzione dell’impegno e rendimento, aumento di errori, carenze di precisione). L'Assenteismo è un indicatore del livello d’insoddisfazione come il cambiamento frequente dell’attività.

Attualmente con la crisi economica e l’alta a percentuale di disoccupazione si incontrano meno le reazioni di stress che, invece, si scaricano in altre vie: nell’aggressività auto e eterolesiva e nella depressione.

Con queste informazioni molto generali, spero di non aver creato allarmismi ma che vi abbia dato degli input di riflessione e un aiuto per investire al meglio il vostro tempo libero, sia vacanziero che lavorativo, affinché viviate un’ estate positivamente stressante.

Data pubblicazione: 07 agosto 2012

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